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Doctor Who: recensione dell’episodio 7.07 – The Bells of Saint John

Il Dottore è tornato e lo ha fatto, come sempre, in grande stile, con una nuova sigla, un nuovo outfit – immancabile però il papillon – e l’attesissima nuova Companion.

Clara Oswin Oswald. La donna che è morta due volte. Ero l’unica ad essere fermamente convinta che morisse anche in questo episodio? Pensavo che Moffat volesse battere il record di numero di morti di un personaggio, attualmente detenuto da chi se non da Rory Williams. doctor-who_706-01E invece, stavolta il Dottore è riuscito a salvarla, pronto a convincerla e seguirlo nelle sue avventure.

Dopo le prime due volte – tre, se contiamo anche il prequel – ormai si è capito che il Dottore e Clara sono destinati ad imbattersi l’uno nell’altra. Così, mentre il Dottore è nel 1207 rinchiuso in un monastero a scervellasi su come Clara sia possibile, la ragazza vive ai giorni nostri e fa la babysitter. Non le funziona il wi-fi, chiama l’assistenza e per chissà quale ragione chiama il telefono del Tardis e, by the way, carino il parallelo tra le campane di San Giovanni del titolo e il suono del telefono del Tardis, dopo un paio di riferimenti alla Clara Oswin Oswald che già conosciamo – la password del wi-fi è Rycbar123, da lei letta run you clever body and remember – il Dottore capisce che è lei e corre in suo aiuto.

Il cattivo dell’episodio è un gruppo di persone, che scopriremo essere comandati dalla Great Intelligence, che “catturano” le menti viventi degli esseri umani e le uploadano in forma permanente in una piattaforma cloud. Si tratta di un villain molto diverso dai precedenti e sicuramente molto diverso da quelli degli anni Sessanta. Nel 2013 Cybermen e Dalek fanno meno paura rispetto alle conseguenze del World Wide Web, dei Social Network, dell’essere sempre connessi.

Ma quindi, questo comeback ci è piaciuto o no? Dopo un paio d’ore di riflessione oso dire ni.doctor-who_706-02 Da un lato, sono così felice di aver rivisto Doctor Who che mi va bene qualsiasi cosa, la storyline che riguarda Clara mi attira abbastanza e il rapporto che si è creato tra i due è divertente.
Dall’altro lato avevo un’aspettativa così elevata per l’episodio da essere rimasta un po’ delusa. Io amo profondamente geniodelmale Steven Moffat, ma devo ammettere, a voi e soprattutto a me stessa, che lo sto trovando un tantinello ripetitivo. Lo stile dell’episodio è molto simile a quello di Sherlock, il che non è una cosa proprio negativa, inoltre, avendo già conosciuto Clara, non c’è molta curiosità nei suoi confronti. Tra l’altro solo a me sembra proprio una versione a metà tra Amy e River Song?

Insomma, devo ammettere che questa versione di Clara è quella che mi è piaciuta di meno. Non fraintendetemi, adoro Jenna-Louise Coleman come Clara e amo sempre più Matt Smith che ormai conosce talmente bene il suo personaggio da farlo alla perfezione. Unpopular opinion: l’Undicesimo Dottore è il mio preferito, e si, mi piace più di Decimo.

doctor-who_706-04Le cose che mi sono piaciute? Sicuramente le chicche, i dettagli, stavolta neanche troppo nascosti, tipici degli episodi scritti da Moffat: la scena iniziale simile all’Easter Egg lasciato dal Decimo Dottore in Blink, il libro Summer fall di Amelia Williams, la citazione del Tardis costruito realmente ad Earl’s Court (visto e fotografato, fuck yeah!), il riferimento decimo/undicesimo capitolo, la Unit, gli occhiali da vista di Amy.

E poi Londra, con il Westminster Bridge, il Big Ben e lo Shard. E il Dottore che pilota un aereo e guida una motocicletta antigravità, che fa molto James Bond (Smith infatti aveva dichiarato che Moffat si è ispirato a Skyfall per questo episodio).

La settimana prossima ci aspetta ‘The Rings of Akhaten’, scritto da Neil Cross e diretto da Farren Blackburn, e sembra avere un’ambientazione molto “aliena”, cosa che è mancata un po’ in questa settima stagione. Quindi, can’t wait!

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