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The Exorcist: Recensione dell’episodio 1.01 – Chapter One: And Let My Cry Come Unto Thee

The Exorcist è la nuova serie horror targata Fox, ispirata all’omonimo romanzo di William Peter Blatty e, ovviamente, il vecchio film che tutti conosciamo. 

Fondamentalmente, questo nuovo telefilm fa quello che ha fatto Fargo: prende un film cult e ne ricrea le ambientazioni con una trama dal sapore usuale ma con un retrogusto inaspettato. Senza che lo spettatore se ne renda conto, ecco trasformato un prodotto cinematografico in uno televisivo, adattato per la serialità. Stesso universo, storie differenti.The Exorcist

Un giovane prete di Chicago dall’accento messicano (un Alfonso Herrera molto diverso da quello visto in Sense8) si occupa della sua parrocchia come tanti altri sacerdoti fanno: una comunità da gestire con dei sermoni interessanti, con delle opere caritatevoli collettive e tutto il genere di cose che i preti organizzano per condurre il loro gregge. Eppure ci rendiamo subito conto che Don Tomas non è il giovane invasato di Dio che potremmo aspettarci: non ha molta fede, vede il suo come un “lavoro” e non come una vocazione, sebbene non sia assolutamente un fannullone o un ignorante. Di lui – almeno in questo primo episodio – non sappiamo nulla fuorché quello che vediamo. Una scelta interessante questa di non dare un background al personaggio che dovrebbe guidarci in un mondo, quello di The Exorcist, dove i demoni sono qualcosa di tangibile. L’intento degli sceneggiatori è quello di farci identificare con Padre Tomas in modo da esplorare questo mondo maledetto con i suoi stessi occhi ignari dell’esistenza dei “mostri”. Che quindi diventano i nostri occhi.

The ExorcistIl suo primo contatto con il mondo degli esorcismi è attraverso un sogno: invece di essere premonitore, il sogno gli fa vivere un’esperienza di esorcismo praticata diciotto mesi prima da Padre Marcus (Ben Daniels) che non riesce a salvare un bambino posseduto a Città del Messico. Il loro incontro avvierà Padre Tomas alla scoperta di un mondo di cui ignorava l’esistenza. È facile supporre che Padre Marcus sarà di supporto nella situazione che si sviluppa proprio negli ultimi minuti dell’episodio: la famiglia Rance smette improvvisamente di essere una classica famigliola americana per piombare nella diversità. Il padre Henry regredisce a bambino, mentre la figlia minore Casey inizia ad assumere strani comportamenti. In quella che si rivela essere una distorsione della realtà, Padre Tomas riesce a intravedere l’entità demoniaca che sembra aver posseduto il corpo della giovane ragazza. Tutto però torna alla normalità. Ancora una volta il sacerdote si chiede se quello che ha visto sia reale oppure frutto della sua fantasia.

E così si chiude il primo episodio di The Exorcist. Una visione che effettivamente regala quello che promette, ma la narrazione ha una prevedibilità non affatto scontata, anzi interessante. Nel voler creare una serie televisiva su un film come L’Esorcista, cadere nel banale, nelle scene horror gratuite e nello splatter era quasi scontato. Ne sarebbe venuto fuori uno show da quattro soldi, ma che comunque avrebbe tenuto incollati allo schermo milioni di americani. Sicuro.

E invece c’è poco o nulla di tutto questo: si avverte in questo pilot la volontà di raccontare una storia che conosciamo in un moThe Exorcistdo che non del tutto ci aspettiamo. Con la giusta calma, con la giusta profondità e soprattutto senza scene da paura gratuite messe lì giusto per far vedere che la serie rientra in un certo genere. Chi ha seguito Outcast può ritrovare atmosfere simili: lì i demoni erano una sorta di entità fangosa che entrava e usciva a piacere dai corpi umani; qui i demoni (la cui vera natura non è stata subito svelata) appaiono quasi come dei fantasmi.

Insomma, The Exorcist si presenta con un pilot interessante ma che non fa gridare certo al capolavoro. La sceneggiatura è standard, e il reparto attoriale è guidato da un sorprendente Alfonso Herrera e vanta anche la presenza del premio Oscar Geena Davis. Ci sono dunque le premesse per uno show capace di intrattenere senza cadere nel trash puro, di cui non c’è traccia in questo primo episodio.

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Mario Altrui

Web Content Editor per Telefilm Central dal lontano 2014. Scrivo pareri soggettivi richiesti da nessuno sulle mie serie televisive preferite.

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