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Recensioni Serie Tv

Hannibal: recensione dell’episodio 1.01 – Aperitif

Bryan Fuller ci riprova. Dopo averci fatto sognare con lo splendido, incompreso e sfortunato Pushing Diasies, passando per una toccata e fuga in quel di Fringe fino a riproporre un classico come Mockingbird Lane durato solo il tempo di un pilot, ecco che Mr. Fuller tira fuori il suo asso nella manica: trasportare sul piccolo schermo il personaggio di Hannibal Lecter che già nel 1987 il grande Michael Mann aveva pensato di portare sul grande schermo con Manhunter – Frammenti di un omicidio. Forse molti di voi associano più facilmente il nome di Hannibal al capolavoro del 1991 di Jonathan Demme Il Silenzio degli Innocenti (che ha avuto, nel 2001, un sequel diretto da Ridley Scott) dove ad impersonare the cannibal c’era uno straordinario Antony Hopkins. Molte volte ci scordiamo però, io per primo, che Hannibal è nato in realtà su carta per mano di Thomas Harris. Ed è proprio da uno dei romanzi di Harris, Red Dragon (da cui fu tratto l’omonimo film del 2002 di Brett Ratner), che Fuller prendere spunto per costruire la sua serie tv su uno dei personaggi più inquietanti del mondo dell’immaginazione

Hannibal101-3Aperitf  si apre su una scena di un omicidio che vede come esecutore il crime profiler dell’FBI Will Graham (Hugh Dancy). In realtà scopriremo poco dopo, quando il “nastro” comincerà a riavvolgersi in ralenti, che Graham non è il vero esecutore dell’omicidio ma si è soltanto immedesimato nell’assassino. Alla fine della sequenza lo ritroviamo infatti in un aula universitaria ad insegnare criminologia a dei ragazzi. Terminata la lezione Graham viene raggiunto dal profiler dell’FBI Jack Crawford (Laurence Fishburne) che lo richiama a lavoro per aiutarlo in un intricato caso. Da alcuni discorsi tra Crawford e Graham e da delle sequenze oniriche che lo vedono protagonista, si capisce il motivo per il quale quest’ultimo non lavora più per l’agenzia federale. Graham è diventato instabile mentalmente, nevrotico, asociale e la sindrome di Asperger che lo colpisce non fa che peggiorare la sua situazione. Ma tra tutta questa miriade di problemi Graham ha il “pregio” di immedesimarsi con estrema realtà nella testa (e nel corpo) dell’omicida. Insomma, per il caso delle otto studentesse rapite e assassinate da una serial killer che non si fa catturare Will Graham è la persone perfetta. Basta che non si faccia coinvolgere troppo nel caso altrimenti quella poca lucidità che gli è rimasta e che deve usare tutta per risolvere il caso si azzererà del tutto.

E Hannibal? Arriva soltanto dopo poco più di 22 minuti dall’inizio del pilot. Come presentarcelo se non mentre mangia con gusto un piatto di fegato umano? Una scena che dura poca secondi, quel tanto che basta per farci venire i brividi addosso. Questo anche grazie all’attore che impersona il dottor Lecter, l’attore danese Mads Mikkelsen già visto sul grande schermo lacrimare sangue in Casino Royale e venire ingiustamente accusato ne Il Sospetto di Thomas Vinterberg (ruolo che gli ha fruttato una Palma d’Oro come miglior attore all’ultimo Festival di Cannes). Hannibal101-2

Ma a convincere più di tutti in questo pilot è senza ombra di dubbio Hugh Dancy nel ruolo di Will Graham capace di regalarci un’interpretazione magnetica e affascinante di questo problematico profiler dell’FBI. Graham lavora costantemente di sottrazione per restituirci il fascino di questo personaggio che d’ora in avanti si troverà a lavorare fianco a fianco con il dottor Lecter. Possibile che una mente sopraffina come Graham non si sia accorto subito chi si cela veramente dietro quell’apparentemente innocuo psicologo? Sarà questo il piatto forte su cui la serie di Fuller dovrà continuare a stupirci dopo l’ottimo lavoro svolto durante il pilot. Se questo era solo l’aperitivo non vedo l’ora di arrivare a consumare l’intero pranzo.

Daniele Marseglia

Il cinema e le serie tv occupano gran parte della mia giornata. Nel tempo libero, vivo.

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