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J.J. Abrams, il timone di Star Trek su come rilanciare il film

J.J. Abrams, il regista di Star Trek, e i suoi autori, Roberto Orci e Alex Kurtzman, hanno detto ai giornalisti che è il momento perfetto per rilanciare la vecchia serie 43enne. “Star Trek è essenzialmente una storia ottimisitica!, ha detto Abrams il mese scorso in una conferenza stampa a Beverly Hills (California). “Racconta (di) un futuro in cui si collabora, si sopravvive, si lavora insieme, un futuro di generazioni miste,… politiche, razziali e speciali e l’idea di voler mantenere tutto questo si adattava perfettamente al senso del film”.

Abrams ha aggiunto: “Ci sono stati molti film negli ultimi anni, molti dei quali sono piaciuti a tutti, che hanno descritto un futuro scuro, triste, cinico, grigio. E questo non è quello che ha creato [Gene] Roddenberry e non è quello che ci interessa fare.”
Di seguito delle domande tratte dal resto della conferenza stampa e riportate da SciFiWire.com. (Attenzione, eventuali spoiler!)

Se ci fosse un secondo film, penserebbe di tornare a una delle storie classiche della serie originale?
Orci: Non ne abbiamo parlato, veramente. Aspettiamo di vedere come reagiscono le persone e che il film esca e faccia il proprio corso, senza fare troppe supposizioni prima di vedere la reazione…

Il film parla di un viaggio nel tempo e fissa una linea del tempo alternativa. Ci spiegherebbe come mai ha deciso di farlo e, ovviamente, dove pensa che stia andando?
Orci: L’abbiamo fatto semplicemente perché… questo film doveva essere per i nuovi fan, a causa dei costi e delle pressioni, ma non poteva nemmeno rinnegare quello che i fan conoscevano e non poteva non rispettare quello che io, in qualità di fan, apprezzavo di Star Trek. … La libertà è letteralmente comprata dallo Spock di Leonard Nimoy nel contesto di un viaggio nel tempo. Tutto questo è raccontato negli episodi di Next Generation, resi fondamentali, essenziali. Sembrava la soluzione perfetta per introdurre qualche novità, così avresti potuto seguire gli episodi pur non sapendo niente delle storie precedenti, ma se le conoscevi, allora potevi semplicemente goderti il seguito delle avventure di Spock (Leonard Nimoy).
Kurtzman:
L’altro problema che abbiamo avuto è stato che… quando abbiamo detto “Ok, lo vogliamo fare veramente”… ecco, noi sapevamo il destino dei personaggi.  Sapevamo che qualcuno sarebbe morto. Sapevamo che qualcuno sarebbe sopravvissuto. Così come fai a metterli a repentaglio in maniera davvero imprevedibile e sorprendente per il pubblico? Ancora una volta, perché è una missione di cinque anni, così speriamo che ce ne sarà più di uno e quindi vogliamo che il pubblico sia capace di non andare avanti nella storia. E questo è quello che ci ha portato a una soluzione comune.

Per me è stato sorprendente vedere come il film fa in modo che i personaggi recitino le battute classiche della serie televisiva, ma in un modo del tutto naturale. Come avete fatto?
Abrams: Bè, anche da non fan, sai, [ci sono delle pietre di paragone]: “I’m giving it all she’s got.” … “Beam me up.” Se dovessi vedere un film di Star Trek e non vedessi alcune cose, mi sentirei imbrogliato in qualche modo. Ma l’enorme intuizione dei testi di Bob e Alex è stata non inserire queste cose che non sarebbero esistite senza quelle scene. Cioè, c’erano situazioni talmente reali, necessarie, specifiche e indispensabili e queste battute arrivavano proprio in quei momenti in cui te ne rendevi conto, ma erano talmente connesse alla scena e amalgamate con il contesto, che in realtà non pensavi “Oh, certo, ho capito la battuta”. Venivano pronunciate inaspettatamente. Ti avrebbero sorpreso. Quando leggo il copione, penso “Questa è geniale!”. Quindi è divertente come… scrivere queste battute era al secondo posto. E ora pensiamo “Sì, sì , sì”, un effetto collaterale di mettere nel copione queste battute sarà… apprezzamento e consenso per quello che le persone… fan di Star Trek seguono da anni.
Kurtzman: Tipo “Possiamo metterci questo qui?” “No.”  Sai una cosa? Alla fine, penso, dopo averlo sfoltito, è stato subito chiaro che,… dovevamo avere il testo più organico e emozionante per questi momenti. E quindi, una volta che potevamo farlo, ci avrebbe detto quale sarebbe stato il posto perfetto.

Il film è una vera lettera d’amore per questi personaggi. Ma hai apportato dei cambiamenti importanti nelle regole e nella struttura. E poi, se fossi un bambino che sta giocando a Star Trek sul retro, quale personaggio saresti?
Abrams: penso che tu abbia ragione. Voglio dire, il film è tutto basato sui personaggi; è una lettera d’amore per i personaggi. Ecco perché ho voluto essere il regista. Quando ho letto il copione, mi sono letteralmente… innamorato di loro. All’inizio, se tu mi avessi chiesto  “Chi è il tuo preferito?” – “Quale interpreteresti?”, avrei risposto “Bè, forse nessuno. Non mi identifico in nessuno di loro.” – mentre invece ora direi “Non potrei sceglierne uno, perché li amo tutti”. Non mi sono mai sentito Spock. Non mi sono mai sentito Kirk. Non ero Bones. Non ero Scotty. Non ero Uhura. Non ero Sulu. Non ero nessuno di loro, in realtà. Ora mi sento come se li amassi tutti e li conoscessi tutti. Penso che nessuno di loro sia sacrificabile. Penso che il genio di quello che Roddenberry ha creato è che il paradigma di tutti questi personaggi… scopri l’identità, l’ego, il superego. Il gruppo, ovviamente.
Ma dietro ai semplici Kirk, Spock e Bones, specialmente in questo film, [al]la fine del film ti rendi conto che loro non ci sarebbero se non avessero fatto tutti il loro lavoro. Questo significa che ognuno di loro ha contribuito in maniere determinante e ognuno di loro ha… messo la propria vita nelle mani degli altri. Per non parlare del fatto che se dovessimo fare un altro film – chissà quale sarebbe la storia? Ma devo dire che mi è piaciuto molto il fatto che in questo ogni personaggio era assolutamente indispensabile e riesci a conoscerli in un modo che io personalmente non avrei mai pensato possibile prima.

Hai scelto Majel Barrett Roddenberry per dar voce al computer prima che lei morisse e il film diventasse una dedica a lei e a Gene Roddenberry.
Abrams: Siamo stati molto fortunati ad avere Majel per dar voce al computer Starfleet come nei film e nelle serie. Un giorno lei è venuta sul set mentre stavamo girando sulla Narada [la barca di Nero Romulan]. Ed è stata semplicemente adorabile ed elegante, divertente e solidale. È fantastico, sai. Stavamo lavorando con Nimoy, quindi sapevamo di avere qualcuno che vi fosse stato e ne avesse fatto parte e … Walter Koenig [il Chekov originale] ha visto il set, ed è stato stupendo. E Nichelle [Nichols, la Uhura originale] ha visto il set. Abbiamo fatto colazione con George Takei [Sulu]. Ma avere Majel stato diverso. Perché, sai, lei … lavorava sia dietro le quinte che con la telecamera. E sentirla dire… in pratica ha detto che a Gene sarebbe piaciuto quello che stavamo facendo. E questo ha significato molto di più di quello che avrei potuto dire io. E abbiamo sempre saputo che stavamo dedicando il film a Gene, perché non avremmo fatto tutto questo per nessun altro se non per lui. Però abbiamo dovuto aggiungere a malincuore il nome sulla cartolina alla fine, quando Majel se n’è andata.

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