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Pets – Vita da animali : La recensione del film di Chris Renaud

Titolo: Pets – Vita da animali (The secret life of Pets)

Genere: animazione

Anno: 2016

Durata: 87 min

Regia: Chris Renaud, Yarrow Cheney

Sceneggiatura: Brian Lynch, Ken Daurio, Cinco Paul

Cast Principale: Louis C.K., Eric Stonestreet, Kevin Hart, Jenny Slate, Steve Coogan, Lake Bell, Albert Brooks

Cast italiano: Alessandro Cattelan, Pasquale Petrolo, Francesco Mandelli, Laura Chiatti, Selvaggia Quattrini, Marco Mete

Illumination Entertainment ha molto coraggio: con una concorrenza come quella Disney che sforna un successo d’animazione dopo l’altro, gli Universal Studios rilanciano con Pets – Vita da animali, diretto da Chris Renaud, regista di Cattivissimo me 1 e 2, primo successo della Illumination Entertainment.

pets-small4Il film sceglie un argomento intelligente su cui basare l’intera trama: i nostri adorabili animali domestici, quei gattini, cagnolini, pappagallini, pesciolini che hanno allietato l’infanzia di ogni bambino che ora è un adulto ed ogni bambino che è ancora bambino. Puntare sui fedeli compagni pelosi che vivono insieme a noi non può che essere una vittoria, soprattutto in questo periodo in cui siamo quasi più affezionati agli animali che alle persone. Quando il resto del mondo ci delude, il nostro fidanzato ci dà buca oppure non esiste, il rimedio non è più la vaschetta di gelato, bensì Netflix and chill con il proprio pet di fiducia.

Illumination Entertainment registra il trend e coglie la palla al balzo. Se prima la domanda era: cosa fanno i vostri figli quando non siete a casa ? Adesso è più interessante immaginare cosa fa Fido il cane o Kiwi il pappagallo.

La storia mostra una panoramica di appartamenti e animali domestici di tutti i tipi e qualità, ma il vero protagonista è Max (Cattelan/Louis C.K.), un adorabile Terrier che ci dà il benvenuto nel mondo di Pets e ci spiega un paio di cose, prima fra tutte la sua relazione perfetta con la sua padrona Katie, che lui definisce ‘anima gemella’. Sentire la celeberrima ‘vita da cani raccontata da un cane è di per sé divertente. Molto carine sono  le parti in cui Max crede di urlare allarme rosso ma Katie sente solo una serie di bau-bau.

La vita perfetta di Max e Katie, fatta di passeggiate al parco, palle di gomma e ore interminabili ad aspettare davanti la porta che lei ritorni, viene però turbata dall’arrivo di Duke (Petrolo/Stonestreet), un cane randagio che Katie ha salvato dal terribile canile. “Max, da oggi hai un nuovo fratello!”.

the-secret-life-of-pets-small2La reazione di Max è più o meno la stessa che avrebbe un bambino all’arrivo di un fratellino più piccolo, ma anche i cani sono sensibili al riguardo. La convivenza fra i due coinquilini partirà col piede sbagliato, ma ovviamente, dopo una serie di avventure ed eventi traumatici, tra cui una triste scoperta e un episodio psichedelico con le salsicce (qualcuno mi spieghi cos’era), i due cani capiranno che uniti si vince, divisi si rischia di morire.

Come ogni storia che si rispetti, ad una sfilza di buoni corrisponde almeno un cattivo, in questo caso agli animali domestici buoni e cari si contrappongono gli animali abbandonati, una banda di ex-pets che hanno subito un trattamento atroce dagli esseri umani (strappalacrime la storia del maialino che lavorava per un tatuatore) che dunque sono diventati i nemici numero uno.

La gang di randagi è comandata da Nevosetto (Mandelli/Hart) – Snowball nell’originale –  un coniglietto bianco immacolato con gli occhioni blu ed una coda super soffice, ma l’aplomb di un gangster e la furia del Joker. Nevosetto odia gli animali domestici ed i loro padroni e crede nella rivoluzione a tutti i costi. Ma anche per lui sarà difficile resistere alle attenzioni di una dolce bimba che lo abbraccia teneramente.

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Esilarante la rappresentazione della banda di gatti randagi capitanati da Spelaccio (Macedonio/Coogan), un gatto nudo (della specie Sphynx, infatti il nome nell’originale è Sfinge) estremamente inquietante, tanto da spaventare persino Duke, un cane grande e grosso. I gatti randagi sono quasi più temibili degli altri animali, ma giustamente non si immischiano mai troppo negli affari altrui, perché fondamentalmente non hanno a cuore nessun altro interesse se non il proprio.

Ad andare contro la propria indole assassina è invece Tiberius (Mete/Brooks), un falco dalla coda rossa che inizialmente vuole mangiare quei simpatici cuccioli addomesticati, ma baratta la sua natura con la promessa di avere una migliore amica. Anche il temibile falco si sente solo come gli altri, e vuole solo un amico.

Nel limbo tra natura e contro- natura c’è Chloe (Quattrini/Bell), un gatto ben in carne che fa una vita da pascià ed è molto disinteressata alle vite degli inquilini del suo palazzo, ma dà sempre dei consigli a Max e accetta di aiutare gli altri a salvarlo.

A dare una decisiva mano d’aiuto ai nostri protagonisti, però, c’è Nonnotto (Valli/Carvey), un bassotto che ha perso l’uso delle zampe posteriori e ha una vista male andata ma conosce tutti in città. Casa sua è un popolare punto di ritrovo per animali domestici, un party no-stop, con tanto di fotografo, musica ad alto volume e ponce, a dimostrazione del fatto che quando il padrone non c’è anche i cani ballano.

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Ma l’eroe della storia non è nessuno di loro, e non è nemmeno Max che sarebbe il protagonista, la star del film è Gidget (Chiatti/Slate), un tenero cagnolino bianco della razza Pomerania. Ispirata da una famosa telenovela che guarda con trepidazione quando i padroni sono fuori, capisce che deve fare di tutto per inseguire (e trarre in salvo) il suo vero amore costi quel che costi, sfidando l’intera Manhattan, l’istinto predatore del falco Tiberius, il fare maligno di Spelaccio e l’intera gang di animali randagi che prenderà letteralmente a calci. Il coraggio di Gidget non ha pari e supera quello di qualunque altro personaggio sullo schermo, grande o piccolo, umano o animale, perché ciò che la spinge è l’amore. Ed ecco che mentre il piccolo cagnolino dal pelo candido si batte per il suo amato, Max riesce a vederla per la prima volta sotto una nuova luce. Ed era ora, visto che hanno sempre abitato nello stesso palazzo.

Tutto è bene quello che finisce bene, e a fine giornata, non importa cosa sia accaduto, tutti tornano alle loro postazioni in attesa del momento più importante del giorno: il ritorno dei padroni. Le finestre del palazzo newyorchese si illuminano, gli umani tornano nei loro appartamenti e nessuno è più felice di loro di trovare dove li avevano lasciati i loro fidi compagni, gli unici ad amarli incondizionatamente senza giudicare o chiedere spiegazioni.

Pets – Vita da animali ha avuto un grande successo al botteghino, diventando il primo film non Disney o Pixar con il più alto incasso.

È un film moltoleonard-pets-small piacevole da vedere e, nonostante alcuni riferimenti siano un po’ troppo sottili per un pubblico di non adulti, nel complesso si tratta decisamente di un film per bambini. Infatti la trama è molto semplice ed elementare, e ciò che chi è meno bambino apprezza di più sono quelle parti di contorno in cui ci è concesso dare un’occhiata a ciò che potrebbe succedere quando lasciamo le nostre case nelle mani dei nostri pets.

Il mio preferito è Leonard, il barboncino bianco che finge di ascoltare musica classica, ma una volta da solo spara a tutto volume i System of a Down. Rock on.

Francesca Plumari

Spettatrice di professione con brevetto da lettrice. Scrivo per lavoro e per amore. Mi appassiona quasi tutto. Vorrei essere Sherlock Holmes, ma non so suonare il violino.

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