V – Finale di stagione
Ok questa recensione viene ben oltre la chiusura della stagione per cui vi chiedo immensamente perdono. Potrei trovare la scusa del rapimento degli alieni, ma la realtà è che ho lavorato come un mulo, e si sa, finchè ce n’è meglio starci sotto. Ma ora veniamo a noi.
V si salva quasi per il rotto della cuffia. Ci hanno fatto rimanere con l’ansia sino alla fine, ma pollice verso per FlashForward, che obiettivamente è stata una grandissima presa in giro, e via libera ad una seconda stagione di V.
Vi dico la verità, un po’ di delusione ce l’ho. La struttura narrativa della serie ha lasciato in alcuni punti a desiderare, ed è stata salvata in corner dalla capacità recitativa di parte del cast. A farla da padrone ovviamente le due primedonne Elizabeth Mitchell e Morena Baccarin.
Il loro dualismo a distanza, divenuto riavvicinato solo nelle ultime due puntate, ha fatto dimenticare alcune superficialità e trovate da show di serie b, che da una produzione tanto pubblicizzata non mi aspettavo. Purtroppo il palato del telefilo del 2010 è troppo raffinato per poter non notare i cali di qualità.
Ci sono state variazioni in corso, come ad esempio la sacrosanta eliminazione di Georgie, un personaggio mai interessante, mai in trama, e che aveva finito di dire quel poco che aveva da dire già nel pilot. Fortunatamente gli autori si sono accorti della gamba zoppicante sostituendola con un nuovo ingresso, Kyle Hobbes, che indubbiamente ha ridato nuova linfa alla narrazione, così come il più ampio spazio lasciato a Joshua.
Per dei nuovi personaggi che portano un po’ di brio, rimangono le zavorre che abbassano un po’ il tono della serie. La stupidità del personaggio di Tyler, che sembra più che altro un bambinone trascinato dagli ormoni, viene confermata di puntata in puntata. Poco spessore, poco interesse.
A questo si aggiungono la progressiva pesantezza e l’indebolimento dei personaggi di Ryan e di Chad. Il primo interessantissimo sulla carta, è andato via via in letargo con il procedere delle puntate. Ryan diventa un personaggio petulante e noioso, incapace di prendere in mano le redini della situazione e lasciando ad altri l’iniziativa. Francamente poi da metà stagione sembrava che Morris Chestnut aspettasse solo la paga del venerdì, tanto da farmi chiedere se avesse frequentato i corsi di “recitazione” con Joseph Fiennes.
Altra grande delusione è Chad: parte benissimo, personaggio ambiguo che non si sa da che parte stia e per questo interessante. Poi si trasforma in un fesso burattino nelle mani di Anna, salvo capire negli ultimi 10 minuti del season finale che forse è stato un po’ pirla a fidarsi senza spirito critico.
Joel Gretsch nei panni di padre Jack risulta abbastanza credibile, almeno fino alla puntata dell’abbattimento dello shuttle V. Lasciando da parte la faccia contrita da prima lezione del corso di recitazione, mi ha fatto venire la pelle d’oca la scena nello sgabuzzino dell’FBI. Pelle d’oca non certo di ammirazione…. Il cambio di registro è talmente improvviso e costruito che ci fa la figura dello psicopatico. E nemmeno Elizabeth Mitchell pareva troppo convinta.
Altro punto debole sono i pessimi effetti speciali. Ok che han pochi soldi e l’anno prossimo forse anche meno, ma le telefonate attraverso la pallina rimbalzina, le scenografie costruite al computer, che basta fare un fermo immagine per vedere ombre e distorsioni strane, i babylizard di cui viene mostrato solo un codino che si attorciglia, o il carpiato di Erica nel season finale sono talmente imbarazzanti e anacronistici da far sembrare all’avanguardia quelli della serie originale.
Forse vi chiedere a questo punto se qualcosa di positivo l’ho trovato? Ebbene sì, nonostante tutti questi difetti la serie mi ha appassionato e mi ha intrigato, soprattutto le ultime 5-6 puntate. E se da una parte le ridicolaggini di FlashForward mi hanno infastidito, tanto da non avere più fiducia nella trama, qui sono riuscita a fare la differenza tra il budget limitato e l’evoluzione del racconto. L’unico rammarico rimangono quei dieci minuti iniziali (puro spettacolo) del pilot in cui evidentemente hanno speso tutto.
Altro punto a favore è l’evoluzione del personaggio di Lisa, inizialmente fastidiosetta e in prospettiva poco sviluppabile, si è fatta via via molto interessante, soprattutto per quello che comporta una sua defezione e la ribellione alla madre.
Le carte in tavola per la seconda stagione sono state calate: Joshua eliminato e resuscitato (spero continui ad avere un ruolo, perché è uno dei personaggi migliori), Erica ha incontrato Anna, ma apparentemente quest’ultima non sospetta della consuocera. Lisa è in ribellione non solo adolescenziale, e Anna comincia a sviluppare sentimenti umani, anche quello dell’incazzatura, tanto da far arrivare, in un rendering rosso un po’ improbabile, le navicelle in arrivo da galassie lontane lontane.
L’effetto fa un po’ ridere, ma il cliffhanger risulta comunque riuscito, tanto da far rimanere con il fiato sospeso e con tanti punti di domanda.
L’esperienza ci insegna che forse una trama semplificata giova alle serie. Molti di noi sono reduci di Lost, con domande che si sono accumulate nel cosrso degli anni e che non hanno trovato risposta.
Forse è arrivato il momento di un serie di qualità oggettivamente inferiore ma che riesce ad attirare lo spettatore.Per la seconda stagione mi piacerebbe un ritorno dell’agente Krycek, e una migliore collocazione dei personaggi di Padre Jack e di Chad. Oltre che uno scontro frontale Erica-Anna.
E non dimentichiamo che torna Diana!!
Voto 7.5/10