
The Walking Dead: recensione dell’episodio 4.13 – Alone
Alone. Solo. In un mondo devastato da un’epidemia che trasforma le persone in zombie, anche all’interno di un gruppo di sopravvissuti ti puoi sentire terribilmente solo. Solo con le tue paure, con i tuoi timori, con i tuoi pensieri. Solo come Bob. Uno dei personaggi meno approfonditi della serie a cui è dedicato l’intero cold open dell’episodio; cold open che ormai stanno diventando dei veri e propri cortometraggi, il più delle volte silenziosi, senza alcuna parola, solo con una musica di sottofondo. Bob si trova in solitudine a vagare per le strade deserte della Georgia quando si imbatte in Daryl e Glenn che lo sottopongono al test delle tre domande di Rick per capire se può essere accolto nel loro rifugio/prigione.
L’azione, dopo i titoli di testa, torna immediatamente al presente. Alone si concentra su due fronti: come nel precedente episodio, Still, seguiamo nuovamente il percorso di sopravvivenza di Daryl e Beth e, in più, vediamo come Maggie prosegue le ricerche del suo Glenn insieme a Bob e Sasha. Partiamo proprio da quest’ultimo gruppo. Maggie non si dà ancora per vinta: crede e spera con tutta se stessa di ritrovare al più presto l’amato Glenn. Dalla sua ha l’appoggio di Bob, mentre lo scetticismo pervade Sasha che crede che Glenn sia già morto. Le speranze di riabbracciarlo si riaccendono quando i tre si imbattono nei primi cartelli che danno le indicazioni per raggiungere questo misterioso Terminus, un rifugio di sopravvissuti dove chi viene accolto è sicuro di sopravvivere.
Ancora non possiamo sapere se il Terminus sia davvero un luogo sicuro o una versione 2.0 di Woodburry. Se Maggie e Bob, da un lato, sono decisi a seguire le indicazioni per raggiungerlo, dall’altro lato Sasha esprime tutti i suoi timori nello scoprire, una volta arrivati al Santuario, che Tyreese sia morto una volta arrivato in quel luogo. Ma Maggie non si fa influenzare, vuole ricongiungersi al più presto con Glenn e prende la decisione di lasciare il gruppo per proseguire da sola sulla strada del rifugio. Ma la sua fuga in solitario non durerà molto perché presto si accorgerà che da sola non potrà riuscire a trovare Glenn e l’aiuto di Bob e Sasha risulterà prezioso.
Con Alone, The Walking Dead torna ad essere intrattenimento puro condito dai soliti passaggi esistenziali, elemento che accompagna la serie sin dal suo esordio. Tanti avvenimenti sono accaduti in questo episodio, forse fin troppi, e molte sono le domande che si aprono. Beth è stata rapita? Chi sono quelle persone nelle quali Daryl si imbatte alla fine? Il rifugio sarà davvero la “terra promessa”? Domande che devono affrettarsi a trovare una risposta perché sono solo tre gli episodi che ci aspettano prima del finale di stagione.
Per vedere sempre prima gli episodi di The Walking Dead seguite la pagina Facebook di Angels & Demons – Italian Subtitles e per ogni informazione, notizia, immagine, spoiler e se amate The Walking Dead seguite The Walking Dead Italia
4.13 - Alone
Solitaria
Valutazione globale
Episodio che ritorna a mischiare azione e psicologia dei personaggi anticipato da un cold open davvero bello nel suo mostrare la solitudine e la rassegnazione di Bob fino all’ incontro con Daryl e Glenn. Cold open che ha anche il pregio di fornire un motivo al comportamento successivo di Bob che altrimenti sarebbe apparso un po’ incoerente (prima ci tiene tanto a Sasha e poi la lascia sola quando ha la certezza che il sentimento sia ricambiato). Bob sa cosa sia la solitudine ed ha imparato che e’ quella il nemico peggiore, non i walkers. Si fida che anche Sasha lo capirà e, per questo, va in cerca di Maggie per salvarla non da zombie sempre più deboli, ma da un avversario troppo più forte di lei e di chiunque altro.
Dopo Still, Beth e Daryl continuano ad approfondire il loro rapporto e l’ attenzione dedicata a loro riporta un po’ la serie alla prima stagione quando molto tempo era speso nel caratterizzare i personaggi. Certo, ci sono delle incoerenze mica da poco con Daryl che tralascia ogni regola di sicurezza e walkers che spuntano dal nulla nel silenzio più assoluto (mentre un cane fa un casino pazzesco). Ma le si può perdonare se le leggiamo come segni di una volontà di credere in qualcosa da parte di Daryl.
Non sono mancate anche scene condite da una buona dose di tensione come il combattimento nella nebbia e l’ incontro tra Daryl e la banda di Joe. Quello che manca, pero’, e’ la coralità del racconto. Ormai abbiamo episodi slegati dedicati ai singoli gruppi con il chiaro intento di portarli tutti a questo Terminus che rappresenterà probabilmente il motivo portante della prossima stagione.
L’episodio tutto sommato mi è piaciuto anche se come dice Winny, l’ingenuità di Daryl che fa entrare nel giro di pochi secondi una ventina di walker, mi è parsa un po’ fuori dal personaggio considerata l’esperienza di quest’ultimo, è vero che era distratto da Beth in quel momento, però è stato un espediente un po’ forzato per me.
Per il resto, questo rapimento di Beth apre non pochi interrogativi. Mi era partita la ship per la prima volta in quattro stagioni di The Walking Dead e me l’hanno azzoppata così subito -.- bah
Ora che Beth stava piano piano scalfendo tutta la scorza dura di Daryl per farci scoprire un lato un pò più dolce “viene rapita?” da chissà chi e Daryl ci rimane davvero male e poi incontra anche quei tipacci che avevamo solo intravisto con Rick che non promettono nulla di buono.
Bob non vuole rimanere più solo,Sasha e una donna piena di timori e ansie ma quando combatte sembra “Michonne 2 la vendetta”,Maggie invece e sempre alla ricerca di Glenn e anche questo trio si dirige verso il fantomatico Terminus.