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Hannibal: Recensione dell’episodio 1.03 – Potage

Questa è una serie che dovrebbe andare sul via cavo. Non perché le reti broadcast non possano fare programmi di qualità, ma perché il rischio massimo è che la qualità faccia pochi ascolti, specie se la serie è più legata al genere Drama, che al genere Crime vero e proprio. Questo episodio ha, infatti, marcato la netta discesa in un genere di intenso dramma psicologico e in un insieme di tensione ben orchestrata e gestita più con l’insieme della storia che non con singoli momenti o colpi di scena. Intendiamoci, ci sono pure quelli e sono fatti pure molto bene, inaspettati e improvvisi, duri e drammatici, ma è proprio la cappa opprimente del male e del sospetto,Hannibal 103c uniti allo stordimento del protagonista che ben riflette il punto di vista dello spettatore a rendere l’atmosfera plumbea e claustrofobica.

Perché ammettiamolo, Hannibal Lecter è un personaggio che ha sempre affascinato gli spettatori, con il suo inquietante fascino del male e porre il fuoco dal punto di vista di un protagonista che ha una esagerata empatia con i killer, porta tutto ad un livello di transfer tra spettatore e “point of view” narrativo che ne esalta sia la fascinazione che la repulsione che vengono così condivise e esplicitate con una felicissima scelta tecnica e narrativa.

Hannibal - Season 1Sono fondamentali le solidissime prove di ottimi attori come Hugh Dancy e Mads Mikkelsen, rispettivamente nei ruoli di Will e Hannibal, che si rincorrono in un premio per la bravura e per l’interpretazione veramente profonda da un lato e creepy dall’altro, supportati in questo episodio specialmente da una bravissima Kacey Rohl, nel ruolo della giovane Abigail. Sicuramente un casting azzeccatissimo, perché anche la sua fisicità lascia respirare il turbamento e la follia, ma l’interpretazione e la stessa scrittura di un personaggio complesso e mai chiaro, che corre sul confine tra il bene e il male, in quella zona in cui noi lo vediamo grigio e non capiamo da che lato veramente sia, conferiscono al tutto un ancora maggiore tasso di brivido e di piacere nel vederlo. Anche tutti gli altri sono bravi, con particolare menzione a Lara Jean Chorostecki, che interpreta una giornalista bastarda fino al midollo, in un modo assolutamente convincente.

In questo episodio si sottolinea, inoltre, il grande peso della trama orizzontale della serie, anche se non so ancora se verranno e quanto inseriti episodi a se stanti, ma per il momento tutto sembra voler ruotare sulla “formazione” delle figure per un futuro che noi spettatori già conosciamo e lo fa, come detto sopra, in un modo ottimo, rendendo tutti i personaggi complessi e tridimensionali, estremamente ben marcati, Hannibal - Season 1ma con un evoluzione fluida e delle connessioni reciproche che li spingono in un gioco (realmente) “al massacro” crescente. In questo episodio, inoltre, abbiamo anche la certezza che il copy-cat dell’Averla Hobbs, non è altri che il “nostro” Hannibal e prima lo intuiamo dai suoi mezzi sorrisi di compiacimento mentre Will descrive il suo omicidio a lezione, per poi averne definitivamente conferma quando “usa” il secondo omicidio per incastrare lo sprovveduto fratello di una delle prime vittime di Hobbs.

Mi è piaciuto molto anche il profondo coinvolgimento della giovane Abigail, sia, come detto prima, per la bravissima attrice, sia per quella figura che non riesci mai a definire, quanto sappia, quanto sia coinvolta, quanto sia “marcia”: quando fa il gioco dei ruoli, indicando Will come colui che dovrebbe recitare la parte del padre, la Dottoressa Bloom come la madre e Hannibal come quello che ha fatto la telefonata, non ho potuto fare a meno di percepire malizia in questa proposta e forse anche uno sguardo compiaciuto e d’intesa del Dottor Lecter. Hannibal 103bCome anche quando nel finale, non solo accoltella il suo assalitore, ma anche lo sventra; è lei? non è lei? ancora un personaggio da approfondire e che è un mistero e un’affascinate richiamo alla scoperta.

Un episodio che pur con i colpi di scena, come, ad esempio, l’amica morta nel capanno, Hannibal che stordisce la Dottoressa Bloom in una frazione di secondo, rimane un episodio molto “parlato” con dialoghi continui tra tutti i protagonisti, a due a due o tra più parti, ma mai nessun dialogo banale, anzi, a tratti con dialoghi maggiormente inquietanti rispetto alle stesse scene visive. Promosso in pieno e speriamo ce lo lascino, per citare il Dottor Lecter,  “gustare” .

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