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Recensioni Serie Tv

Mick, vampiro detective a L.A.

Un vampiro, dilaniato dal senso di colpa per il suo passato, decide di usare le sue abilità per aiutare persone in pericolo. Diviene quindi un detective privato. A Los Angeles. No, non parlo di Angel, ma di Moonlight.

Un vampiro, che ha 85 anni ma ne dimostra solo 30, è dilaniato dal senso di colpa per il male che in passato ha compiuto (essendo un vampiro giovane e inesperto); per fare ammenda, decide di mettere le sue straordinarie abilità al servizio della notturna Los Angeles, al fine di combattere criminali o altri vampiri con lui. Ovviamente, vive da solo e cerca di circondarsi di quante meno persone possibili: almeno finchè una bionda e intelligente umana gli fa perdere la testa. No, non sto parlando di Angel, la creatura di Joss Whedon, bensì di Moonlight, serie tv della CBS che, a prima occhiata, ha tutto in comune con il più ben noto spin off di Buffy L’ammazzavampiri.

Creata da Ron Koslow e Trevor Munson, la serie ha avuto una vita veramente difficile. Quando l’anno scorsa il pilota fu presentato, con un cast totalmente diverso (a parte il protagonista, Alex O’Loughlin), fu un disastro: la critica la definì una brutta copia di Angel, lo trovò lento e negò una buona affinità tra il cast. La produzione decise quindi di rivoluzionare tutto: a fare il miracolo fu chiamato David Greenwalt, co-creatore di Angel che modificò molte cose (oltre al cast, cambiò radicalmente anche i personaggi di Mick e Josef). All’inizio dell’estate però Greenwalt lasciò la serie: la CBS gli fece quindi subentrare Joel Silver. Finalmente la serie, che da Twilight diventò Moonlight, andò in onda, conquistandosi subito una fetta considerevole di telespettatori. Nonostante ciò, la scorsa settimana, la CBS ha sconvolto un pò tutti decidendo di non rinnovare la serie: attualmente, grazie soprattutto alle tante campagne dei fan e all’attenzione della stampa, pare che la serie possa essere acquistata da un altro network.

Ma torniamo a Moonlight: la serie, nonostante tutto, è riuscita a trovare una sua identità, è riuscita a mantenere una media di ascolti più che dignitosa, è riuscita ad assicurarsi un fanbase ben definito e pronto a lottare per la propria serie preferita. Quindi, in sentesi, Moonlight è riuscito a divenire un piccolo cult.

Avendo una impostazione che chiamerò Buffyversiana, non posso che sentire il confronto con il sopra citato Angel. Anche se, per scelta, non mi dilungherò. La serie ha molto, forse anche troppo in comune però, stranamente, non griderei spudoratamente alla copia. Basta il pilota per far capire che, nonostante le tantissime somiglianze, Moonlight è capace di trovare una propria identità: più leggero rispetto a Angel, meno metaforico, più intrattenitivo e sicuramente meno pretenzioso.

A partire dal mito del vampiro, è ben chiaro che le regole sono cambiate: Mick e i suoi simili possono camminare alla luce del sole (seppure una prolungata esposizione gli sia fatale), non viene ucciso da un paletto di legno (ma rimane solo paralizzato), non mostra particolare avversione verso il sacro e non fugge davanti alla presenza dell’aglio. Insomma, gli autori hanno tentato di dare uno sguardo moderno al mito del vampiro, più leggero, meno horror. E ci sono riusciti, e forse questo è uno dei punti di forza della serie o almeno uno dei motivi per cui ho ritenuto interessante continuare a seguire la serie: insomma, non è spudoratamente una copia di Angel!

La serie, i dialoghi, l’immagine: tutto è un mix di generi differenti; azione, dramma, horror, thriller e in più aggiungeteci un pizzico di romanticismo. Perchè, e magari vi sembrerà strano, una buona parte di pubblico della serie è femminile: sicuramente la storia d’amore tra Mick e Beth, o almeno la potenziale love story, avrà giocato a favore della serie!

Per quanto riguarda il cast, ottimi i due protagonisti Alex O’Loughlin e Sophia Myles. Lui ha saputo dare al suo personaggio una definizione ben marcata e lei, simpatica e spigliata, è perfetta per il ruolo della co-protagonista. Nota di (grande, a mia sorpresa) merito a Jason Dohring, che nella serie interpreta l’antichissimo vampiro Josef che, sin dalla prima scena, gli ha dato carisma e personalità (giocando anche sul fatto che, nonostante tra i due il vampiro più anziano sia lui, fisicamente sembra molto più giovane). E perchè no, anche la prezzemolina Shannon Sossamon merita una critica positiva.

Tutto questo per dire che Moonlight non è Angel, e mai lo sarà: però, soprattutto in tempi in cui i telefilm sono abbastanza simili, e in cui i vampiri e il soprannaturale sembrano essere quasi scomparsi dal piccolo schermo, è una ventata di freschezza e non vi deluderà.

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