
Red Widow: recensione dell’episodio 1.01-1.02 – Pilot
Quanto è difficile creare una serie tv negli Stati Uniti. Prima di tutto ti deve venire un’idea. Poi la devi mettere su carta, con dovizia di particolari, seguendo tutta una serie di criteri ben stabiliti, scrivendo il pilot ma anche altri due/tre episodi, il background e una serie di elementi tecnici (come proposte di registi, scenografi, ecc..). Poi devi riuscire a fare leggere tutto questo ai responsabili dei network, cosa per niente automatica, sapendo che comunque gli daranno solo uno sguardo veloce. A quel punto se vieni selezionato devi fare il pitch e se li invogli, allora ti commissionano di girare il pilot. A quel punto viene fatto uno screening e se tutto va in porto, viene ordinata una mezza stagione. Se poi la messa in onda funziona, ed è un grosso “se”, viene commissionata la seconda parte della stagione e nel caso, una seconda… e così via.
Potete ben capire come sia difficile riuscire a imporsi in un sistema così complesso e articolato come quello della tv americana. Ecco perché da molto tempo a questa parte i network investono sulla produzione di remake americani di concept tv nati in altri paesi, perché, se hanno avuto successo in origine, rassicurano i dirigenti dei network. Red Widow fa parte di questa schiera di prodotti tv, basata sulla serie tedesca del 2010 “Penoza”. La penna dietro a questo adattamento è quella di Melissa Rosenberg, la persona che dobbiamo ringraziare per l’adattamento cinematografico della saga di Twilight. Wow, grazie, sul serio.
Ma veniamo al pilot. Il soggetto è questo: Marta è madre di tre figli, il cui marito è stato ucciso per una questione di regolamento di conti nel mondo dell’importazione della droga, proprio quando lei lo aveva convinto a mollare tutto ed entrare in un programma di protezione dell’FBI. Il fratello di Marta, che era socio in affari del marito, è finito in galera. Il boss della droga della zona vuole però indietro la sua droga dal valore di 1,5 milioni di dollari e propone quindi a Marta un accordo: prendere il posto del marito fino al momento in cui i conti non saranno saldati.
Ci sarebbero gli ingredienti per una serie dai grandi attributi. E invece manca qualcosa. Potrebbe essere a causa di un ritmo un po’ altalenante, che non incalza nemmeno nei momenti più tesi. Potrebbe essere per le scelte di parte del cast, capace, indubbiamente, ma che non riesce a stregarti. Che dire del padre di Marta, che sembra quasi una caricatura stereotipata del delinquente dell’est?
Diamo tempo alla serie di evolversi. Il lord della droga della zona è interpretato da Goran Visnjic, celebre per essere stato Luka in E.R. Per ora è il classico boss cattivo e testosteronico. Potrebbe rivelarsi più interessante. Così come le sfide che si porranno di fronte a Marta potrebbero essere più complesse, elaborate, accattivanti per il pubblico. L’agente dell’FBI che sta addosso a tutti potrebbe portare qualcosa di più originale alla narrazione (abbiamo già visto ad esempio che la moglie dell’agente si droga).
Quindi, per concludere, se siete appassionati delle storie di criminali del mondo della droga, fatevi sotto. Non credo che rimarrete tanto appagati, ma è pur sempre meglio di niente. Se invece cercate una serie capace di farvi stare sul filo della poltrona, passate pure oltre.