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The Walking Dead dice finalmente addio a Carl. Recensione episodio 8.08

Carl, uno dei personaggi più discussi di tutto The Walking Dead, ha finalmente lasciato la serie. Il colpo di scena del midseason finale scorso si apre in un episodio tutto dedicato a lui, presente fin dall’inizio e che porta su di sé tutti gli anni della serie.

A differenza di tanti altri compagni che ha visto morire, Carl riesce a dire addio al mondo intero a modo suo. Salvando i suoi amici, scrivendo lettere, e congedandosi da uomo e in maniera onorevole da un mondo che lo ha trasformato da bambino a “mostro” senza neanche chiedere . Un addio emozionante affrontato in maniera coraggiosa sebbene tirato troppo per le lunghe. Costruito in maniera giusta, toccando i tasti più consoni sia nella sceneggiatura che nello svolgersi delle sequenze sul piano temporale, ma con le tempistiche sbagliate. Rick e Carl riescono a salutarsi senza portarsi dietro strascichi o rancori, senza la solita solfa del padre che dovrebbe seppellire il figlio et simila. “Un padre dovrebbe soltanto amare il proprio figlio”.

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The Walking Dead Carl

Non male la prima

Con una puntata meno lunga, oppure con qualche avvenimento in più, il risultato poteva essere più soddisfacente. In ogni caso, questa prima ora del 2018 sembra essere migliore delle precedenti: non fornisce grandi shock, oltre a quello già annunciato di Carl, e alterna momenti confezionati per riuscire a commuovere a momenti d’azione che risultano anche essere interessanti. Morgan ormai è una macchina da guerra, ed è possibile che abbia anche trovato il suo erede nel piccolo Henry. Il personaggio di Lennie James è ormai sottoposto ad un processo di innovazione dovuto al fatto che la scorsa stagione era uno dei più odiati, ma con il suo passaggio allo spin-off Fear The Walking Dead è lecito chiedersi se ormai il suo destino in questa serie sia segnato e se quindi il suo sia solo un tentativo di guadagnarsi il maggior numero di apprezzamenti prima della fine. Il suo ruolo nel salvataggio di Ezekiel è decisivo, e la chimica con Carol è evidente. I due insieme sono una coppia letale e questa settimana si guadagnano sicuramente tutta l’attenzione del pubblico senza problemi.

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The Walking Dead

Il sogno di un bambino

Si scopre anche che i flashforward riguardanti un Rick molto anziano sono in realtà le proiezioni mentali di Carl. Il mondo pacifico dove tutti cooperano è il futuro in cui il ragazzo crede, lo stesso posto dove perfino Negan aiuta a coltivare. Sicuramente è stata una bella strizzata d’occhio a ciò che accade nel fumetto dopo la saga dei Saviors, ma adesso dobbiamo prenderla per ciò che è: pura utopia. Senza contare che gli sceneggiatori hanno mostrato ancora una volta di farsi beffe di chi vive e di chi muore nel mondo cartaceo, qui valgono le loro regole. E a ragione, perché l’eliminazione dal gioco di Carl (non senza polemiche) è evidentemente parte di un piano d’emergenza messo in atto per risollevare ascolti mai così bassi. E quindi c’è andato di mezzo l’unico personaggio che, se ancora non odiato, poteva interessare davvero a tutti, anche a quelli che hanno visto solo la prima stagione.

Il mistero delle sequenze riguardanti Rick non è del tutto risolto, comunque. C’è ancora qualcosa che scopriremo soltanto col finale di stagione: soltanto allora si completeranno i pezzi del puzzle e capiremo che ci fa Rick sanguinante sotto ad un albero. Per allora, sapremo anche se The Walking Dead sarà già a buon punto in questo percorso di cambiamento più che mai necessario.

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Mario Altrui

Web Content Editor per Telefilm Central dal lontano 2014. Scrivo pareri soggettivi richiesti da nessuno sulle mie serie televisive preferite.

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