
Black Mirror is the new Fargo – Recensione episodio 4.03
Dubbio: ho appena visto una puntata di Black Mirror oppure una di Fargo?
Una domanda che si è fatta largo da sola nella mia mente, mentre guardavo gli ultimi minuti di questo episodio dove si compie una carneficina. La scia di sangue che si lascia alle spalle Mia, la protagonista di Crocodile, è impressionante. Andando contro ogni buonsenso, la sua risposta a tutto è una sola: ammazziamo tutti senza pensarci troppo.
Quando Black Mirror non è più Black Mirror
La banalità del male, l’istinto di uccidere per inclinazione o per opportunità e tematiche simili sono presenti in serie tv come Fargo, appunto, non in Black Mirror. L’elemento tecnologico qui non mi sembra sia un elemento piccolo, ma essenziale a tal punto da presentare una realtà alternativa totalmente diversa dalla nostra, come in quasi ogni puntata fino alla terza stagione. Sembra piuttosto l’elemento magico della situazione, usato prima come motore degli eventi e infine come deus ex machina. Quello che si ottiene è una snaturamento di una serie che faceva proprio dell’importanza della tecnologia il suo fulcro. L’episodio può avere il suo perché, può piacere o non piacere ma sa di già visto, e non di Black Mirror.
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In questo Crocodile è Mia la protagonista assoluta. Le sue azioni sanguinose, la sua mente deviata guida l’azione verso l’inevitabile mattanza. In tutto quello che fa, Mia non è influenzata da nuovi elementi tecnologici né sembra che la sua vita dipenda da uno di essi. Mia compie tutto quello che compie come un qualsiasi essere umano. In genere, però, è la tecnologia a fare da padrona in questa serie tv. Certo, uno potrebbe dire che il cambio di prospettiva non può essere per forza negativo: che concentrarsi per una volta sulle azioni dettate a priori da puri sentimenti umani non deve essere per forza un difetto. Eppure lo diventa, se poi il risultato è un episodio come ce ne sono tanti in altre serie tv.
Serie che, a loro volta, non hanno a cuore la tecnologia e i suoi terribili futuri effetti come invece fa Black Mirror. Guardo Black Mirror perchè so che dopo potrei essere terrorizzato dal mio stesso telefono. Potrei non guardare la mia web-cam quando è offline nello stesso modo in cui la guardavo prima. Che il modo è pieno di assassini che non si fanno scrupoli ad ammazzare, è una cosa risaputa. Grave, ma non è questo il punto.
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E dunque si resta con un po’ di amaro in bocca dopo la visione di questo episodio. Il rammentatore non è certo quello che fa star male dopo aver visto Crocodile.
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