
Nikita: Recensione dell’episodio 3.20 – High-value target
Anche questa settimana, un ottimo episodio per la serie NIKITA.
Tra flashback, il ritorno di una vecchia conoscenza, una missione dalla quale dipendono le vite dei membri della squadra rimasta, una superba Amanda che è sempre un passo avanti agli altri, e la variabile Sam/Owen ci ha intrattenuto piacevolmente e tenuto col fiato sospeso sino alle battute finali.
Il nostro team di sopravvissuti, pur non avendo mezzi sufficienti e adeguati, deve rintracciare Amanda e Sam, in possesso della Black Box, prima che arrivi al Presidente la voce di quanto accaduto alla Division. Tuttavia, Nikita è l’unica ad essere convinta della decisione di restare e combattere; persino Michael, che all’inizio l’aveva appoggiata, inizia a rendersi conto che non hanno le risorse per poter portare a termine la missione. A sbloccare la situazione, l’inaspettato intervento della vecchia conoscenza, Cyrus, che – grazie ad alcune preziose informazioni – li mette nelle condizioni di poter operare. E si rivelerà utile il fondo fiduciario Udinov, messo a disposizione da Alex.
La missione consiste nell’infiltrarsi al summit G-20 dove, secondo alcune voci, si terrà un’asta di alto livello che metterà in vendita i segreti più sporchi d’America in un comodo pacchetto: the Black Box. Che si tratti di legge naturale del Karma oppure no, visto che non molto tempo fa era stata proprio Nikita a salvare Cyrus da una brutta situazione, un piccolo aiuto era proprio ciò di cui avevano bisogno. Ma mentre Nikita, Michael e Alex si trovano sul campo, l’irruzione dei Navy Seal in quello che rimane della struttura, col compito di eliminare gli agenti superstiti, complica notevolmente le cose; non c’è da stupirsi che il Governo stesse tenendo sotto controllo la Division, sarebbe sembrato strano il contrario.
Ancora una volta è Nikita che si espone per salvare la sua squadra, chiedendo di parlare direttamente con il Presidente che le concede la possibilità di procedere con l’operazione. Dopo tutto, è nell’interesse del Governo che certi sporchi segreti non vengano divulgati. Questa è stata la parte più avvincente dell’episodio, movimentato anche dal passato di agente della nostra protagonista, che viene riconosciuta da uno dei potenziali acquirenti, a cui Sam aveva mostrato il contenuto della scatola, come ‘the woman in red’ che gli ha ucciso il fratello. Niente che degli agenti della Division non possano gestire ma che intralcia la missione: perdono Sam e la Black Box, che finisce nelle mani di chi aveva meno probabilità di accaparrarsela.
Fallisce anche il tentativo di catturare Amanda, tratta in salvo da individui armati sbucati dal nulla, e che chiarisce a Nikita e a Michel il ruolo che la loro antagonista ha avuto sin dall’inizio in tutta la vicenda. Sam è sempre stato una sua pedina, che ha usato per poter raggiungere i suoi scopi: lavorare per ‘The Shop’, l’Organizzazione misteriosa con cui aveva avuto a che fare Percy e che ha restituito una mano a Michael.
Considerazioni sparse:
Sembra che i giorni vissuti come Owen abbiano significato qualcosa per Sam, avrebbe potuto recuperare la scatola e rivenderla invece di distruggerla. Che sia stato merito della chiacchierata avuta con Alex? Ad ogni modo, c’è ancora speranza per lui e Nikita ha ragione a credere che è possibile cambiare. Chissà che non li aiuti ancora in futuro, d’altronde è grazie al suo gesto che si sono salvati ed hanno ottenuto la libertà.
Cosa avrà voluto intendere Amanda quando, riferendosi a Nikita e Michael, ha detto che è necessario che rimangano in vita affinché il piano funzioni? Questa sola battuta della villain della serie è sufficiente a farci attendere con ansia il prossimo episodio, “Invisible Hand”.