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Recensioni Serie Tv

Caprica – 1.01 Pilot

Partiamo con un presupposto: Caprica non è Battlestar Galactica. E’ il prequel, si, ma non è BSG. E forse neanche lo sarà mai: Battlestar Galactica è una di quelle cose belle che, nella vita, capitano di rado.. ahimè. Era doveroso fare questa piccola premessa. Caprica non è Battlestar Galactica, quindi, ma poi.. è così terribile come cosa? Direi di no.. Battlestar ha detto tutto quello che aveva da dire, e lo ha detto nel migliore dei modi. 

La ratio di Caprica è un’altra. Raccontare un’altra storia, una storia diversa, precedente a quella del Battlestar, del capitano Will Adama (che però è l’unico personaggio presente anche in questo prequel, da bambino), della Roslin, di Apollo, Starbuck, Baltar e a proseguire. Lo scopo di Caprica è seguire gli eventi antecedenti alla caduta di Caprica.. seguire, passo dopo passo, il cammino dell’uomo, la nascita dei Cyloni. Il preludio alla fine.

Più di cinquant’anni prima degli eventi narrati in Battlestar Galactica, Caprica e le altre colonie sono in pace tra loro. C’è un malessere, però, che si annida e crea crepe: il razzismo, la discriminazione. E inoltre (o soprattutto?) il monoteismo mette sempre più in pericolo l’apparente stabilità delle colonie di Kobol. Nelle prime scene incontriamo Zoe: sembra una ragazzina normale, in realtà è un genio dei computer, ed è pronta ad abbracciare il credo in un unico Dio, super partes. Insieme a due suoi amici, Lucy e Ben, progetta di lasciare Caprica (pianeta corrotto, legato agli dei).. non prima però di essere riuscita a creare un suo avatar, una sua perfetta copia virtuale (in realtà è un pò più complicato di così, ma se probabilmente state leggendo questa recensione, l’episodio l’avete già visto.. in caso contrario, lo guarderete!)

Ma ora viene il brutto: Zoe, nel tentativo di scappare da Caprica insieme all’amico Ben, rimane coinvolta in un attentato terroristico (realizzato proprio dal ragazzo). Da questo punto, si snodano le altre vicende.. L’attenzione passa agli altri protagonisti: il padre di Zoe, Daniel Graystone, un genio dell’informatica a capo di un progetto per il governo, che prevede la realizzazione di prototipi militari definiti Cybernetic Life-form Node (aka i nostri cari vecchi Cyloni); e Joseph Adama (originalità: Tauron), avvocato civile immischiato nell’organizzazione criminale definita Ha’la’tha, che nell’attentato ha perso figlia e moglie. E’ proprio la tragedia comune ad unire Daniel e Joseph. Il primo, dopo aver scoperto che la figlia è riuscita a creare un suo “doppione” virtuale, propone a Joseph di riportare in vita le figlie perse.. mentre per David la questione è molto più semplice da accettare, Joseph – dopo aver aiutato lo scienziato, rubando un dispositivo “meta-cognitivo” sviluppato da uno scenziato di Tauron – decide di non proseguire, definendo i piani di Greyston “abominevoli”. Daniel tenta allora di “riportare in vita” Zoe, trasferendo il suo “avatar” in uno dei robot creati. Ma fallisce, perdendo tutti i dati. Si fosse fermato qua, cinquant’anni dopo chissà che sarebbe successo.. ma Greyston decide di usare il processore rubato per perfezionare il prototipo militare su cui è a lavoro.. riuscendo brillantemente. Benvenuti, Cylons.
Nel frattempo, il corpo cybernetico in cui Greystone aveva provato ad impiantare Zoe, riprende vita.. 

Il destino dell’umanità comincia con una scelta, recitano i poster promozionali del serial. Ed è proprio così: gli eventi che sconvolgeranno un futuro non troppo lontano, iniziano con una scelta, una scelta non facile, ma neanche troppo difficile, che ancora una volta perfettamente s’inserisce in quella “sottile linea grigia” tra il bianco e il nero. Tra buono e cattivo, giusto o sbagliato. Insomma, ritroviamo quella brillante formula che ha reso Battlestar unico, ovvero l’unione di elementi fantascientifici a questioni etico-morali molto complesse. Ho usato il termine fantascientifico.. Caprica è quindi un telefilm sci-fi, lontano da noi? Si parla di razzismo, di attentati, di guerre religiose, di scoperte scientifiche che potrebbero mettere in discussione il concetto stesso di uomo. Vi sembra tanto fantascientifico? Basta prendere in mano un giornale per renderci conto che invece no, Caprica, è più attuale e realistico che mai.

Dicevo, all’inizio, che Caprica non è Battlestar Galactica. Ma ha, ovviamente, degli elementi in comune. Ne ho  già parlato proprio nel precedente paragrafo, e rilancio. Di Battlestar troviamo gli stessi colori, la stessa bellezza delle immagini, gli intrighi e il fascino di un altro mondo, così maledettamente simile al nostro.. solo “rivestito” diversamente. E i personaggi, quell’empatia unica, che ti lega indissolubilmente a questo o quel character: provi i suoi dubbi, senti la sua sofferenza. Sorridi e piangi insieme a loro. Lotti con loro.

La magia, insomma, è la stessa. Oh Caprica, non sarai Battlestar Galactica, ma i brividi che ho provato sono esattamente gli stessi..

Cristiano

Fondatore

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