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Secret Invasion: quando anche il titolo è sbagliato – Recensione della serie Marvel con Samuel L. Jackson e Emilia Clarke

C’è anche Secret Invasion tra le serie tv Marvel della fase 4” avevano esclamato in un coro entusiasta gli orfani degli Avengers e delle prime tre fasi del Marvel Cinematic Universe (MCU). La fantasmagorica lista di prodotti per il piccolo e il grande schermo che Kevin Feige aveva annunciato per accontentare i fan in trepidante attesa prometteva una golosa scorpacciata dove l’unico problema sarebbe stato evitare l’indigestione. Eh, magari.

Ah, e pure Secret Invasion lo mettiamo là”, si trovano a dover constatare con rassegnata amarezza gli stessi entusiasti di allora. Dove è il cestino dei fallimenti del nuovo MCU.

Secret Invasion: la recensione
Secret Invasion: la recensione – Credits: Disney+

Nick Fury che fa cose

Secret Invasion aveva tutti gli ingredienti per essere il prodotto che avrebbe dimostrato che gli errori della fase 4 erano stati compresi e che, almeno sul versante serie tv, ci sarebbe stato un motivo per avere ancora fiducia nella Casa delle Idee. L’esordio interessante di Wandavision e il dopotutto apprezzabile The Falcon and the Winter Soldier erano stati, infatti, seguiti da serie di qualità discutibile se non pessima. Serie che alle volte riuscivano ad evitare la bocciatura radicale solo grazie alla buona volontà degli attori chiamati ad interpretare sceneggiature accomunate da un canovaccio ormai definito. Un buon esordio, fase centrale raffazzonata, finale sbrigativo per mettere una toppa ai tanti buchi di trama o alle palesi mancanze di logica.

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Pareva che Secret Invasion ce l’avesse fatta a sfuggire a questo schema superando, in particolare, lo scoglio del terzo episodio che, statisticamente, è sempre stato il momento in cui le serie precedenti hanno iniziato a deragliare. Invece, la serie ha soltanto scavallato questo ormai proverbiale ostacolo solo per accelerare la caduta nel precipizio finale. Eppure, sembrava interessante l’idea di un Nick Fury carico di troppi anni, stanco di dover ancora lottare, tormentato dai rimorsi di promesse non mantenute. Tornato sulla Terra solo per obbligo morale e non per la convinzione di poter ancora essere utile.

Spunto che viene, tuttavia, presto abbandonato. Ci ritroviamo così con una serie che si trasforma presto in un continuo inseguimento a un Nick Fury che fa cose. Che va a parlare con questo e quell’altro. Corre da un posto all’altro senza incontrare mai nessuno che possa rappresentare un problema per lui. Muove le fila di mille agenzie giocando a fare il burattinaio di agenzie segrete di questo e dell’altro mondo. Che si tratti di Skrull fedeli, generali alieni ribelli, consiglieri del presidente degli Stati Uniti d’America, capi dell’intelligence di Sua Maestà la Regina. E trova pure il tempo di rivelarci che ha anche una moglie con una pazienza pressoché infinita dato che non lo incontra mai se non una volta ogni chissà quanto. Ma va tutto bene fintanto che si ricorda di infilarsi la fede al dito quando entra in casa.

Secret Invasion è essenzialmente un one man show di Nick Fury. Uno spettacolo monotematico di un personaggio che è comunque uguale a quello che già conoscevamo e che fa quello che gli abbiamo sempre visto fare. E che, perciò, non ha niente di nuovo da mostrarci.

Secret Invasion: la recensione
Secret Invasion: la recensione – Credits: Disney+

C’era una volta Secret Invasion …

A rendere ancora più deludente cosa si è rivelato Secret Invasion è il paragone con ciò che il titolo suggeriva potesse essere. Non che si pretendesse una trasposizione fedele dell’omonima saga a fumetti pubblicata dalla Marvel da Aprile ad Ottobre 2008. Sarebbe stato ovviamente impossibile data la mancanza di troppi personaggi e il totale disallineamento tra carta stampata e MCU. Ma si poteva almeno sperare che il tema portante fosse rispettato. Anche perché il primo episodio sembrava suggerirlo. Gli Skrull mutaforma intenzionati a sostituirsi agli umani nelle posizioni di comando per fare della Terra il proprio pianeta. Tutto per vendicarsi della promessa non mantenuta da Nick Fury di trovarne uno tutto per loro.

Il risultato sarebbe stato una serie a tinte da spy – story che avrebbe comunicato un continuo senso di allarme nell’ignoranza di chi meriti fiducia e chi invece sia un impostore. Non succede questo se non in minima parte. Il piano del ribelle Gravik è, infatti, inutilmente complesso. Portare le due superpotenze atomiche ad uno scontro atomico che avrebbe reso il pianeta invivibile per gli umani, ma non per gli Skrull che sono immuni alle radiazioni. Il che andrebbe anche bene, eh. Se non fosse per il non trascurabile particolare che la razza sopravvissuta avrebbe si vinto, ma ereditato una per nulla desiderabile collezione di macerie. Un qualcosa che magari non è Tafazzi che si da bottigliate sul sospensorio, ma insomma non è che si va molto lontano da quell’esempio.

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A dirla tutta, a momenti si ha l’impressione che Secret Invasion sia stata vittima di tagli in fase di montaggio. La durata diseguale degli episodi non è una novità per le serie Marvel, ma è strano che il finale sia uno degli episodi più brevi invece che il più lungo. Alcuni personaggi vengono introdotti e presentati con una certa attenzione per poi sparire del tutto e ricomparire all’improvviso. Come però si siano guadagnati il ruolo che mostrano di avere non è dato sapere.

Anche alcune rivelazioni di importanza fondamentale si annunciano prima con clamore e si chiudono poi con frettolosità impressionante. A farne le spese è anche la Sonya Falsworth di una ottima Olivia Colman che appare e scompare in modalità deus ex machina nonostante sia presentata come una alter ego al femminile di Nick Fury.

Secret Invasion finisce per essere un sostanziale tradimento. Non potendo essere quella trasposizione fedele che comunque nessuno avrebbe preteso, sceglie di non essere neanche l’adattamento che avrebbe potuto essere. Finendo per essere però una serie che si stanca presto anche di cercare una propria identità.

Secret Invasion: la recensione
Secret Invasion: la recensione – Credits: Disney+

… e c’era il Marvel Cinematic Universe

Secret Invasion è anche il definitivo tramonto di quella che era una capacità unica del Marvel Cinematic Universe. Quella di mantenere una unità narrativa tra i diversi film di modo che tutte le strade aperte convergessero infine in un solo quadro pienamente coerente. Una peculiarità la cui assenza aveva pesato nei prodotti della fase 4 che sono sembrati spesso slegati l’uno dall’altro senza una direzione comune o un insieme di regole condivise. Con questa serie, però, si fa un passo avanti, ma nella direzione del baratro. Perché le premesse vanno a danneggiare persino la coerenza del vecchio MCU, mentre il finale potrebbe avere conseguenze imprevedibili per il futuro.

Parlarne senza fare spoiler è quasi impossibile per cui, nonostante ci si provi, meglio leggere queste righe dopo aver visto Secret Invasion. La rivelazione che un certo personaggio sia uno Skrull dovrebbe essere scioccante e innegabilmente sarebbe una bella mazzata se non fosse troppo radicale la differenza tra il suo atteggiamento in questa serie e quello che ha sempre avuto nei film. Rivelazione che si porta però appresso l’ovvia domanda sul quando la sostituzione è avvenuta e come mai nessuno degli altri supereroi se ne fosse mai accorto nonostante i mezzi per scoprirlo ci fossero. Domanda alla quale la serie non ritiene, tuttavia, necessario rispondere.

Anche una parte del piano di Gravik si basa su un altro episodio che non ci è stato mai raccontato (e potrebbe anche andare bene così). Una idea che soprattutto non ha molto senso di essere. E nemmeno si capisce come possa essere stata messo in atto in segreto. Tanto più che Gravik e la stessa G’iah (figlia di Talos, non di uno Skrull qualunque) avrebbero dovuto, quindi, essere personaggi importanti in un periodo in cui non sono invece mai stati neanche nominati.

Quel che è peggio, però, è il finale della serie. In primo luogo perché pone le basi di un conflitto globale che non si capisce dove possa essere tenuto in conto nei prossimi film e serie e che dovrebbe, a rigore, avere effetti anche su altri protagonisti noti del MCU. In secondo luogo e in maniera più preoccupante perché conferisce ad un personaggio poteri superiori a quelli di qualunque altro eroe dell’intero MCU. Un essere talmente superiore che sarebbe capace di risolvere qualunque scontro in un attimo. Molto probabile, tuttavia, che non comparirà più sperando che gli spettatori si dimentichino della faccenda perché altrimenti si dovrebbe trovare una spiegazione per il suo comportamento futuro. E, d’altra parte, nessuno si ricorda che c’è un colossale celestiale in mezzo al mare dai tempi di Eternals per cui questo è solo un altro dei tanti ciao ciao alla cara vecchia coerenza narrativa.

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Secret Invasion si candida, quindi, al ruolo di peggiore serie Marvel? Difficile dirlo. Sia perché purtroppo la Marvel ha imparato a stupirci in negativo. Sia perché quegli episodi iniziali erano ben fatti e sufficientemente interessanti. Di certo, Secret Invasion è il primo prodotto Marvel in cui ad essere sbagliato è anche il titolo. La prossima volta chiamatelo Nick Fury che fa cose.

Secret Invasion: la recensione

Giudizio Complessivo

Una serie iniziata bene, ma deragliata così tanto da avere conseguenze potenzialmente nefaste anche per il futuro del MCU se non fosse che tanto la coerenza non abita più da queste parti

User Rating: 0.8 ( 1 votes)

Winny Enodrac

In principio, quando ero bambino, volevo fare lo scienziato (pazzo) e oggi quello faccio di mestiere (senza il pazzo, spero); poi ho scoperto che parlare delle tonnellate di film e serie tv che vedevo solo con gli amici significava ossessionarli; e quindi eccomi a scrivere recensioni per ossessionare anche gli altri che non conosco

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