
Black Mirror: Recensione dell’episodio 2.02 – White Bear
Dopo lo splendido primo episodio di questa nuova stagione che prendeva le mosse da una situazione normale e la trasformava per piccoli passi in qualcosa di angosciosamente irreale, in questa seconda narrazione viene completamente ribaltata l’ottica e ci immergiamo immediatamente in una situazione che non capiamo, con una percezione accentuata dal fatto che questo è lo stesso punto di vista della protagonista che anche lei non capisce dove si trova, chi è, cosa sono gli strani simboli che vede in televisione.
I primi minuti di questo episodio sono angoscianti e stordenti, proprio perché vediamo passo passo questa straniante e dolorosa epifania nel risveglio della protagonista Victoria, e lo viviamo intensamente con lei, sia per la magnifica regia sia per l’interpretazione di una intensa Leonora Crichlow, già affermata attrice della versione UK di Being Human, che riesce a renderci empatici con lei in poche inquadrature.
Subito dopo si scatena l’inferno, in un crescendo di gente indifferente che filma coi telefonini tutto ma non interagisce, mentre compaiono sulla scena dei pazzi mascherati che cacciano le persone per seviziarle. A questo punto della visione, la mia valutazione era improntata sul dubbioso, perché, per quanto venisse esasperato il concetto di desensibilizzazione della gente a causa della tecnologia, tutta la variante del segnale misterioso, delle persone “lobotomizzate”, della fuga per abbattere il segnale radio, mi facevano un po’ fantascienza vecchio stile, per capirci, come riferimento prenderei l'”Invasione degli Ultracorpi” (film degli anni 50 di Don Siegel), che può essere di genere, ma non la vedevo molto in linea con quello che è Black Mirror, ossia la visione di una società possibile e non irreale, con l’esasperazione di tutti i lati negativi della tecnologia e della cultura mass-mediatica.
Però è qui che Brooker mette il suo punto esclamativo personale: la criminale, condannata per un reato gravissimo, viene resa inconsapevole di chi sia ogni notte e ogni giorno deve ripetere le stesse sofferenze e le stesse umiliazioni sia come espiazione del suo crimine sia, e soprattutto, come spettacolo per la gente desiderosa di vedere l’umiliazione altrui (e non siamo così irrealistici, basta pensare a quanto la gente ami vedere persone umiliate in tv, faccio un esempio: Masterchef).
Nota a margine: volutamente non ho affrontato il tema del reato e della punizione, perché se ne aprirebbe una discussione infinita e perché non credo fosse questo lo scopo del racconto di Brooker. Black Mirror in questo episodio vuole far vedere la desensibilizzazione alla violenza e all’umiliazione generata da e richiesta ai media in un circolo vizioso che non può portare nulla di buono; non vuole affrontare altro e così io con lui.