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L’ A.S.S:O. nella manica: la recensione

C’è un motivo per cui le ‘dramedy’ teen funzionano sempre. Il mix giusto tra una storia prevedibile, un cast pieno di appeal e una colonna sonora niente male hanno saputo fare di The D.U.F.F. (o A.S.S.O., se preferite il titolo italiano) un film leggero e d’intrattenimento, che si può guardare a riguardare senza necessariamente stancarsi. Sarebbe inutile indagare oltre per un film del genere ma, dato che siamo qui per questo, let’s go for it.

A.S.S.O. nella manica_the duff_3Bianca è una liceale come tante, né particolarmente bella né particolarmente popolare, con due amiche che – al contrario di lei – sono entrambe le cose. La sua vita procede come quella di qualsiasi ragazza finchè il suo vicino Wes, nonché stella sportiva e ragazzo popolare, le fa notare che in realtà lei non è altro che un A.S.S.O. – Amica Sfigata Strategicamente Oscena – usata dagli altri come tramite per avvicinare le sue amiche. Inevitabilmente la scoperta di essere l’ultima ruota del carro mette in moto una serie di eventi disastrosi e quasi del tutto irrealistici, che finiscono con l’avvicinare lei e Wes (eh Amell, buon sangue non mente!) e quindi la portano a capire che le uniche etichette che contano sono quelle che noi stessi ci affibbiamo. Naturalmente sono molte le cose che succedono nel mentre, che includono una buona dose di Presidi esauriti (non sarebbe un film sul liceo senza un preside esaurito e sull’orlo della crisi isterica!), professori di Scienze alquanto giovanili (Ken Jeong come professore era più che comico!) e amiche nerd dai capelli fantastici.

A.S.S.O. nella manica_the duff_2L’incipit porta all’ennesima riflessione sul sistema gerarchico scolastico, sulla popolarità e sulle diverse forme di bullismo, cibernetico e non, che il nostro secolo impone ai giovani adulti. Un tema di cui non solo dovremmo essere stanchi (dopo GLEE o Easy A credo che non dovrebbe sorprenderci più nulla) ma che riesce comunque ad appassionarci e a farci restare attaccati allo schermo per ben 100 minuti. La storia, che scorre abbastanza lentamente all’inizio, prende ritmo dopo i primi quaranta minuti, regalando uno spettacolo divertente ma anche pieno di sorprese per l’ora restante del film.

Punti di forza risultano senza dubbio un cast divertente ma pressappoco sconosciuto e un’ambientazione finemente studiata per essere tutto tranne che originale. Buona la guida di Mae Whitman, che interpreta Bianca, con la sua goffaggine e una recitazione decisamente impressionante (nei limiti di un teen drama, tengo a precisare). Quello che probabilmente attira di lei non è l’aspetto trasandato e neppure una linea più ‘reale’ e meno ‘anoressica’, decisamente più realistica di metà del cast, ma il modo di affrontare i problemi, sempre con qualche espressione buffa sul viso e una battuta pronta al momento giusto. Come molte adolescenti, Bianca è la tipica dura dal cuore tenero, che tutto possiede tranne un cuore di pietra. E’ infatti il suo cuore che viene schiacciato quando l’ennesimo sgambetto di Madison (TCA come miglior cattivo 2015 per Bella Thorne) rilascia un video imbarazzante su di lei o quando le parole di Wes, che la definisce un A.S.S.O. la portano a rivalutare molti aspetti della sua vita.

Accanto a Mae Whitman brillano sicuramente Robbie Amell e Bella Thorne, rispettivamente nei panni dell’amico per convenienza e della stronza di turno. Robbie Amell è un piacere per gli occhi (sapete chi è suo cugino, no?) e in questo film porta avanti una buona interpretazione, che già aveva dimostrato nei suoi progetti precedenti con altrettanto impegno. Potrebbe essere inizialmente scartato come un personaggio ‘clichè’ ma già da metà film diviene chiaro che è impossibile considerarlo tale e viene anzi naturale tifare per lui – malgrado sia un ragazzo popolare, stella dello sport e un po’ troppo preoccupato dell’opinione dei suoi amici. Diversa è invece Bella Thorne, che nei panni di Madison da sfoggio di una crudeltà tipica degli adolescenti con un po’ di potere, che è preoccupata più del titolo di reginetta e di chi è il suo fidanzato che dei sentimenti dei suoi coetanei. Un pò marginale e anzi banalotta la parte di Toby – e vi sfido a dirmi il contrario.

Conclusione? Un film divertente e leggero, che può tranquillamente rallegrare le vostre serate estive, senza necessariamente ricascare nei vecchi clichè.

P.S. In occasione del Giffoni Film Festival, Simone aveva intervistato la doppiatrice di Casey, una delle migliori amiche di Bianca (Mae Whitman) e qui potete trovare il suo articolo.

Katia Kutsenko

Cavaliere della Corte di Netflix e Disney+, campionessa di binge-watching da weekend, è la Paladina di Telefilm Central, protettrice di Period Drama e Fantasy. Forgiata dal fuoco della MCU, sogna ancora un remake come si deve di Relic Hunter.

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