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Better Call Saul: Recensione dell’episodio 1.06 – Five-O

E’ l’episodio che tutti i fan di Breaking Bad stavano aspettando. Ma allo stesso tempo un episodio inatteso perchè nessuno avrebbe previsto sarebbe stato così intenso, drammatico e toccante. Perchè certo, quando si tratta di risalire alle origini di Saul Goodman un po’ tutti prima dell’inizio della serie potevano farsi un’idea di come l’avvocato si fosse fatto le ossa, combattendo tra il suo lato positivo e quello negativo, magari saltando di truffa in truffa; invece la complessità di Mike era finora un qualcosa di astratto, di lontanbetter call saul mikeo: proprio perchè non eravamo a conoscenza del suo passato (ma solo del suo futuro) la sua enigmaticità non era stata ancora delineata per bene. Conoscere i suoi demoni è un passo importante per comprendere parte di questo personaggio così complesso. E Jonathan Banks ha dato prova di saper rendere giustizia al suo personaggio una volta uscito da quella cabina nel parcheggio, dimostrando con una grande performance di aver compreso Mike fino in fondo. Non fa nemmeno rimpiangere la mancanza di Bob Odenkirk, che in questo episodio compare solo in alcune scene di supporto proprio a Mike. Eppure si tratta di scene importanti, perchè sono i primi momenti in cui questo duo inizia non dico a legare, ma a entrare in contatto, in sintonia.

E’ un episodio di quelli che quando parte, lo spettatore fa un lungo respiro e inavvertitamente lo mantiene fino alla fine. Quaranta e passa minuti di apnea, fin quando non rilascia tutto via e scioglie la tensione: nel frattempo è volata via quasi un’ora. Diverso da tutti quelli visti finora, riutilizza però la tecnica del flashback in una serie che è tutta un flashback: credevo che la scena migliore fosse proprio il piano geniale di Mike di fingersi un vecchietto ubriaco, mente in realtà è ben sveglio e pronto a vendicare la morte di suo figlio. Ma dovevo ancora vedere l’ultima scena, dove la scorza dura di Mike è aperta e viene a galla non solo la verità sul suo Matt, ma anche sul proprio conto. Di come lui si senta responsabile della corruzione dell’incorruttibile figlio, e quindi della sua morte insensata: è stato lui a convincere suo figlio ad entrare nel giro di affari loschi, a fargli mettere le mani su soldi non suoi. Proprio come faceva anche lui per il semplice motivo che lo facevano tutti. E un giro di poliziotto corrotti è difficile da smantellare, diventa un affare troppo pericoloso. Mike lo sa bene e dal suo punto di vista prova a proteggere suo figlio inducendolo a rinnegare la morale che finora Matt non aveva mai tradito: ma a Fenske e Hoffmike lawyerman non basta. Il semplice titubare di Matt ha destato sospetti ed è abbastanza per condannarlo a morte. Perchè minacciare un poliziotto con la prospettiva di finire in prigione, lo rende pericolosissimo. Ma tutti possono cascare nella messinscena della sparatoria, dove accidentalmente chissà quale criminale ha ucciso Matt Ehrmantraut: tutti tranne Mike che sfortunatamente per i due poliziotti ha un lato oscuro, un lato da killer a sangue freddo che non sa perdonare. E’ tutta qui la complessità di questo personaggio, in realtà una caratteristica presente in molti personaggi di Breaking Bad e Better Call Saul: la compresenza di un lato luminoso, umano (nel caso di Mike l’amore che mostra per sua nipote) e di uno abissale, nero come la pece. E lui è in grado di gestire la cosa fino a un certo punto, di non lasciare trasparire nulla soltanto in apparenza. E finchè si tratta di convivere con la morte di due assassini sulla propria coscienza, va bene, la scorza regge. better call saul matlockMa quando si tratta di convivere con la certezza di aver non solo condannato a morte il proprio figlio, ma anche di averlo infangato prima, sporcato, allora no. Chi ha visto Breaking Bad sa che Mike, in fondo, ha una vita da criminale: adesso sappiamo che è il suo modo di tenere a freno i suoi demoni interiori.

Better Call Saul si conferma uno show versatile, interessante e, mai quanto questa settimana, bello: “Five-O” è uno degli episodi finora riusciti meglio, creato in modo magistrale e capace di trasmettere emozioni forti come solo Breaking Bad sapeva fare. Speriamo di vedere più scene con Banks e Odenkirk, non solo perchè ora è tutto da scoprire come si crea il legame lavorativo tra i due che ci sarà in futuro, ma anche perchè insieme sanno mantenere bene la scena. Un po’ come Walter White e Jesse Pinkman, anche se si tratta di un paragone ancora troppo azzardato.

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1.06 Five-O

Better Call Mike

Valutazione Globale

User Rating: 4.68 ( 7 votes)

Mario Altrui

Web Content Editor per Telefilm Central dal lontano 2014. Scrivo pareri soggettivi richiesti da nessuno sulle mie serie televisive preferite.

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5 Commenti

  1. Banks riesce sempre a fare un lavoro magistrale con quel personaggio, vedere una commozione di tale impatto negli ultimi minuti dell’episodio ha un po’ sconcertato anche me. Una serie veramente meritevole, anche per il modo surreale in cui è congegnata, fin dal primo episodio

  2. Notevole la prova di Jonathan Banks. E si’, le scene con Saul funzionano bene, speriamo di vederne ancora.

  3. bello. figo. spettacolare e commovente. girato da dio. ma…
    per me un filo fuori contesto. centrerà davvero così tanto tutta questa storia con la scalata di Jimmy per raggiungere Saul? se la risposta è sì credo si tratti di un episodio, che per quanto bello, è un pò paraculo (come l’inserimento di Tuco-alias-mijo, nel senso, perchè Tuco? un personaggio non breakingbaddiano stonava?).
    se no, comunque fuori contesto. Saul quasi assente e tutti i personaggi che orbitano intorno a lui totalmente. ovviamente se tutto questo centrerà era necessario parlare del passato di Mike, ma non sarebbe stato possibile inserire dei flashback durante i precedenti cinque episodi, in modo che fossero più coerenti con la trama e meno stranianti? direi che è un po’ poco sbatterci in faccia uno sguardo tanto intenso quanto “chissenefrega” tra mike e quella che si scoprirà essere la moglie del figlio.
    Insomma, se vuoi svelare il passato di un personaggio, o lo fai come hanno fatto magistralmente con Gus Gilligan & Co. stessi in Hermanos (4×8 di Breaking Bad), ossia occupare 7 minuti di un intero episodio, oppure, se vuoi rivelare tutto, diluisci il tutto nel corso di più episodi. insomma, è pur sempre Better Call SAUL!
    Quindi? episodio in sè magistrale, ma nel contesto, ni…

  4. Episodio bellissimo, assolutamente mi ha ridato le emozioni che provavo in Breaking Bad. è vero, c’è poco Saul, è vero tutto quanto, ma che bellezza…. avercene così..

  5. Sai cosa dextha, io trovo che finche’ e’ “una tantum” ci stia, pensa che non ero nemmeno una super-fan di Mike, anzi forse non lo sono neanche adesso, pero’ l’episodio ha avuto il merito di chiarirci cose sul suo passato e sulla sua personalita’ SENZA pero’ privarlo di quell’alone di mistero (quasi troppo) che da sempre lo caratterizza (perche’ secondo me, nonostante quello che abbiamo visto, di qui a diventare un killer professionista ce ne vuole).
    Anch’io a tratti mi chiedevo “dov’e’ Saul?” ma poi mi sono detta che aveva gia’ avuto due scene molto importanti con Mike (alla stazione di polizia / in macchina), che hanno notevolmente rafforzato il rapporto fra i personaggi (ripetiamolo, in due sole scene… magia di Better Call Saul/Breaking Bad). Insomma, per una volta ci sta che abbiano “accantonato” un po’ Saul, specie dopo avergli dedicato 5 episodi molto belli ed esaustivi.
    Tuco so che non e’ piaciuto a tutti, ma anche li’ secondo me l’hanno usato il giusto, non hanno sbrodolato e gli hanno dato scene fondamentali per l’evoluzione di Saul (come se ne esce dal clamoroso scambio di persona/dalla “trattativa” nel deserto).

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