
Grey’s Anatomy: Recensione dell’episodio 9.21 – Sleeping monster
Sleeping monster… quanti significati possiamo trovare alle parole “mostro dormiente”? Per prima cosa possiamo definire così quelle sensazioni e piccole convinzioni che ci teniamo dentro e pian piano ci divorano, perché come dice la voce fuori campo della Bailey “quando il mostro si sveglia, non c’è più nulla che tu possa fare”. Questo è il caso di Cristina, che prende coscienza che lei e Owen si stanno allontanando sempre di più, e che presto lo perderà; ancora una volta l’episodio ci mostra come i loro due mondi, che spesso hanno tentato di unire a forza, hanno sempre delle piccole sfaccettature che non riescono a combaciare. Con il correre delle puntate li abbiamo visti prendersi e lasciarsi svariate volte e, proprio adesso che stanno insieme e sembrano felici, è Cristina ad accorgersi come forse tra di loro non ci sia quell’affinità elettiva necessaria per vivere per sempre felici e contenti.
Emblematico in questo senso il dialogo tra i due rispetto a Ethan, il bambino che ormai ci accompagna da tre puntate e a cui è appena morta la madre: Cristina consiglia a Owen di andare a casa perché non è la famiglia del bambino ma è un medico, Owen decide di restare a occuparsi di lui. È bellissimo vedere come Cristina una volta tanto mostri il suo lato buono e innamorato accettando con rassegnazione la scelta dell’ex marito, ma questa scelta sembra che le disveli la dura realtà che si abbatte sulla loro relazione: lui è appassionato, comprensivo, vuole dei figli, si prende cura dei pazienti come se fosse uno di famiglia, lei è fredda distaccata, non vuole figli, e non si interessa alle persone, si interessa solo di chirurgia. Potrà mai durare un amore tra due persone così differenti? Si possono amare il giorno e la notte?
Altri “sleeping monsters” sono i pensieri nella mente di April, scaricata da Matthew perché aveva mentito sulla sua verginità, l’avevamo lasciata la scorsa puntata pressoché consapevole di provare ancora qualcosa per Avery, e la ritroviamo in questo episodio ad incolparlo per la fine della relazione tra lei e Matthew (lui mi lascia perché mento su non essere più vergine, io ho perso la verginità con te, quindi è colpa tua…) vabbe’ sorvoliamo sul ragionamento contorto. Era ovvio che la Kepner cercasse un po’ di attenzioni dal suo bel Jackson, ma proprio sul più bello quando Jackson le dice che lui non le chiederà mai scusa per quello che è successo tra loro, parte lo sguardo intenso tra i due… ed ecco che da dietro spunta Matthew pronto a perdonarla e ricominciare insieme. Insomma una April combattuta tra la presa di coscienza del vero amore e un ragazzo che sulla carta è perfetto, ma non le fa realmente battere il cuore. Da non avere nessuno a trovarsi alle prese con due ragazzi insieme, April, hai voluto la bicicletta? E mo pedala!
Visto che il meglio si tiene per la fine, passiamo al più toccante e coinvolgente tra i vari sleeping monsters, perché in questo caso non parliamo di pensieri e idee, bensì di un’infezione che si annida dentro il corpo come un mostro silenzioso, fino ad infettare e uccidere le proprie vittime. Tre sono i morti sulla coscienza del Grey Sloan Memorial Hospital e durante tutto l’episodio l’ospedale si prodiga in indagini e ricerche a tappeto per capire chi abbia attaccato ai pazienti lo stafilococco aureus. Come previsto già dal finale della scorsa puntata la portatrice dei virus è Miranda, anche se non è lei la colpevole ma la marca di guanti usata durante le operazioni che non era completamente impermeabile.
Shonda Rhimes ci consegna un episodio toccante, che prende in considerazioni temi profondi come il tradimento, la vergogna, il senso di colpa, la morte, visti con gli occhi del personaggio di Miranda Bailey che spesso viene un po’ messo da parte.