
Ian Brennan ci parla della 3° stagione di Glee
Al Monte-Carlo TV Festival, Telefilm Central ha avuto l’occasione di intervistare uno dei produttori esecutivi di Glee, Ian Brennan, che ci ha raccontato qualche curiosità e di cosa ci aspetterà nellaterza stagione a settembre…e anche uno spin-off?
Dopo il finale di stagione credi che vi sarà uno spin-off che seguirà Rachel, Kurt e Finn a New York?
Sarebbe sicuramente interessante, ne abbiamo parlato tra noi ma ora siamo concentrati sulla terza stagione che sarà molto coinvolgente in quanto vedremo molti dei nostri personaggi preferiti lasciare lo show, il che darà una certa emozione e contemporaneamente tristezza. Non vedo l’ora.
Matthew Morrison ha dichiarato che Elton John sarebbe perfetto come fidanzato di Sue..
Assolutamente. Ci sarebbero almeno cinque o sei ruoli che Elton John potrebbe interpretare: l’inserviente che canta, un supplente…è grandioso. Ed è fantastico perchè abbiamo nomi illustri che si offrono volontari per partecipare allo show, abbiamo molti fans. Proprio l’altro giorno abbiamo ricevuto un mix-tape da Paul McCartney. Ma deve essere la persona giusta per quel determinato ruolo, e non vogliamo mai esagerare perchè non vogliamo che la serie diventi meno credibile e che il pubblico guardi la serie solo per le guest-stars: loro vogliono seguire i personaggi che già conoscono. E per quanto tu ti diverta a scrivere per loro e per quanto siamo felici di avere artisti che ammiriamo nello show, la sfida ultima è raccontare le vite dei nostri dodici glee-clubbers e renderle miserabili.
Chi pensi si inserirebbe bene nella serie?
Bruce Springsteen come moderatore o come autista dell’autobus. E questo è fantastico, è l’imbarazzante che funziona. Quando hai uno show così popolare che la gente chiede di farne parte è talmente raro. Quando stavamo scrivendo lo show non pensi mai a scrivere una serie cult, quando fai così di solito ottieni il contrario: noi volevamo semplicemente che fosse divertente..e ancora oggi trovo sbalorditivo il fatto di essere qui a parlare con voi.
Devi semplicemente tenere i piedi per terra; noi tre ci siamo riuniti in una stanza e abbiamo cercato di farci ridere e quando lo facciamo bene otteniamo quel tono che contraddistingue la serie. E’ dura trovare il giusto equilibrio, a volte funziona e altre volte no, ma quando funziona funziona davvero e riusciamo a fare cose che le altre serie non sono riusciti a fare. Di solito capita sei o sette volte per stagione, delle scene o episodi che funzionano davvero, ed è questo il nostro compito alla fine.
Quali sono stati i momenti meglio riusciti della scorsa stagione?
C’è un episodio che si intitola “Duets”, che amo moltissimo, diretto da Eric Stoltz, un attore fantastico e uno strepitoso regista, la cui semplicità della storia, completamente inaspettata, era ciò che colpiva. Molto del materiale che scriviamo, in realtà poi non sappiamo come verrà tradotto al momento delle riprese: a volte siamo entusiasti di certe scene che poi, a episodio girato, non sono granchè, o viceversa alcuni momenti che sulla carta sembrano noiosi, di cui speriamo che il pubblico ci perdoni, semplicemente poi brillano di luce proprio.
In genere sono particolarmente orgoglioso di un episodio se mi trovo a ridere in modo imbarazzante e senza controllo. Un esempio è quando Kurt torna alla McKinley e canta una canzone dal film Sunset Boulevard, che segna il ritorno di Norma Desmond a Hollywood dopo una lunga assenza: tradurre questa situazione per un ragazzino gay che torna alla sua vecchia scuola, che canta orgoglioso davanti ad un set molto cheap di quanto fosse bello tornare è stato divertente, commovente, spiritoso ed intelligente allo stesso tempo. E quando riusciamo ad ottenere questo risultato, quando lo show riesce a toccare tutti questi tasti contemporaneamente, è evidente quanto Glee sia diverso da tutte le altre serie che vi sono in tv.
Ci puoi raccontare meglio il processo di scrittura?
Certo. Innanzitutto non abbiamo uno staff di autori, siamo solo noi tre [Ian Brennan, Brad Falchuk, Ryan Murphy, ndr], e la cosa di per sè è già molto insolita per una serie americana. Abbiamo appena finito di scrivere il 44° episodio, scritto da noi tre, e siamo un team. Di solito Ryan entra e ci dà un’idea generale della direzione da prendere, un tema particolare per l’episodio, o una canzone attorno a cui vuole scrivere. E poi Brad ci propone una story-line e anch’io contribuisco e abbiamo tre diverse story-line e a questo punto le analizziamo per poi unirle insieme e solo dopo aggiungiamo le canzoni: pensiamo a chi possa cantare cosa, ecc. Di solito questo è un processo abaastanza veloce: dopo un paio di giorni che l’episodio è stato scritto abbiamo già una lista di canzoni, ed è una cosa positiva perchè poi dobbiamo chiedere il permesso agli artisti, incidere una demo, fare le prove con il cast e lavorare alle coreografie ed è tutto un altro processo, mentre noi trascorriamo i giorni successivi analizzando lo script atto per atto, che generalmente è di 1/3 più lungo della media e quindi deve essere tagliato del 30%, una cosa sempre difficile da fare, nonchè frustrante, perchè solitamenti le scene divertenti sono quelle che vengono scartate. Dopodichè mandiamo lo script allo studio che a sua volta scrive delle note, ma per fortuna mostra un certo rispetto verso il nostro lavoro, e ci consiglia di intraprendere o meno una certa direzione, e poi finalmente iniziamo a girare. Trucco, capelli, costumi, locations, luci, ecc. tutte cose che mi vengono fortunatamente risparmiate.
Ed è tutto. E’ un processo che dovrebbe richiedere otto giorni circa, ma spesso sforiamo a nove, a volte anche dieci giorni, e poi si ricomicia tutto daccapo. E l’agenda delle reti nazionali è sfrenata, a differenza delle reti via cavo, le cui serie hanno in genere 13 episodi per stagione e si ha quindi più tempo per lavorare alle storie. Con il nostro calendario è come scrivere fumetti o fare il giornalista: sei costantemente impegnato a rispettare le scadenze, e qualche volta speri soltanto che funzioni perchè non sei sicuro della qualità e potresti anche rimanerne sorpreso. Non sai mai come potrebbe andare, e siamo stati molto fortunati con il cast e la crew e riceviamo continuamente molto supporto e siamo sicuri di aver raggiunto ormai una certa costanza nella qualità della serie e speriamo di continuare in questo modo.
Vi sono state molte critiche sulla scadenza degli ultimi episodi rispetto alla prima stagione..
Personalmente preferisco la seconda stagione alla prima e penso che, episodio dopo episodio, non ci sia neanche paragone. Credo che ci fosse qualcosa di così diverso e allarmante, in senso positivo, nella prima stagione che ha lasciato tutti a bocca aperta ma quell’effetto poi svanisce quando approfondisci i personaggi. Io credo che il pubblico abbia chiuso un occhio nella prima stagione e ci sia stato piuttosto duro con noi invece nella seconda, e secondo me sarebbe dovuto essere il contrario: gli episodi migliori sono quasi tutti nella seconda stagione.
Ma quello che facciamo non cambia: cerchiamo di scrivere lo show nel miglior modo possibile, e per scelta non abbiamo cambiato il nostro modo di scrivere proprio per mantenere una certa costanza e quel senso di “magico” che si avvertiva all’inizio.
Non ti sembra di giocare con il fuoco formando e rompendo le varie coppie Quinn-Finn-Rachel..?
Beh, questo è il liceo, no? Vedremo come poi tutto questo si tradurrà nella terza stagione e avremo comunque molte storie da raccontare, alla fine 22 episodi sono tanti e non vogliamo essere noiosi, e credo che questa sia una cosa che lo show non sarà mai.
Pensi che avrete problemi la prossima stagione, visto che vi sono altre serie musical in arrivo su altri network?
Ma non sono Glee. Auguro loro buona fortuna, a dire il vero non vedo l’ora di vederli e comunque non penso che il pubblica possa scegliere solo una serie da seguire: queste nuove serie molto probabilmente avranno il nostro stesso pubblico. E’ come avere due ristoranti nello stesso quartiere, e l’uno trae beneficio dall’altro. E così sarà per Glee, che trarrà beneficio dal fatto che vi saranno più musical in tv dal prossimo anno.