Caprica – 1.01 Pilot
La ratio di Caprica è un’altra. Raccontare un’altra storia, una storia diversa, precedente a quella del Battlestar, del capitano Will Adama (che però è l’unico personaggio presente anche in questo prequel, da bambino), della Roslin, di Apollo, Starbuck, Baltar e a proseguire. Lo scopo di Caprica è seguire gli eventi antecedenti alla caduta di Caprica.. seguire, passo dopo passo, il cammino dell’uomo, la nascita dei Cyloni. Il preludio alla fine.
Più di cinquant’anni prima degli eventi narrati in Battlestar Galactica, Caprica e le altre colonie sono in pace tra loro. C’è un malessere, però, che si annida e crea crepe: il razzismo, la discriminazione. E inoltre (o soprattutto?) il monoteismo mette sempre più in pericolo l’apparente stabilità delle colonie di Kobol. Nelle prime scene incontriamo Zoe: sembra una ragazzina normale, in realtà è un genio dei computer, ed è pronta ad abbracciare il credo in un unico Dio, super partes. Insieme a due suoi amici, Lucy e Ben, progetta di lasciare Caprica (pianeta corrotto, legato agli dei).. non prima però di essere riuscita a creare un suo avatar, una sua perfetta copia virtuale (in realtà è un pò più complicato di così, ma se probabilmente state leggendo questa recensione, l’episodio l’avete già visto.. in caso contrario, lo guarderete!)
Il destino dell’umanità comincia con una scelta, recitano i poster promozionali del serial. Ed è proprio così: gli eventi che sconvolgeranno un futuro non troppo lontano, iniziano con una scelta, una scelta non facile, ma neanche troppo difficile, che ancora una volta perfettamente s’inserisce in quella “sottile linea grigia” tra il bianco e il nero. Tra buono e cattivo, giusto o sbagliato. Insomma, ritroviamo quella brillante formula che ha reso Battlestar unico, ovvero l’unione di elementi fantascientifici a questioni etico-morali molto complesse. Ho usato il termine fantascientifico.. Caprica è quindi un telefilm sci-fi, lontano da noi? Si parla di razzismo, di attentati, di guerre religiose, di scoperte scientifiche che potrebbero mettere in discussione il concetto stesso di uomo. Vi sembra tanto fantascientifico? Basta prendere in mano un giornale per renderci conto che invece no, Caprica, è più attuale e realistico che mai.
Dicevo, all’inizio, che Caprica non è Battlestar Galactica. Ma ha, ovviamente, degli elementi in comune. Ne ho già parlato proprio nel precedente paragrafo, e rilancio. Di Battlestar troviamo gli stessi colori, la stessa bellezza delle immagini, gli intrighi e il fascino di un altro mondo, così maledettamente simile al nostro.. solo “rivestito” diversamente. E i personaggi, quell’empatia unica, che ti lega indissolubilmente a questo o quel character: provi i suoi dubbi, senti la sua sofferenza. Sorridi e piangi insieme a loro. Lotti con loro.
La magia, insomma, è la stessa. Oh Caprica, non sarai Battlestar Galactica, ma i brividi che ho provato sono esattamente gli stessi..