
V: anche i visitatori a volte ritornano
E’ difficile trovare qualcuno quantomeno adolescente negli anni ’80 che non ricordi “V: Visitors”, una doppia miniserie TV americana di fantascienza di complessivi cinque episodi di un’ora e mezza ciascuno, prodotta nel 1983 e arrivata nel nostro paese l’anno successivo. La serie cominciava con l’arrivo, molto suggestivo, di alcune gigantesche astronavi aliene che andavano a posizionarsi sopra le principali città del mondo (un “incipit” che una dozzina d’anni dopo sarebbe stato copiato – pressoché pari pari – da Roland Emmerich per il suo roboante “Indipendence Day”). Gli alieni a bordo di tali navi si mostravano estremamente simili fisicamente agli umani, amichevoli e desiderosi di dividere conoscenze e tecnologie con gli abitanti della Terra. La realtà dietro la maschera (mai espressione fu più opportuna) si dimostrò presto ben diversa…
Il prodotto ebbe enorme successo, sia in patria sia nel nostro Bel Paese, grazie ad effetti speciali, che oggi possono sembrare ingenui e primitivi ma che allora furono una novità assoluta per la televisione, a una certa larghezza di mezzi, anch’essa inusitata in televisione, ma soprattutto grazie ad una sceneggiatura stringente, approfondita e ben studiata ed all’ottima caratterizzazione dei personaggi, in special modo quella di uno dei “cattivi” più carismatici ed affascinanti che la storia della fantascienza televisiva ricordi: la temibile Diana (interpretata da Jane Badler). Il successo fu tale che ci fu anche un seguito, una serie TV di complessive 19 puntate trasmesse anch’esse con buon successo sia negli USA che in Italia, anche se probabilmente tale prodotto non raggiunse la qualità della doppia miniserie precedente.
Come tutte le serie TV di grande successo molto amate, “Visitors” ha sempre mantenuto un posto speciale nel cuore di chi l’ha seguita, anche a distanza di molti anni, ed è pertanto comprensibile che le prime reazioni all’annuncio di un remake della rete televisiva ABC siano state improntate ad un certo scetticismo. Dopo la visione dei primi quattro episodi di “V” (peraltro lo stesso semplice titolo dell’originale, rinominata “Visitors” in Italia) andati in onda negli USA a partire dal 3 novembre 2009, si può dire con assoluta certezza che tale scetticismo è completamente infondato.
La nuova serie comincia in maniera molto simile all’originale (tanto che gli autori si sono permessi una sottile presa in giro, ovvero far esclamare ad un personaggio che “sembra di stare in Indipendence Day”), ma mostra subito una qualità di effetti speciali che segnano una nuova frontiera per la fantascienza televisiva, nonché un impegno produttivo paragonabile soltanto ai serial più importanti dell’emittente, quali “Lost” o “Flash Forward”. Ma sarebbe ingiusto e riduttivo pensare che le qualità della nuova incarnazione di “V” si limitino all’esperienza visiva. Il cast è azzeccato, un giusto mix di giovani ed attraenti volti come Logan Huffman (Tyler) e Laura Vandervoort (Lisa) e di attori di alta qualità già noti agli appassionati del piccolo schermo come Joel Gretsch (Padre Jack Landry ma in precedenza Tom Baldwin in “4400”), Elizabeth Mitchell (Erica Evans meglio conosciuta come Juliet Burke in “Lost”) e Morena Baccarin (Anna, ma in precedenza Inara in “Firefly”). I personaggi sono complessi, ben caratterizzati e approfonditi e la sceneggiatura è contemporaneamente interessante, sorprendente e con il giusto quantitativo di colpi di scena.
Se la trama della serie originale era fortemente basata sulla realtà storica della zone europee occupate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, e sui movimenti di resistenza nati nelle stesse aree (ricordiamo che il creatore di “Visitors” stava in realtà scrivendo una soggetto sulla nascita e sulla presa del potere da parte di un movimento neofascista negli USA degli anni ’80 ed alla richiesta da parte della ABC di una serie di fantascienza l’ha soltanto adattato), quella del remake invece sembra mostrarci una presa di potere più sottile da parte dei nuovi arrivati, una dittatura “attualizzata” basata sulla manipolazione delle masse, sul potere dei media e sulla conoscenza delle tecniche di creazione e mantenimento del consenso più che sulla forza militare.
Se chi non conosce l’originale rimarrà avvinto dallo svilupparsi della storia, il fan di vecchia data troverà sufficienti differenze per appassionarsi alla nuova serie, ma anche appaganti riferimenti e strizzate d’occhio a chi conosce bene la storia, in attesa di vedere cosa ci riserverà sotto questo punto di vista il proseguio della serie. Ricordiamo infatti che uno dei motivi del grande successo dell’originale risiede proprio nel forte impatto visivo di determinate situazioni e di particolari scene, che sono considerate tra quelle più d’impatto nella storia della fantascienza televisiva; se è giusto e normale che un remake debba avere sufficienti motivi di originalità per essere considerato una serie a sé stante è anche vero che è comprensibile aspettarsi qualche scena“storica” a sua volta anche dalla nuova serie. In patria gli ascolti sono partiti fortissimo per poi accusare un certo calo ma stabilizzarsi ad un livello sufficiente, intorno ai nove milioni e mezzo di spettatori, da garantire il proseguimento della serie dal 30 marzo e per tutta il primo blocco di episodi.
La domande per il futuro sono essenzialmente due: se, dopo una pausa cosi lunga, questi livelli di audience saranno sufficienti per offrire ulteriore vita ad un serie che, a giudicare dalle prime quattro puntate, sembra veramente poter rinverdire i fasti di uno dei prodotti più amati dai fan della fantascienza televisiva, e se (in caso di risposta affermativa) l’inventiva degli autori sarà sufficiente a mantenere il livello cosi alto per un numero notevole di episodi, tenendo presente che tutti ci auguriamo che sia già presente quantomeno una traccia di come dovrà evolvere la vicenda sino alla conclusione.
E’ comunque innegabile che gli elementi per essere ottimisti ci sono tutti: non è facile fare il remake di una serie quasi leggendaria e riuscire ad ottenere un risultato dello stesso livello, ed almeno quest’antipasto dei primi episodi ci è riuscito pienamente. “V” sarà suoi nostri schermi televisivi da marzo, sul canale Joy del bouquet a pagamento di Mediaset su digitale terrestre, e presumibilmente a seguire ci sarà anche un passaggio sulle reti gratuite dello stesso gruppo televisivo. Per tanto buona visione a tutti e ricordate che non sempre i Visitatori sono quello che sembrano!