
Westworld: la recensione del primo episodio
È uno dei progetti televisivi più attesi dell’anno, probabilmente degli ultimi anni. Le prime notizie sulla produzione iniziarono a circolare a metà circa del 2014, mentre la prima immagine ufficiale è arrivata all’inizio dell’anno successivo cosi come il primo trailer, presentato da Jonathan Nolan al Comic-con del 2015.
Questa serie ha tutte le carte in regola per entrare nell’olimpo del culto televisivo, partendo dai creatori (i coniugi Nolan) e dal lungo e stellare cast per arrivare al produttore esecutivo, JJ Abrams, conosciuto anche come l’uomo giusto al momento giusto. E un cult fu l’omonimo film del 1973 a cui la serie si ispira, scritto e diretto dal papà di Jurassic Park Micheal Crichton.
Non è quindi così strano che attorno a Westworld si sia creata una tale aspettativa che trovarsi di fronte allo schermo ed ascoltare le prime note della sigla (in classico ed infallibile stile HBO) un leggero brivido si fa la sua strada, salendo dalle mani alle braccia fino al collo. Ma con lo scorrere dei minuti quell’elettrizzante sensazione lascia spazio a dubbi e perplessità.
Non è mai facile giudicare un pilot, non lo è soprattutto quando nell’attesa, tra foto, video e piccole anticipazioni, nella nostra testa si è creato un tale castello di fantasie che forse ci si è autocondannati alla delusione. Detto questo, per fugare ogni possibile dubbio, per chi scrive questo primo episodio di Westworld quelle aspettative non le ha superato, anzi.
Un parco giochi popolato da androidi
Al centro del racconto troviamo questo atipico parco divertimenti in chiave western popolato da androidi. Il compito di questi host è quello di intrattenere i clienti, accettando di fare qualsiasi cosa pur di soddisfarli, persino morire. Questi umani poco umani non hanno ovviamente coscienza di ciò, vivono a ripetizione la stessa (o quasi) giornata, seguendo un copione che li guida dal risveglio fino alla notte, al momento in cui chiudono gli occhi e la loro memoria viene azzerata.
La loro vita scorre tra saloon, rosse sconfinate vallate e lunghe cavalcate nell’attesa che arrivino i nuovi. Solo a questi forestieri attratti dall’esotismo del luogo è data la possibilità di variare questa storia sempre uguale a se stessa, comprando questa o quella storia da vivere da protagonisti o almeno da comparse. Interagire con gli androidi è per loro eccitante e allo stesso tempo spaventoso, ma mai pericoloso. I robot infatti non possono per alcun motivo far del male ai clienti.
Quando il suo progetto di rendere ancora più umani i suoi androidi – permettendo loro di esprimersi attraverso delle gestualità basate su emozioni passate – inizia a mostrare i primi problemi, il suo commento assomiglierà più a quello di un invasato che a quello di un imprenditore in crisi. Gli errori nella storia dell’uomo hanno permesso alla razza umana di evolversi.
D’altra parte del tavolo – seduti nudi e impotenti su piccoli sedili – e nella realtà di Westworld i non umani iniziano a sperimentare sulla loro pelle questo aggiornamento. Com’è facile ipotizzare questo upgrade porta il sistema ad avere battute di arresto, strani comportamenti, anomalie. Può capitare che una macchina più vecchia, che è stata magari riutilizzata più e più volte, finisca così per sviluppare pensieri e sentimenti nuovi, sentimenti che porteranno già in questo primo episodio alcuni abitanti del parco a mettere in dubbio la loro esistenza e il vero significato della stessa.
Distopia e western
La serialità televisiva è piena di distopie, mondi paralleli, intelligenze artificiali improvvisamente coscienti e disquisizioni sul limite tra bene e bene. E l’elemento western non può essere la marcia in più di questo progetto (per quanto adorabili siano le versioni per cowboy di Black Hole Sun e Paint It Black), essendo esso stesso alla fine solo il preteso, la scatola della storia. Manca per ora l’imprevedibilità, tutto si svolge come da copione, senza quella tensione adrenalinica data dal non riuscire ad ipotizzare quale sarà la scena successiva.
Ma, come accennato all’inizio di questa recensione, è troppo presto per decretare il successo o il fallimento di questa serie. Concediamoci un altro po’ di tempo e attendiamo il prossimo treno per Westworld.
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Visitor Rating: 5 Stars
Visitor Rating: 5 Stars
Dunque dunque io credo che questo pilot sia molto di più di quello che esce da questa recensione, innanzi tutto la narrazione non è lineare e unica, ci sono fin da subito sotto trame interessanti che esulano dal semplice tema alla io-robot: penso al tipo vestito di nero, alla lotta di potere intestina agli sviluppatori del parco, al passato dell’assistente di ford, e a Ford stesso. Poi è chiaro che Westworld non ha mai voluto essere televisione filosofica alla the leftovers ma intrattenimento di alto livello ed è allora che gli scenari magnifici, la voce narrante che inizia e chiude l’episodio, la ricostruzione western etc fanno del pilot un prodotto con una marcia in più. Non me ne vogliano altre reti (netflix) ma i pilot si fanno così: 70 minuti che volano, in cui ogni cosa è interessante, ogni scena ha un dettaglio che la particolarizza e la colonna sonora coinvolge e avvolge lo spettatore. Secondo me le aspettative sono soddisfatte in pieno, parliamo di una serie che parte avendo già svelato il grande segreto su cui si basa e quindi non è facile tenere in equilibrio l’attenzione dello spettatore. A me ha coinvolto e credo che ci stupirà, molto più di altri prodotti pompatissimi questo autunno che però ad oggi risultano ciofeche (vedi Victoria e This is us).
PS: qualcuno ha colto la citazione di Psyco nel finale?
Partendo dal presupposto che ognuno ha un suo personalissimo rapporto con quello che vede, condizionato innanzitutto dal gusto e dalla propria “storia” filmica e televisiva, per me questo pilot, per quanto sia ovviamente ad un livello superiore rispetto ad altre produzioni, non può essere considerato un capolavoro. Soprattutto quando la serie in questione viene presentata come un “qualcosa di mai visto in televisione”. La mia speranza è quella di essere nell’errore, ma lo saprò solo vedendo gli altri episodi.
Visitor Rating: 5 Stars
Visitor Rating: 5 Stars
Sono d’accordo con te Cate, questo pilot mi ha catturato moltissimo. È tutto molto interessante. Personalmente però spero sempre che un tocco filosofico/morale lo diano ad un certo punto, perché anche se non è il primo show a trattare queste tematiche non è comunque detto che non possano aggiungere il loro contribuito al tema.
Visitor Rating: 4 Stars
Per me soltanto lodi per questa 1.01. E’ vero, sarà troppo presto ma Black Hole Sun, Paint it Black nello scenario western già indicano una piacevole commistione di atmosfere che non nasce per caso. La mia analisi non si ferma alla colonna sonora, ho apprezzato molto l’impianto ideologico del plot: l’umanità artificiale che prende coscienza del proprio status rivendicando un posto nel mondo. La monotonia è dietro l’angolo, questo sì. Speriamo sia un crescendo e non un implosione alla Under the Dome.
Non me ne volere ma per quanto da amante del genere questi 70 minuti possano volare, il pilot poteva essere fatto meglio ed il problema sta proprio in quello che esce dalla recensione: manca un equilibrio tra quello che non si sa e quello che viene detto. La linearità in un momento di un prologo è d’obbligo, bisognava presentare parco e personaggi e farci vedere come sono stati costruiti l’uno e l’altro. Verrà fatto vedere poi? Va bene. Ma giudicando l’episodio 1 è una mancanza innegabile.
Non te ne voglio assolutamente anzi le discussioni fanno sempre piacere e animano il portale. Io sulla linearità dei pilot non sono molto d’accordo, perché secondo me il prologo in generale deve creare attenzione e attrattiva, può anche non dirti nulla ma deve essere intenso, penso al primo episodio di sense8 dove non si capisce nulla di tutta la storia che si svilupperà in seguito ma solo che abbiamo personaggi che si scambiano le vite ogni tanto e senza capire perché. Penso anche al pilot di Fargo della prima stagione che si apre senza presentare nessuno e catapulta lo spettatore nella classica ztmosfera surreale dei Cohen. Certo esistono pilot più lineari (GOT) ma in generale io preferisco il non detto ma sono gusti.
Visitor Rating: 4 Stars
Under the dome faceva pena fin dal primo episodio… non credo ci siano questi rischi 😛
Promosso anche da parte mia questo pilot. A parte alcune cose l’episodio in sè non mi fa gridare al miracolo, ma mi ha molto incuriosito proprio tutto il non detto di cui si è parlato qui. Tutto quello a cui si è fatto cenno e che se sviluppato bene promette grandi cose. Decisamente il pilot più interessante di questa nuova stagione. Mr Abernathy da brividi comunque. E la qualità è evidente.
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Concordo
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