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Speciale RomaFictionFest: Masterclass di Lost


Martedì 7 Luglio si è svolta la Masterclass di Lost, con uno straordinario afflusso di stampa e non. Un risultato che però non sorprende dato il successo della serie dovuto alla sua rivoluzionaria originalità e ad un intreccio sempre più misterioso ed avvincente.

Ospiti della Masterclass erano gli autori Damon Lindelof e Carlton Cuse insieme al regista e produttore esecutivo Jack Bender.

Ad introdurre l’incontro, un video riassuntivo che gli autori hanno realizzato apposta per il pubblico del Festival: una sintesi delle vicende dei sopravvissuti del volo Oceanic, i momenti più emozionanti, le morti, gli amori, le amicizie, ma soprattutto i misteri e le presenze che ingombrano l’isola e la rendono ammaliante e pericolosa.

 

Successivamente al video, i tre hanno risposto a diverse domande, con disponibilità ed ironia.

Riassumerò le più importanti e significative.

1 – Come siete riusciti ad entrare nell’immaginario collettivo? Tanto che, parlando degli ultimi disastri aerei avvenuti, la gente sperava che i passeggeri fossero sopravvissuti su un’isola, proprio come in Lost?

Damon: Credo che il motivo dipenda dal fatto che abbiamo sempre evitato di rispondere a domande sulla serie, di dare spiegazioni, rendendola così più interessante.

Carlton: All’inizio pensavamo che la serie non avrebbe funzionato. Abbiamo quindi realizzato solo dodici episodi, giocandoci però il tutto e per tutto e rendendoli eccessivi e carichi di emozioni. E’ stata proprio questa carica il motivo del successo della serie.

Jack: Il successo dipende anche dal cast fantastico che abbiamo, composto da varie etnie, da varie culture. Non esiste un unico protagonista, ma tanti protagonisti, tante storie diverse. E’ una serie che tocca corde diverse, la sopravvivenza, la convivenza, e come si vive insieme ma si muore da soli.

2 – Ci raccontate la vostra giornata tipo?

Carlton: Io e Damon facciamo colazione nel mio ufficio, e parliamo da mezz’ora alle due ore. Parliamo di tutto, delle nostre vite, di ciò che ci circonda. Poi andiamo nella sala degli scrittori. Mettiamo giù le nostre idee e le scriviamo in lavagne bianche attorno alle stanze.

 

3- Come riuscite a ricordare tutto ciò che è accaduto nella serie?

Damon: Qualcuno ci aiuta. C’è un signore che cataloga tutti gli eventi di ogni episodio.

A questo punto, con un effetto a sorpresa fa il suo ingresso Matthew Fox.

4 – Com’è lavorare in questo show?

Matthew: La prima volta che ho letto la sceneggiatura di Lost ho pensato che fosse la più bella sceneggiatura che io avessi mai letto. E’ stato straordinario lavorare con questo team.

5 – Quando avete capito che Lost era diventato un successone?

Matthew: Non ho mai pensato che fosse una sfida, che dovessimo raggiungere qualche risultato. Volevo recitare in questa serie perchè ero totalmente entusiasta della sceneggiatura. Poi, alla prima puntata, visto il successo di audience, abbiamo capito quanto interesse avevamo suscitato in America.

6 – Nella serie, in base alle varie situazioni, ci sono stati diversi leader. Chi è il leader migliore secondo voi?

Damon: Ben. Per essere un bravo leader bisogna saper mentire.

7 – Avete mai litigato?

Damon: C’è solo una cosa in cui io e Jack non siamo d’accordo: sui personaggi che cadono dall’alto. Jack trova queste scene molto divertenti. ( ride, n.d.r.)

Jack: C’è totale sintonia. Discutiamo e parliamo sempre di tutto. Siamo una squadra.

8 – Matthew, quanto c’è di te, nel tuo personaggio?

Matthew: Amo il personaggio di Jack. E’ molto complesso. E’ un personaggio in continua evoluzione, che cambia sempre. Poi ogni attore deve sempre difendere il proprio personaggio. In Jack ho messo tanto di mio, lui è per me rappresenta sempre nuove sfide.

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