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Recensioni Cinema

Fair Play: Quando l’amore diventa un gioco di potere. Recensione film Netflix con Phoebe Dynevor e Alden Ehrenreich.

Titolo: Fair Play

Anno di uscita: 2023

Durata: 113′

Regia e sceneggiatura: Chloe Dormont

Cast: Phoebe Dynevor, Alden Ehrenreich, Eddie Marsan, Sebastian de Souza, Rich Sommer

Solo una regista donna (Chloe Domont) poteva firmare un thriller dall’altissimo investimento emotivo come il film Netflix Fair Play. Che sia il soggetto incredibilmente attuale e, purtroppo, facilmente riconoscibile nella società contemporanea o che si tratti dell’interpretazione inaspettatamente lodevole dei due protagonisti, Fair Play riesce a travolgere lo spettatore. In quasi due ore di altissima tensione, i sentimenti di coppia si sovrappongono a quelli nella sfera lavorativa.

Sarebbe facile prendere la parte dell’uno o dell’altra, ma è proprio l’inaspettata consapevolezza delle mancanze di entrambi a rendere la pellicola ancora più umana, più vicina. Un quadro moderno e fin troppo abitudinario di una realtà che, verso le battute finali, spinge quasi a voltarsi dall’altra parte per il claustrofobico disagio davanti a tanto dolore.

fair play netflix recensione
Fair Play – Recensione film Netflix

Da colleghi e amanti a rivali

La storia d’amore di Emily (Phoebe Dynevor, già nota per il ruolo di Daphne in Bridgerton) e Luke (Alden Ehrenreich) potrebbe sembrare perfetta. I due si amano, si desiderano, si fidanzano con l’intenzione di sposarsi e hanno una complicità invidiabile. Nemmeno il fatto che sul luogo di lavoro tengano la loro storia segreta sembra turbare questo equilibrio. Almeno finchè la promozione inizialmente sperata da Luke non viene assegnata a Emily.

Questo singolo evento sancisce l’inizio di una serie di eventi che progressivamente portano la storia all’apparenza perfetta a precipitare in un vortice di distruzione senza fondo. Quello che caratterizza il film Netflix è proprio la maestria con cui questa rovinosa caduta di una coppia viene raccontata: lo spettatore resta attaccato allo schermo, consapevole di sbirciare in affari che non lo riguardano ma da cui, naturalmente, sembra impossibile staccare lo sguardo.  

Progressivamente vediamo così la relazione invidiabile trasformarsi in una tragedia shakespeariana, scandita da un progressivo salire della tensione fisica ed emotiva di due protagonisti. La domanda che finalmente si fa strada nella mente dello spettatore è: quanto di quello che vediamo è sempre stato parte di Luke e Emily e quanto, invece, è un cambiamento dovuto alle circostanze?

Fair Play – Recensione film Netflix

Emily in Fair Play si difende sul luogo di lavoro contro i pregiudizi di genere

La principale caratteristica della pellicola è senz’altro il racconto da due punti di vista opposti e diversi, ma in cui nessuno dei due protagonisti è del tutto innocente. Come già detto, seppure ci sia una posizione più difendibile dell’altra, nè Luke nè Emily sono del tutto innocenti. Emily, che come ogni donna che raggiunga i vertici, si ritrova a fare i conti con i dubbi e sospetti di chi addita il suo successo recriminandone le cause. In quanto giovane e bella, non può essere certamente stata promossa per il merito. La stima che il suo violento capo (un temibile Eddie Marsan) ha verso di lei si stratifica con l’opinione del resto degli analisti dello studio, uomini dalla moralità “maschio alfa” che sperano di masticare Emily e sputarla. Non è così facile, tuttavia.

Dal canto suo, Emily si cala forse fin troppo bene in una parte che pensava di non volere, scoprendo non soltanto di essere brava ma di non avere nemmeno poi tanti scrupoli quando si tratta di difendere il suo nuovo piedistallo. Anche gettando nel fango l’uomo che diceva di amare. Del resto, tira fuori gli artigli per difendere qualcosa per cui ha lottato. Non è il suo bel visino a farla arrivare in alto ma la bravura, la stessa che purtroppo Luke non vede, offuscato dalla rabbia di aver perso ciò che desiderava a favore di una donna che, nelle posizioni invertite, non era altro che felice per lui.

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Fair Play – Recensione film Netflix

Luke è il clichè dell’uomo che non riesce ad accettare di farsi superare da una donna, convinto di essere nella ragione

Emily potrà non essere del tutto moralmente candida, ma Luke tocca un limite del tutto nuovo di colpa. Un uomo che inizialmente vediamo nei panni della stella in ascesa sulla strada del successo, supportato al 110% della propria compagna, che non è in grado di fare lo stesso nel momento in cui lei due posizioni si ritrovano invertite. Luke non è solo geloso di Emily ma non è nemmeno abbastanza maturo da avere il coraggio di ammetterlo, continuando a sorridere e fingere di supportarla. Arrivando ad insultare i suoi vestiti, insinuando che nessuno potrebbe prendere sul serio qualcuno che si veste in quel modo.

Le aggressioni verbali sono solo una delle pecche di Luke, forse tra le più leggere, nei confronti della sua compagna. Una donna che viene abbandonata nel momento del bisogno da un raccomandato (scopriamo) che non è in grado di accettare di essere meno, inferiore alla propria compagna. Inferiorità solo lavorativa ma che è sufficiente per turbare la loro esistenza e rimescolare tutte le carte in tavola.

Cambiare in base agli eventi, forse. O restare sempre se stessi?

La vera domanda, alla fine dei conti, resta: entrambi erano già quello che si sono dimostrati alla fine e gli eventi li hanno semplicemente portati a manifestare finalmente la loro vera natura? Oppure è stato questo distruttivo vortice di eventi, scatenati dalla promozione di Emily, a trasformarli e renderli ciò che sono diventati alla fine? La risposta probabilmente sta nel mezzo.

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Si può restare fedeli e offrire il proprio supporto alla persona che si ama, ma quanto di quel sentimento potrebbe incrinarsi o perfino scomparire alla scoperta che la persona che ci ama, o quantomeno dice di farlo, non è in grado di fare altrettanto? In fondo, la promozione è solo il fattore scatenante, il tipico Sliding Doors tra il ciò che avrebbe potuto essere e quello che invece è stato. Mentre il percorso di Emily la porta lontano da ciò che avrebbe voluto con Luke ma più vicina ad una versione di se stessa che non avrebbe mai neppure immaginato, Luke si riscopre un uomo incapace di supportare il successo altrui, soprattutto tra le proprie mura domestiche. Si può dire che il suo è lo stereotipo forse più autentico e vicino alla nostra società, e per questo incredibilmente fastidioso.

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Fair Play – Recensione film Netflix

Una pellicola potente e indimenticabile

Non tutti i film prodotti da Netflix sono dei capolavori – la quantità, purtroppo, non sempre può fare il paio con la qualità – ma nel caso di Fair Play il fortissimo hype scatenato dall’attesa del film è stato ripagato. Fair Play è una storia di amore e di potere, di ambizioni e come queste si riflettano sulle dinamiche di coppia – in cui, proprio come il significato letterale del titolo, “tutto è lecito”. L’amore, anche segreto, sul luogo di lavoro è un’altra sfumatura, quasi secondaria ma presente, che la pellicola porta alla nostra attenzione.

Non ci sono musiche spettacolari o scenografie carismatiche, tutto il fascino del film sta nei dialoghi, nei silenzi e nella storia di amore e poi odio di due protagonisti. Un piccolo sipario shakespeariano che sarà difficile da dimenticare, anche se forse ancor più difficile da riguardare.

Kat

Cavaliere della Corte di Netflix e Disney+, campionessa di binge-watching da weekend, è la Paladina di Telefilm Central, protettrice di Period Drama e Fantasy. Forgiata dal fuoco della MCU, sogna ancora un remake come si deve di Relic Hunter.

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