L’evento tanto atteso è finalmente arrivato: dopo una campagna pubblicitaria martellante, fatta di poster, promo, sneak peak, addirittura la messa online dei primi 9 minuti del pilot, i Visitatori sono giunti sulla Terra e in particolare sugli schermi americani della ABC.
La critica americana, che aveva visto l’episodio in antrepima, era stata generosissima parlando di pilot perfetto, votazioni fuori scala (11/10) e grandissimo evento. Ok, non è perfetto, la porzione centrale ha un po’ un calo di tensione, alcuni aspetti sono risolti in modo lievemente frettoloso, ma siamo di fronte ad un prodotto di altissimo livello.
(La galleria di immagini del primo episodio)
Credo che la sequenza iniziale sia una delle più belle che si siano viste in una serie televisiva: il praticolare della pupilla di Elizabeth Mitchell che si restringe appena viene colpita dalla luce è molto suggestivo, così come quel tremore che fa pensare ad un terremoto, ma che nessuno riesce a decifrare. Almeno fino a che un’ombra scura copre i colori e la brillantezza dei grattacieli di New York gettando nel panico milioni di persone. Nei primi secondi, su schermo nero, ci viene ricordato questo panico. “Dove eravate quando JFK fu assassinato?“, “Dove eravate l’11 settembre?” e infine “Dove eravate questa mattina?“. Non è irrispettoso, serve a dare quel senso di impotenza e disperazione collettiva che la storia dell’uomo ha vissuto e che molto probabilmente, prima o poi, rivivrà.
Gli effetti speciali sono qualcosa di spettacolare, a mio avviso superiori all’incidente aereo lostiano e al blackout di FlashForward. Il momento in cui i pannelli sul fondo dell’astronave ruotano di 180°, creando l’angoscia in un mondo incapace di muoversi, è uno di quelli “graficamente” meglio riusciti.
I pannelli abbagliano ma ben presto lasciano il posto ad un volto umano di donna, bellissima, rassicurante e sorridente. We are of peace always è in sostanza il messaggio pronunciato in tutte le lingue del mondo. Suggestive le immagini delle astronavi sopra la Tour Eiffel, sopra il Cristo Redentore a Rio (forse un piccolo omaggio a Morena Baccarin, che ha la possibilità di parlare la lingua del paese in cui è nata), sopra le Piramidi del Cairo, tanto per dire che la “pacifica” invasione è globale.
Un grandissimo sospiro di sollievo corre in una parte della poploazione mondiale. Ma non tutti sono convinti o quanto meno rassicurati dal messaggio portato dai Visitatori.
E’ il momento in cui si riempiono le chiese (tutti i punti di riferimento sono persi, bisogna cercarne di nuovi o rafforzare quel poco che resta) e se da una parte le alte sfere ecclesiastiche accettano subito i V come figli di Dio, lo scafato prete cattolico – un convincente Joel Gretsch che già ne aveva viste parecchie in 4400 – ricorda che la fiducia va guadagnata. Il che ha anche una connotazione autoironica o forse umoristica – nel senso pirandelliano del termine – visto che l’adorazione (che lui ritiene giustamente nefasta) e la fede sono esattamente i principi alla base di qualsiasi religione.
E’ anche il momento delle proteste di piazza, della paura, della diffidenza, o di contro della fascinazione che sfocia nell’ossessione, come accade a Tyler – Logan Huffman, forse l’unico più debole a livello recitativo – figlio dell’agente FBI Erica Evans/Elizabeth Mitchell.
Grandissima la prova della Mitchell che già ci aveva affinato il palato con la cripticità di Juliet, ma direi semplicemente perfetta Morena Baccarin nei panni Anna, la leader degli invasori.
E’ fortissimo il contrasto tra il suo sorriso, la sua seraficità, il suo vestito bianco e quello che è veramente. E la cosa risulta ancora più inquietante, perché noi vediamo questa immagine così pulita e perfetta ma sappiamo dal primo fotogramma che è tutta apparenza. La pubblicità non ce lo ha mai nascosto e soprattutto non possiamo scordare l’illustre precedente.
Ascoltare Anna, mentre scandisce con calma le parole, parla con un tono di voce dolce, sapendo che nasconde un piano di annientamento mi ha quasi messo a disagio.
Se Tyler rimane affascinato dai nuovi venuti, la madre ha qualche riserva, anche perché una pista investigativa la porta a scoprire l’arrivo di un carico di C4 in città. Che sia solo una coincidenza? Ovviamente no. Mi ha fatto piacere rivedere Alan Tudyk, anche se sta facendo un po’ troppo spesso il cattivo. Sono sincera, un po’ me lo aspettavo che fosse la talpa, più che altro perché alla riunione segreta in cui Erica si trova coinvolta qualcosa di brutto doveva succedere. In questo incontro stile massonico la verità viene rivelata: gli invasori non sono buoni, nascondono un piano di conquista e annichilimento della razza umana. Anzi di pù: sono dei lucertoloni con una pelle finta (oddio gli skinjobs di Battlestar Galactica!!) che hanno già inserito le loro pedine nel corso degli anni per portare a termine il loro piano malvagio. Dopo un giustificato scetticismo, soprattutto da parte di Erica, ad avvalorare la tesi del ribelle Georgie arriva una bomba e l’irruzione di agenti che fanno piazza pulita – o quasi – dei partecipanti. E’ proprio qui che Erica scopre che il suo carissimo collega Dale (lasciano intendere che ci sia anche più che amicizia) ha la faccia da rettile. Peccato essersi rovinati con i promo l’apertura dell’occhio lucertolesco, mentre fa un certo che l’incisione a forma di…V per verificare che sotto il cuoio capelluto ci sia osso e non squame.
Il personaggio del giornalista, Chad Decker interpretato da Scott Wolf, si è rivelato molto interessante e l’unico al momento in bilico. Mentre gli altri hanno scelto in modo deciso e convinto da che parte stare – visitors friendly o resistenza – Chad preferisce per ora mettere il piede in due staffe: se dapprima è recalcitrante verso un’intervista pilotata e atta a mostrare unicamente le magnificenze dei nuovi vicini, senza domande scomode e senza metterli in cattiva luce (sarebbe il sogno del 99,9% dei politici, in Italia per altro quasi realizzato), in seguito la golosità lavorativa verso un pubblico mondiale, il picco di ascolti e la fama prendono il sopravvento. E proprio la vanità portebbe essere il suo punto debole, ma avendo mostrato comunque un certo spirito etico di fondo ritengo che il personaggio possa essere ben sviluppato.
I fotogrammi, sparsi nel corso della puntata, delle astronavi sospese sopra le città lasciano un senso di inquietudine più che di amicizia. Loro hanno un punto di vista privilegiato, di controllo, e l’ingombrante presenza nei cieli è tutto fuorchè rasserenante.
Erica e Father Jack si trovano uniti in un percorso comune, quello di costruire la resistenza, di combattere e smascherare gli invasori, tenendo ben presente che stanno costruendo l’arma più potente che ci sia, cioè la devozione e il consenso.
E pensandoci arriviamo a concludere che è più pericoloso di qualsiasi pallottola: il consenso volontario viene da dentro e ha alla base la convinzione che si sia nel giusto. Riesce a creare schiere di fedeli irriducibili e pronti a tutto. E’ difficile da scardinare, mentre quello forzato genera un senso di ribellione che prima o poi esplode.
Se una critica può essere fatta, diciamo che la scoperta delle vere intenzioni dei visitatori, così come la decisione di organizzare la resistenza, corrono via in modo molto veloce, lasciando quasi un senso di sviluppo non completo. D’altra parte è una scelta condivisibile visto e considerato che perdersi in due tre puntate per arrivare a scoprire quello che già sappiamo da mesi sarebbe stato un peccato mortale.
Ottimi gli ascolti della premiere: più di 13 milioni di spettatori con punte oltre i 14 nella seconda parte e un rating superiore a quello di FlashForward. L’ABC è intenzionata a fare il botto quest’anno e viste le premesse ne ha ben ragione. Considerando l‘imprevedibilità del pubblico americano speriamo che gli ascolti si mantengano piuttosto buoni, così che i “problemi di produzione”, che faranno trasmettere solamente quattro puntate quattro per poi riprendere dopo le Olimpiadi invernali, siano in fretta superati.
Alcuni passaggi mi hanno ricordato Battlestar Galactica, in relazione ai temi trattati, e sicuramente non può che essere un pregio. La rivelazione che Ryan è un lucertolone resistente è stata tanto scioccante quanto apprendere che Boomer era un Cylon.
Puntata 9/10
Effetti speciali 11/10 (e sì qui mi lancio anche io)
Cast 10/10