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Thirteen Lives – Tredici Vite: La perfezione claustrofobica. Recensione del film di Ron Howard

Titolo: Thirteen Lives – Tredici Vite
Piattaforma streaming: Amazon Prime Video
Genere: drammatico, storia vera
Anno: 2022
Durata: 2h 27m
Regia: Ron Howard
Sceneggiatura: William Nicholson
Cast principale: Viggo Mortensen, Joel Edgerton, Colin Farrell, Tom Bateman, Teeradon Supapunpinyo

Risale al 2018 la storia dei dodici ragazzini e del loro coach intrappolati nella caverna inondata di Tham Luang. Una storia che non solo ha fatto il giro del mondo, unendo in una preghiera di massa popoli e nazioni, ma che da allora non ha smesso di ispirare e respirare. Sebbene la vicenda fosse già stata raccontata da ben due film e un documentario, The Rescue, che funge da principale linea guida alla vicenda, questo non ha impedito al regista premio Oscar Ron Howard di fare propria la storia con il film Thirteen Lives – Tredici Vite.

Rilasciata in alcune sale selezionate a fine luglio 2022 e su Amazon Prime Video il 5 agosto dello stesso anno, la lunga e asfissiante pellicola – di ben due ore e mezzo, di cui buona parte sott’acqua in gallerie strettissime – non ha nulla della grandezza hollywoodiana o del caratteristico “primato” americano. Impostata, come lo stesso regista ha più volte ribadito, nella maniera più documentale possibile, Thirteen Lives incanta e stupisce, candidandosi già da ora tra le migliori pellicole della prossima stagione di premiazioni.

GUARDA IL TRAILER DEL FILM QUI.

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Thirteen Lives – Tredici Vite: Recensione film di Ron Howard, Credits: Amazon Prime Video

Thirteen Lives: La vicenda

Anche se la stagione delle piogge non è ancora arrivata, è proprio un acquazzone improvviso ad intrappolare nella grotta di Tham Luang i dodici ragazzi di una squadra di calcio e il loro coach. Luogo in cui si erano addentrati senza immaginare neppure che sarebbe diventata la loro casa per i prossimi diciotto giorni.  

Mentre il governo e i Navy SEALs locali iniziano ad attivarsi per portarli in salvo, il maltempo e la connotazione delle grotte inondate si dimostra un ostacolo non indifferente, che porta il governo a richiedere l’aiuto di sommozzatori esperti in salvataggio di questo genere. E’ così che Richard Stanton (Viggo Mortensen) e John Volanthen (Colin Farrell) arrivano sul posto, con un bagaglio di esperienze ventennale in questa tipologia di crisi. I due non solo trovano i ragazzi, ma si scontrano con il vero e reale problema: portarli via dalla grotta in cui si trovano in una nuotata subacquea di oltre sei ore verso la salvezza.

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Quando i due capiscono che questo non sarà un salvataggio come gli altri, chiamano in causa altri sub esperti, incluso il dottor Richard Harris (Joel Edgerton), la cui particolare dote potrebbe rivelarsi il punto di svolta per il salvataggio dei ragazzini e la loro sopravvivenza.

Ron Howard non ne sbaglia una

La prima, cruciale caratteristica di Thirteen Lives è il taglio documentale, quasi asettico che il regista, insieme al prezioso contributo della fotografia di Sayombhu Mukdeeprom, sceglie di impostare nel racconto. Invece di dare per scontato che lo spettatore abbia conoscenza approfondita della vicenda, Ron Howard fa l’opposto e racconta l’evolversi della storia a qualcuno che non ne ha mai sentito parlare – ed è qui che la strategia vincente inizia a funzionare.

La grotta in cui i ragazzi si trovano è ricostruita nei minimi particolari e per arrivarci sono necessarie ore e ore di immersione che nemmeno i Navy SEALs tailandesi sono in grado di affrontare, abituati come sono alle immersioni in mare aperto. La maestria di Richard Stanton e John Volanthen (che si sono messi a disposizione della produzione per aiutare gli attori con eventuali domande o curiosità) è stata cruciale nella buona riuscita della missione di salvataggio. La fredda schiettezza di Viggo Mortensen si contrappone alla fiducia quasi cieca nella speranza di Colin Farrell, che a differenza di Richard è un padre e un uomo meno ostinatamente razionale dell’altro.

Non manca una cornice di contorno con la partecipazione della popolazione locale, le famiglie, i volontari, le appena accennate trame di governo. Il salvataggio dei tredici intrappolati è qualcosa che unisce a un livello profondo tutti, rendendoli principali fautori dell’evoluzione della vicenda – qualcosa che Thirteen LivesTredici Vite riesce a sottolineare con convinzione, proprio come fa Ron Howard nelle sue diverse interviste.

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Thirteen Lives – Tredici Vite: Recensione film di Ron Howard, Credits: Amazon Prime Video

Thirteen Lives e la claustrofobica discesa negli abissi

Una straordinaria caratteristica della pellicola disponibile su Amazon Prime Video è senz’altro la possibilità di vedere la realtà attraverso gli occhi dei sommozzatori che cercano di salvare i ragazzi intrappolati. Attraverso inquadrature giuste, nonché telecamere direttamente manipolate dagli attori sott’acqua, lo spettatore è in grado di percepire tutta l’angosciante chiusura e lo stretto passaggio delle gallerie che sono costretti a percorrere giorno dopo giorno, avanti e indietro, per ore intere alla volta, con a disposizione soltanto delle bombole di ossigeno a fare da scudo tra loro e la morte.

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Vediamo Richard e John, ma anche i Navy SEALs, farsi largo con le mani, piene di tagli e ferite causate dal contatto con la roccia, e percepiamo la loro difficoltà nell’infilarsi in strettoie in cui passano a malapena le spalle. Chi sottovaluta l’impresa resta attonito nello scoprire quanta pazienza, tempo e tenacia ci voglia per arrivare dall’ingresso della grotta alla camera in cui i ragazzi attendono la salvezza.

Le musiche di Benjamin Wallfisch, per quanto straordinarie, sembrano quasi scomparire grazie all’eccellente mixaggio sonoro in cui l’oppressivo silenzio dell’acqua, i movimenti sotto la sua superficie dei sommozzatori, l’aria che sale inesorabile verso la superficie diventano protagonisti indiscussi.

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Thirteen Lives – Tredici Vite: Recensione film di Ron Howard, Credits: Amazon Prime Video

Il cast che funziona

Ultimo ma non meno importante tassello della buona stella sotto cui nasce la pellicola Thirteen Lives è il suo cast. Le stelle indiscusse restano naturalmente Viggo Mortensen e Colin Farrell, la cui prova è resa ancor più realistica dai continui colloqui che i due hanno avuto con le corrispettive controparti reali. Il supporto di Stanton, in particolare, ha fornito a Mortensen tanti spunti per la propria interpretazione. Entrambi, inoltre, hanno praticato in autonomia i propri stunt, rendendo ancor più autentico quello che affrontavano una volta fuori dall’acqua.

Bravissimi anche Tom Bateman e Joel Edgerton, nonché la pop-star tailandese Teeradon Supapunpinyo che ha interpretato il coach dei ragazzi. Il ruolo avrebbe dovuto rappresentare un punto di riferimento per i giovani ragazzi e chi meglio di un attore e cantante, a cui già di per sé guardano con ammirazione? Senza contare che lo stesso cantante aveva già praticato meditazione e, come il suo personaggio, non ha mancato di trasmettere un paio di nozioni ai giovani ragazzi rinchiusi in grotta con lui.

Manca purtroppo un approfondimento e un punto di vista dei ragazzi stessi e delle loro famiglie, forse volutamente tralasciato per dare maggiore enfasi all’operazione di salvataggio e alle difficoltà ad essa legate.

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Thirteen Lives – Tredici Vite: Recensione film di Ron Howard, Credits: Amazon Prime Video

Un film da assaporare con lentezza (e poca ansia)

In conclusione, Ron Howard fa un lavoro splendido con il film Thirteen Lives – Tredici Vite. Lo fa scegliendo di raccontare la vicenda senza tradurre le voci narranti dei protagonisti, che parlano con il dialetto della zona per tutta la durata del film, ma anche raccontando l’insieme della vicenda, senza una lente d’ingrandimento sui “salvatori americani”. L’impresa, eroica e complessa, è un successo di tutti, in particolare della comunità tailandese che investe tutto nella sua riuscita.

Non mi sorprenderei di vedere entrambi Ron Howard e il film nominati agli Oscar di quest’anno. Vedremo se sarà la volta buona, a vent’anni dalla sua ultima statuetta, per vedere l’ex star di Happy Days trionfare con l’Academy.

Kat

Cavaliere della Corte di Netflix e Disney+, campionessa di binge-watching da weekend, è la Paladina di Telefilm Central, protettrice di Period Drama e Fantasy. Forgiata dal fuoco della MCU, sogna ancora un remake come si deve di Relic Hunter.

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