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All Eyes On: Paolo Virzì, da “La Bella Vita” a “La Pazza Gioia”

Paolo Virzì è uno degli autori cinematografici più in vista degli ultimi anni. Regista acclamato e controverso, ha regalato al pubblico comicità e dramma, senza dimenticare di dipingere la realtà italiana nella sua completezza.
Livornese di nascita, toscano innamorato della sua terra, si è formato presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Amante della letteratura (e di Mark Twain in particolare), ha iniziato come sceneggiatore affianco del suo compaesano Francesco Bruni, insieme al quale ha scritto la maggior parte dei suoi film. Durante i suoi studi nella capitale conosce Furio Scarpelli, il quale presto diventerà il suo mentore. Insieme lavoreranno ad alcune sceneggiature tra cui, Tempo di uccidere (1989) di Giuliano Montaldo. Successivamente Virzì darà il suo contributo a film di primo piano come Turné (1990) di Gabriele Salvatores.

IL SUCCESSO

Nel 1994 firma la regia di La Bella Vita, ambientato a Piombino e con interpreti Sabrina Ferilli e Claudio Bigagli. Al centro della pellicola il matrimonio di Bruno e Mirella, una normale e giovane coppia il cui matrimonio entrerà in crisi. Il film valse a Virzì, tra gli altri premi, il David di Donatello come Miglior Regista Esordiente. L’anno successivo si ripresenta sul grande schermo con Ferie d’Agosto, commedia che segue le vicende due famiglie in vacanza, tra cui scoppia una guerra. Un altro David di Donatello, stavolta come Miglior Film.

Ovosodo del 1997 è forse il primo film che lo porta sulla bocca di tutti. La commedia affronta forti temi sociali attraverso gli occhi del giovane Pietro, un ragazzo che vive a Livorno nel quartiere disagiato di Ovosodo, dove divora romanzi e si confronta con una famiglia difficile. Il protagonista di questa pellicola è Edoardo Gabbriellini che seguirà Virzì anche nel suo film successivo, Baci e Abbracci (1999).

La difficile lavorazione nel 2002 di My Name is Tanino (i problemi di finanziamenti costrinsero la riscrittura della sceneggiatura in fase di produzione) non ferma la carriera del regista, il quale torna l’anno successivo con il più fortunato Caterina Va in CittàSi parla di Roma, delle sue promesse e delle sue illusioni, con cui la giovane protagonista Caterina si scontrerà. La ragazza si trasferisce dalla provincia alla capitale ed entra in contatto con mondi molto diversi tra loro. Le sue esperienze la formeranno – tema questo molto caro a Virzì – per gli anni a seguire.

Nel 2006 il regista porta in sala N – Io e Napoleone, adattamento del romanzo di Ernesto Ferrero, vincitore nel 200o del Premio Strega. I tentativi da parte di Martino Papucci (Elio Germano) di uccidere Napoleone (Daniel Auteuil) si legano al forte carisma dell’imperatore francese e alle dinamiche della politica.

Nel 2008 Virzì mette a segno una commedia dai toni amari con Tutto la Vita Davanti, un film al femminile che apre su uno spaccato di vita lavorativa in Italia. Per il film seguente, il regista torna a Livorno per un altro grande successo, La Prima Cosa Bella (2010). Bruno (Valerio Mastrandrea) viene richiamato a casa dalla sorella (Claudia Gerini) per salutare la madre (Stefania Sandrelli da anziana e Micaela Ramazzotti da giovane), giunta alla fine della sua lotta contro il cancro. Il legame si era rotto molti anni prima, ma adesso l’uomo è pronto a tornare a casa. Il film si gioca sugli eventi del passato, che mamma Anna è pronta a raccontare ai due figli.

Per la pellicola successiva, Tutti I Santi Giorni,  Virzì torna ad attingere alla letteratura, in questo caso a La Generazione di Simone Lenzi, che compirirà anche come sceneggiatore. Il film racconta la storia di Guido e Antonia, due giovani alle prese con i problemi legati al passaggio all’età adulta. Due anni dopo, Virzì si presenta al pubblico con un film drammatico e controverso, Il Capitale UmanoAncora un’opera tratta dalla letteratura e stavolta è Stephen Amidon a metterci la firma. Il film fu scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar, anche se non entrò nella cinquina estera. Nonostante questo portò a casa diversi premi, tra cui 7 David di Donatello, sei Nastri d’Argento e quattro Ciak d’Oro.
In questa opera Virzì mette l’accento su tanti temi diversi, che si intrecciano alla perfezione in uno scorcio sociale fatto di ricchezza e pregiudizi. Le famiglie al centro della storia sono due: la bella e ricca Bernaschi, con un padre assorbito dal lavoro, una madre al limite della depressione e un figlio viziato, e una famiglia normale, gli Ossola, con un padre che cerca il facile guadagno, una nuova moglie psicologa e una figlia che vuole rompere gli schemi. I personaggi crescono e si rivelano man mano che la storia scorre sul grande schermo.

L’ULTIMO PROGETTO: LA PAZZA GIOIA

L’ultima fatica del nostro regista livornese si intitola La Pazza Gioia. Questa è la sinossi:

Beatrice è una chiacchierona, sedicente contessa e a suo dire in intimità coi potenti della Terra. Donatella è una giovane donna tatuata, fragile e silenziosa, che custodisce un doloroso segreto. Sono tutte e due ospiti di una comunità terapeutica per donne con disturbi mentali, perché socialmente pericolose. Il film racconta la loro imprevedibile amicizia, che porterà ad una fuga strampalata e toccante, alla ricerca di un po’ di felicità in quel manicomio a cielo aperto che è il mondo dei sani.

Un film che vede unite le forze a Micaela RamazzottiValeria Bruni Tedeschi. Il regista ha presentato il film descrivendolo come ‘Una passeggiata fuori da una struttura clinica che si occupa di donne con problemi in quel manicomio a cielo aperto che è l’Italia‘.

Nelle sale dal 17 maggio, il film è stato presentato a Cannes 2016 nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, conquistando  tutti grazie ai suo ‘Equilibrio tra humor e realismo‘, secondo quanto scritto da Variety.

L’idea è nata sul set di Il Capitale Umano, come ha raccontato lo stesso Virzì a La Stampa: “Quando le ho viste insieme, Valeria e Micaela, mi calamitavano l’attenzione. Avevo voglia di vedere chi erano quelle due. Camminavano nella fanga, Valeria conduceva Micaela tenendola per la mano. Credo che la scintilla sia stata quella, il desiderio di vederle ancora insieme”. Il punto di partenza è questo: due meravigliose attrici che danno il meglio di loro insieme. In più, secondo lo stesso regista, nei suoi film c’è sempre un elemento psicopatologico, che stavolta è un elemento integrante della storia.

Sia la Ramazzotti che la Tedeschi hanno dichiarato di amare profondamente i loro personaggi. Micaela Ramazzotti ha dichiarato: “Per Donatella sono partita dall’apparenza, tatuaggi, cicatrici, capelli sempre davanti come per proteggersi. Senza mai dimenticarne sofferenza e umanità, ho dato vita a questa donna meschina, umiliata, la cui mancanza di amore è diventata la fame di amore, talmente forte da sentirsi colpevole per la madre che non ha saputo essere. E io per prima le ho voluto bene”.

A Cannes, Paolo Virzì ha annunciato che il suo prossimo progetto sarà negli Stati Uniti. Si intitolerà The Leisure Seeker e sarà tratto dall’omonimo romanzo di Michael Zaadorian. Nel cast ci saranno Donald Sutherland e Helen Mirren.

Mentre aspettiamo di sapere qualcosa di più di questo nuovo e affascinante film d’oltreoceano, non possiamo che correre al cinema a goderci La Pazza Gioia.

Lisa Nieri

Amo le storie, che siano serie TV, film o libri. Sono sempre pronta a intraprendere un nuovo viaggio con un personaggio interessante. Che dire? Sono un'apprendista nerd!

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2 Commenti

  1. Bell’articolo, io non sono una grande amante del cinema di Virzì, mi sembra che non abbia una sua impronta nel modo in cui dirige ma nelle storie che scrive, più che la capacità di muovere la camera è facile riconoscere in lui un gusto per l’uomo normale, o comunque per la normalità, il quotidiano che per qualche motivo sboccia e diviene straordinario. Il mio preferito resta il capitale umano, bello, europeo, moderno, duro e graffiante, peccato sia stato offuscato dalla fuffa della grande bellezza… 🙂

  2. Anche io ho amato Il Capitale Umano. Concordo sulla scrittura in oiena tradizione italiana, ma non mi dispiace neanche come regista

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