
Hannibal: Recensione dell’episodio 1.09 Trou Normand
Se la birra è fatta di persone… lo è pure l’insalata?
E con questa domanda pregnante inizio la recensione di questo Trou Normand (che sarebbe un forte alcolico per “rinfrescare la bocca” tra una portata e l’altra), conosciuto anche come “puzzle di cadaveri” o come “questa famiglia ha troppi angoli”.
Che vi devo dire, ormai io sono totalmente persa dietro a questa serie (nel caso non si fosse ancora capito!) e il problema è che più si va avanti, e come è logico mi affeziono maggiormente ai personaggi, più attraversare un episodio diventa difficile. Ci avviciniamo passin passetto verso lo strapiombo e là sotto la catastrofe attende inesorabile. I personaggi si legano tra loro sempre più strettamente in un intrico di paure, sospetti, debolezze e bugie; camminano tra i rovi e più vi si addentrano più ne rimangono impigliati e feriti. Io ormai finisco ogni episodio con il mal di stomaco e al diavolo il distacco che mi godevo serenamente durante i primi episodi…
Come detto questo nuovo capitolo si apre con una bella pila di cadaveri, con un artistico totem che con tutto quello spreco
A questo punto prendo Emmy e Golden Globe e pure qualche Oscar e li lancio tutti a Hugh Dancy che in questa scena è assolutamente spettacolare e lui li schiva agitandosi, seriamente spaventato. Com’è finito da Hannibal senza neanche accorgersene? E che sia finito proprio da Hannibal cosa ci dice? Cosa GLI dice? L’aver imparato a compiere il suo lavoro per poi scrollarselo di dosso senza pensarci oltre, sta provocando qualche effettuccio collaterale. La sua mente, per proteggersi, cerca di prendere le distanze da quegli eventi cruenti estraniandosi e facendo perdere a Will il controllo sulle sue azioni. La paura di Hannibal, e pure la mia, è che un giorno, senza accorgersene, Will non riuscirà più a separare il suo punto di vista da quello dei mostri che insegue, trasformandosi così in uno di loro.
Hannibal ancora una volta è uno spettacolo di manipolazione e di freddo autocontrollo e di distorto affetto. Will quasi lo supplica di dirgli di smetterla ma Hannibal se ne guarda bene ributtando la palla nel suo campo, sapendo che lui da solo non sarà mai in grado di dire basta. Come potrebbe tollerare di vedere scomparire l’oggetto di tanta curiosità? Tanto per rigirare il coltello nella piaga gli butta lì un “io sono tuo amico e ci tengo a te” che fa semplicemente gelare il sangue. A questo punto un tumore al cervello sembrerebbe quasi la preoccupazione minore per Will…
Con questo non voglio dire che a suo modo Hannibal non provi un certo attaccamento per Will, ma da sociopatico quale è osserva quei sentimenti che “comprende” poco come un bambino farebbe con una formica in un barattolo.
Non del tutto soddisfatto delle risposte di Hannibal, Will si trascina da Jack per scusarsi di aver avuto un piccolo vuoto e
Nel frattemo, alla casa di riposo per mentalmente devastati, Abigail continua a darsela a gambe scavalcando le mura di cinta e ad intrattenersi con i fantasmi delle vittime di suo padre… e del ragazzo che ha ucciso.
Siamo arrivati ad un punto dello show in cui gli incubi non fanno altro che tracimare dalle menti dei protagonisti e a mischiarsi alla realtà creando un senso di costante incertezza e disagio nello spettatore. Questo è reso possibile proprio dall’accurato lavoro di Bryan Fuller che, ben lontano dall’essere interessato a rappresentare la realtà, ha creato un universo surreale colorato di inquietudine e di incubi. Proprio per questo, secondo me, chi guarda questa serie cercando stretta attinenza alla realtà e alla logica non potrà mai apprezzarla pienamente e si perderà gran parte del “divertimento”.
Quando sento Will così entusiasta nell’illustrare ai suoi attenti allievi il nuovo caso, ho quasi la certezza che combinerà qualcosa di assolutamente inappropriato e invece salta fuori che ancora una volta la sua mente se n’è andata a spasso senza il suo permesso. E’ Alana a riportarlo con i piedi per terra anche se non sembra voler essere di molto aiuto impegnandosi a confonderlo ancora di più. Ribadisce il concetto già espresso nell’episodio precedente ma almeno è l’unica ad essere veramente sincera con lui e a dargli quel grammo di calore umano di cui Will ha decisamente bisogno in questo momento. Banalmente il mio piccolo cuore shipper esulta.
Sfortunatamente la giornalista meno amata sulla faccia della terra è ancora in libertà. Hannibal evidentemente si diverte parecchio con lei, tanto che ancora non si è deciso a trasformarla in salsicce e permette che giri intorno ad Abigail allettandola con l’idea di raccontare al mondo tutta la verità su di lei.
Lei ne discute con i suoi due “papà” e la scena è così perfettamente assurda da farmi accapponare la pelle. Will è come se camminasse sulle uova quando sta intorno ad Abigail perchè l’attrazione che prova nei suoi confronti è solo pari alla totale repulsione. Sente chiaramente che qualcosa non va ma si rifiuta di riconoscerlo e intanto Hannibal e la ragazza chiacchierano quasi serenamente, lanciandosi allusioni e frecciatine che solo loro possono comprendere.
La situazione è tutto tranne che sotto controllo ed infatti esplode quando il cadavere dell’uomo ucciso da Abigail viene ritrovato. Inizialm
Che l’indebolirsi della sua volontà stia portando anche ad un allentamento delle barriere che Will ha creato per impedirsi di vedere la verità che sta proprio sotto i suoi occhi? Che anche la verità su Hannibal sia prossima al venire alla luce?
Fatto sta che queste non sono altro che picconate alla sua sanità mentale già precaria. Hannibal ancora una volta fa il ragionevole e la sua fredda logica è così perfetta da essere imbattibile. E siccome in questo episodio sente di poter strafare, posa una mano rassicurante sulla spalla di Will in uno stridente contrasto con il caldo abbraccio di Alana.
Ed è questa la famiglia con troppi angoli, troppe teste e cuori al posto sbagliato, di cui il totem di cadaveri ne è il perfetto simbolo. Membra martoriate tenute insieme da corde di bugie e debolezze. Come potrebbe Will andare da Jack e confessare quello che sa, mettendo a rischio due delle persone a cui si sente più legato? E nel farlo non rischierebbe di scoperchiare un vaso di Pandora nel quale non osa guardare?
Siccome tutti amano vivere nella serenità e mangiare bene, anche in questo episodio non poteva mancare una simpatica cena da Lecter dove, tra invitati più o meno spiacevoli e cibi più o meno identificati, tutto rischia di andare di traverso o per lo meno di rimanere sullo stomaco. C’è un gran parlare di verità e Freddie per una volta sembra sapere perfettamente quello di cui sta parlando quando dice che ognuno sceglie la verità che preferisce.
La rivelazione finale su Abigail mi lascia abbastanza sconvolta. Perché se da una parte era ragionevole pensare che lei sapesse qualcosa ma che avesse preferito ignorarlo, qui salta fuori che lei era decisamente complice del padre anche se spinta solo dalla paura. Hannibal la ascolta e la consola e per una volta è più difficile distinguere i confini della sua solita artificialità da quelli di un vero affetto. La bravura recitativa si sparpaglia da tutte le parti. Applausi e applausi.
La storyline di Abigail resta per me ancora un mistero… ci avviciniamo alla fine della stagione e ancora non so immaginare cosa ne sarà di lei e quale sarà il suo ruolo quando la verità su Hannibal salterà fuori. Quello che è indubbio è che la sua presenza aggiunge una deliziosa complicatezza a tutti i personaggi.
Ho tralasciato la risoluzione del caso della settima perchè è da una parte chiaramente il punto debole dell’episodio e dall’altra è totalmente irrilevante. E’ vero, forse Fuller dovrebbe liberarsi completamente di questo elemento di serialità che comunque è così relegato allo sfondo da essere praticamente inutile e da un certo punto di vista quasi dannoso. Un caso singolo che si dipanasse nella serie sarebbe stato più funzionale? Ho i miei dubbi. La verità è che i casi della settimana sono solo lo spunto per la discesa agli inferi di Will che è parte centrale della storia. Chi vi cerca altro rimarrà perennemente deluso.
Da notare che il colpevole questa volta è Lance Henriksen, così invecchiato che quasi non lo riconosco. L’elemento di genitori e figli ricompare anche qui come movente ma sinceramente mentre viene spiegato io mi distraggo a pensare come diavolo abbia fatto un simile debole vecchietto a sollevare un totem di 3000 tonnellate. Dettagli che comunque non mi rovinano per nulla la visione dello show.
Vi lascio con la mente già preoccupata per il prossimo episodio…