
All Eyes On: Christopher Nolan
Coniugare qualità e quantità. A pensarci bene, è spesso questo il problema di chi si trova a comporre qualcosa, che sia un tema per il compito in classe di italiano o un film che aspiri a ottenere il plauso della critica e il successo al botteghino. Problema che sembra aver risolto Christopher Nolan che, con la trilogia dedicata a Batman, ha riscritto la saga del Cavaliere Oscuro ricevendo l’unanime approvazione di critici esigenti e spettatori appassionati. Merito di uno stile personale chiaramente identificabile, della preziosa collaborazione con il fratello coautore di molte sceneggiature e della bravura nello scegliere attori che spesso ritornano come note costanti delle sue produzioni. Con soli nove film all’attivo, Nolan è di sicuro uno dei registi più interessanti del panorama hollywoodiano e non giustificando l’attesa carica di curiosità che precede l’uscita di ogni sua pellicola.
Christopher Jonathan James Nolan nasce a Londra il 30 Luglio del 1970 da padre inglese e madre americana il che gli permette di avere la doppia cittadinanza e di crescere tra Chicago e Londra. Il debutto nel mondo del cinema avviene abbastanza presto con il cortometraggio Tarantella del 1989 seguito da altri due corti Larceny (1995) e Doodlebug (1997) che gli permettono di partecipare ai primi festival indipendenti dove conoscerà Emma Thomson che di lì a poco diventerà sua moglie e cofondatrice della “Sincopy Films”.
Following (1999) è il titolo del primo lungometraggio, un noir in bianco e nero di soli 69 minuti che racconta la storia di uno scrittore che, per trarre ispirazione per i suoi racconti, inizia a pedinare persone comuni per descriverne la vita fino all’incontro con un ladro che farà degenerare le sue innocenti intenzioni. L’attenzione per la scrittura della trama, la presenza di un personaggio vittima delle proprie ossessioni e la struttura non lineare della narrazione sono caratteristiche che diventeranno una costante del modo di raccontare di Nolan.
Soprattutto Memento attira l’attenzione di Steven Soderbergh che individua in Nolan il regista adatto a dirigere Insomnia, remake hollywoodiano di un thriller psicologico norvegese, con un cast che vanta due mostri sacri come Al Pacino e Robin Williams (nel suo primo ruolo da cattivo) e una Hillary Swank non ancora star mondiale ma già nota per le sue performance precedenti. Il film si poggia indubbiamente sulle capacità dei due attori, ma è anche quello che meno si avvicina allo stile di Nolan che qui pare mettersi rispettosamente al servizio del cast e di un’idea non sua.
Nolan non è più un debuttante e può presentarsi nel 2003 alla Warner Bros che cercava candidati per il nuovo episodio di Batman dopo i deludenti risultati del precedente “Batman e Robin”. Nolan chiarisce subito ai dirigenti di essere intenzionato a presentare un reboot del franchise dell’Uomo Pipistrello calandolo in un contesto più realistico e sposando la versione più cupa che emerge dai fumetti di Frank Miller. L’idea piace alla Warner che gli affida il compito di realizzare Batman Begins. Nolan chiede l’aiuto di David Goyer, già autore di numerose sceneggiature di fumetti della DC Comics ma anche dell’adattamento per il cinema di Blade. Affida a Christian Bale l’oneroso incarico di indossare la maschera del pipistrello e sceglie Michael Caine, Morgan Freeman e Gary Oldman per i ruoli del maggiordomo Alfred, dello scienziato Lucius Fox e del commissario Gordon. È il 2005 quando Batman Begins sbanca il botteghino, ma colpisce anche la critica più esigente che loda la capacità di coniugare la quantità di un blockbuster con la qualità di un film d’autore.
Nolan è ormai tanto famoso da potersi permettere di recuperare un vecchio progetto accantonato da cinque anni e portarlo finalmente sugli schermi ingaggiando un cast di tutto rispetto (Hugh Jackman e di nuovo Christian Bale e Michael Caine). Si tratta di The Prestige, adattamento dell’omonimo romanzo, che Nolan manda sugli schermi nel 2006 riscuotendo ancora una volta il plauso unanime di critica e pubblico.
Il resto è il presente di Interstellar con cui Nolan si cimenta per la prima volta nel genere fantascientifico rielaborando un soggetto scritto dall’astrofisico Kip Thorne e affidando a Matthew McConaughey il ruolo centrale. Premesse che sono sicure garanzie che ancora una volta il regista riuscirà a rispettare il suo mantra: coniugare qualità e quantità.