
The Walking Dead: recensione dell’episodio 3.12 – Clear
Lo dico sempre: meno personaggi permettono una scrittura migliore. Siamo di fronte ad uno degli episodi meglio scritti e diretti dell’intera serie, Clear, in cui tre protagonisti più un antagonista raccontano in maniera macabramente poetica la dimensione della serie.
Ci sono solo Rick, Carl e Michonne, che stanno tornando nella città di origine di Rick per raccogliere armi e munizioni in preparazione del prossimo attacco del Governatore. Applaudo alla capacità dell’autore dell’episodio, Scott Gimple, che ha avuto il coraggio di non tornare mai agli altri personaggi della serie, restando per tutto il tempo solo ed esclusivamente su questi tre. Donandoci un risultato decisamente superlativo.
Nel viaggio verso la hometown di Rick, i tre restano bloccati con la macchina nel fango e vengono circondati da zombie. Non fanno una piega e li eliminano come nulla fosse. Questa immagine da sola vale più di mille parole. Le persone chiuse in macchina assalite dagli zombie sono un’immagine classica dell’horror. Tutti urlano, piangono, implorano pietà. Di solito. Ma non più i protagonisti di Walking Dead.
Arrivati nella solitaria cittadina, i tre si ritrovano dentro a uno scenario bizzarro. Qualcuno ha realizzato una serie di trappole disegnate chiaramente per bloccare e tenere alla larga i walkers. Ma anche gli umani, data la serie di scritte messe un po’ ovunque su muri e lenzuola.
Morgan è la personificazione della morte della speranza. Nel suo passare ogni alba sul tetto ad aspettare una risposta dalla radio che gli lasciò Rick. Nel suo ogni giorno tentare, abbandonato. Arroccandosi a difesa contro gli zombie e contro se stesso, conto la sanità, contro l’umanità che non ha più senso di essere chiamata tale. Un nichilismo che farebbe arrossire Nietzche. “Finirete dilaniati da denti o da pallottole”.
Morgan è un campanello d’allarme per Rick, una sveglia. Ecco cosa potrebbe diventare se dovesse proseguire nel suo percorso di autodistruzi1one e depressione. E a giudicare dal momento finale, forse il personaggio ha trovato la via per superare il proprio blocco. Grazie anche a Michonne.