
Scandal: Recensione dell’episodio 2.19 – Seven Fifty-Two
Giunti alla fine della seconda stagione, gli sceneggiatori di Scandal hanno deciso che era il momento giusto per offrire agli spettatori uno sguardo sul passato di Huck così da comprenderne fino in fondo le azioni passate e future. Devo premettere che Huck, è stato sin dall’inizio un personaggio che io ho sempre compreso poco; il modo in cui era stato caratterizzato non mi aveva aiutato a entrare in empatia con lui in nessun modo, dal canto suo Guillermo Diaz con la sua recitazione monocorde, studiata (??) per offrirci il passato sofferto del personaggio, non aveva sanato le mancanze della sceneggiatura, fatto sta che la lacuna sul passato di uno dei personaggi chiave della serie viene colmata totalmente con questo episodio.
Seven Fifty-Two, sono le ore e i minuti che rimangano impressi nel sub inconscio di Huck, potremmo definirli l’ancora di salvezza che gli permette di recuperare il suo passato, sommerso dalle torture subite.
Huck subisce un forte crollo emotivo a seguito dell’aggressione nel parcheggio, si chiude in se stesso e continua a ripetere senza sosta in famosi numeri 752; mentre Harrison, Abby e Quinn parlano a Huck delle esperienze di vita che li hanno fatti soffrire con l’intento di farlo sentire compreso e amato – sottolineo la buona prova recitativa di Darby Stanchfield, molto intensa e credibile quando spiega il suo rapporto con David- assistiamo a una serie di flashback molto interessanti che ci rivelano informazioni inaspettate.
Huck quattordici anni prima era un uomo tranquillo, felice e soprattutto sposato con Kim, interpretata da una sempre convincente Jasika Nicole, ripercorriamo velocemente le tappe del fidanzamento, del matrimonio e dell’arrivo del loro primo figlio parallelamente, però c’è un altro cammino che Huck percorre in quegli anni: si trasforma in un killer spietato al soldo del governo.
L’addestramento e le esperienze di violenza costante con le quali viene a contatto lo cambiano come uomo, nonostante questo riesce a mantenere una parvenza di normalità fin quando l’agenzia non scopre che ha controvertito a una delle regole fondamentali: si è sposato e ha avuto un figlio.
Assistiamo così a delle sequenze veramente angoscianti in cui Huck viene rinchiuso e tenuto in isolamento per un tempo lunghissimo con l’intento di fargli dimenticare la sua vita famigliare vissuta fino a quel momento. Huck ora non sa più se ha immaginato la sua famiglia o se veramente l’ha avuta, il lavaggio del cervello è riuscito!
Con una scena veramente molto toccante, Olivia riesce a sbloccare la situazione mostrandosi vulnerabile e ferita e bisognosa che il suo amico torni indietro dal luogo in cui si è rifugiato.
Episodio veramente bello, forse uno dei più belli dello show, ci sono delle scene molto intense e ben recitate che fanno dimenticare qualche scivolone un po’ troppo trash del passato.
Ma ovviamente, nonostante la trama della casa bianca sia in secondo piano in questo episodio Huck-centrico, c’è spazio per la dose settimanale di Fiz e Olivia.
Dopo settimane in cui i due non si parlavano quasi più, hanno l’occasione di confrontarsi sinceramente sul caso defiance, le posizioni di entrambi si ammorbidirono al punto che Olivia ammette con difficoltà i suoi sentimenti per Fitz. Olivia ci piace perché è una donna, forte indipendente e moderna che non accetta di essere relegata al ruolo di amante quando questo diventa mortificante, è bello questo suo rifiuto perché è realistico e onesto.
Anche Mellie decide di mettere un punto al suo matrimonio, so’ che non è un personaggio molto amato ma io non riesco a criticarla; mettiamoci un secondo nei suoi panni: sposata giovanissima a un uomo che non l’ha mai amata ma che lei ha imparato ad amare con il tempo, in sostanza invisibile per lui, costretta a sopportare la relazione extraconiugale senza dire nulla. Mellie usa le armi che ha per difendersi e ancora una volta con le sue azioni cerca di manovrare come può il marito, abbandonando l’appartamento presidenziale e portando con sé il figlio.
L’episodio come dicevo è molto bello, c’è qualche monologo shonda style ma che alla fine non stona com’è capitato altre volte, tra l’altro è interessante l’informazione che otteniamo sul personaggio del capitano Ballard; in chiusura di episodio, infatti, ci viene mostrato il capo dell’agenzia governativa che aveva assoldato Huck; l’uomo altri non è che il capo/referente di Ballard. Quindi, Jack è un potenziale Huck, insomma un disgraziato da salvare. Ci penserà Olivia?
Considerazione sparse:
– Non è un po’ ridicolo che in 20 episodi non abbiamo mai visto i due figli adolescenti del presidente?
– L’unico neo dell’episodio, se possiamo considerarlo tale, riguarda un buco di trama, che spero venga giustificato. Poiché Huck è ufficialmente morto per l’agenzia, perché quando si sono accorti che invece era vivo non hanno cercato di ucciderlo?