
Blood & Oil: Recensione dell’episodio 1.01 – Pilot
Well, well, well.
Personalmente ritengo che ci siano due modi del tutto diversi di lasciarsi ammaliare da un pilot. Da una parte c’è il pilot dell’attesa, quello che si aspetta con ansia e si sa già che regalerà migliaia di emozioni e non potrà affatto deludere, in nessun modo. Dall’altra parte c’è invece il pilot ‘obbligato’ – meglio noto come il ‘pilot scettico’ – quello che si inizia a guardare con una buona dose di scetticismo, aspettandosi un prodotto di bassa lega. La sorpresa nello scoprire che quel ‘pilot scettico’ è in realtà tutt’altro che spazzatura, a mio modesto parere, regala una soddisfazione maggiore rispetto al pilot dell’attesa. La conclusione? Una profonda soddisfazione nel constatare come il pilot di Blood & Oil non sia completamente da buttare ma, anzi, riesca a introdurre validi elementi che potrebbero rendere la serie realmente interessante. Non si parla naturalmente di livelli di alta serialità televisiva, ma se vi siete lasciati ammaliare già una volta da Revenge o se non potevate fare a meno degli intrighi di Dallas, questa è di certo la serie che fa per voi!
Siamo nel North Dakota, a Rock Springs, città in cui la corsa al petrolio ha creato una società variegata e particolare, con persone estremamente ricche e persone altrettanto povere, tutte in cerca della medesima cosa: il petrolio? – no di certo! La fortuna e la buona sorte, naturalmente. A Rock Springs hai due case o hai due lavori, come viene anche nettamente ribadito, e dopo l’incidente d’auto che vede Cody e Nate Archibald (qui noto come Billy) perdere ogni cosa – incluso un numero indefinito di lavatrici – i due neosposini rientrano di diritto nella seconda categoria. Arrivati in città i due capiscono ben presto che il mondo che hanno lasciato non ha nulla a che vedere con il mondo in cui hanno deciso di vivere: un mondo in cui un normale quartiere residenziale è fatto di tende e roulotte, uno in cui lo sceriffo spara colpi di avvertimento come in un Western qualsiasi e uno in cui il figlio del Boss è un viziato a cui tutto è concesso. Non dimentichiamoci del Boss, capo dell’altra metà di Rock Springs, quella delle feste da milioni di dollari, di ranch con ettari ed ettari di terreno, jet privati e corruzione. Capostipiti di questo stile di vita, opposti ma affini alla coppia presentataci all’inizio, sono Hap Briggs e sua moglie, la cara Lydia Davis (qui altrimenti nota come Carla e/o ‘puttana’). Se molte sono le cose che distinguono le due coppie, altrettante sono le cose che hanno in comune: l’ambizione, la determinazione e la voglia di restare l’uno accanto all’altro nelle difficoltà.
Ma siamo pur sempre in una soap opera (è Wikipedia a parlare, non io) e dunque non si potrebbe essere soddisfatti senza un po’ di suspance alla Beautiful. Risultato? Un figlio maltrattato in cerca di vendetta, una macchina al posto sbagliato al momento ancor più sbagliato, e il risultato? Una scintilla di fuoco che cade nel petrolio in cui si stavano rotolando bellamente Briggs Senior, Briggs Junior e quel povero di Billy (l’ho detto che non aveva cervello). Cosa sarà successo? Lydia (Carla) sarà corsa dall’auto con un estintore? Bisognerà aspettare il prossimo episodio per scoprirlo. Un episodio che, malgrado l’ironia nelle mie parole, aspetto con piacere e
I personaggi non brillano per originalità, questo mi sembrava scontato sottolinearlo, ma nel loro piccolo hanno modo di dimostrarsi interessanti. Come ho già detto, il confronto interessante è proprio tra la coppia ricca e la ricca-to-be in perenne confronto e, ora, legati da una folata di fuoco petrolifero. Le ambientazioni sono quello che sono, autentiche nei limiti del possibile – naturalmente non mi riferisco alla roulotte con le luci di Natale, né alle trivelle da migliaia di dollari tenute su da tiranti che son ragnatele (per quanto in fretta si rompano) e buche da scavare che impiegano giusto giusto due operai (Billy e il carissimo Scott Michael Foster, qui nei panni del viziato figlio di Hap, Wick). Manca ancora un contorno a questi personaggi principali, un approfondimento che solo i prossimi episodi potranno dare.
Il nostro giudizio? E’ trash, ma è trash di classe.
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