Eli Stone: una promessa non del tutto mantenuta
La premessa del plot di Eli Stone era interessante: un avvocato, che lavora in uno studio legale specializzato nel far diventare i ricchi ancora più ricchi, decide di dedicarsi a casi riguardanti persone comuni in cerca di un aiuto che, altrimenti, difficilmente riceverebbero; il tutto, condito dalle strane visioni che il protagonista omonimo riceve e che si materializzano sottoforma di aneurisma cerebrale diagnosticatogli dal fratello medico. Andando avanti con gli episodi, si scopre che il padre del nostro eroe, alcolizzato, è diventato tale per mettere a tacere quelle stesse visioni che ora “arrivano” al figlio. Eli, così, riesce a capire meglio il padre e le sue stranezze.
In ogni puntata assistiamo al “caso della settimana” che Eli (Jonny Lee Miller) cerca di risolvere grazie alle sue enigmatiche visioni, aiutato da un agopunturista, Dr. Chen (James Saito) che si finge cinese per avere maggiori clienti. I legal-drama hanno sempre avuto il loro fascino, ma le storie raccontante in questo telefilm non sono ricche di mordente ed emozione sufficiente da rimanere fissi nella memoria e non hanno quel significato che fa riflettere lo spettatore su ciò che è giusto o no e qual è il limite dopo cui non ci si può spingere. Ecco: questo telefilm, come spesso accadeva con i legal-drama passati, non portano lo spettatore a capire che non tutto è nero o bianco. Qui l’attenzione è tutta sulle visioni che Eli riceve e meno sui casi che segue e le persona che è chiamato ad aiutare da una forza superiore. Anche queste visioni, però, hanno un punto debole: ogni telefilm che si rispetti (come ogni storia che viene raccontata, dopotutto) si basa su una storia d’amore tra i due protagonisti ed il coinvolgimento romantico che troviamo in questa serie è quello strano e ingarbugliato con la collega del protagonista, l’avvocatessa Beth Keller (Laura Benanti) che sta facendo pratica nello studio legale in cui lavora Eli e che sta per sposarsi. La domanda, però, è: dopo che Eli ha avuto una visione del futuro in cui lui è sposato ed ha addirittura un figlio con la sua collega, lo spettatore è ancora interessato a seguire le loro vicende ed appassionarsi al loro tira e molla se sa già come andrà a finire? Probabilmente no.
A vivacizzare l’ambiente di lavoro c’è l’assistente del nostro avvocato, Patti (Loretta Devine), che rimprovera e fa riflettere Eli, facendo le veci di una madre. Il capo dello studio legale è Jordan Wethersby (Victor Gaber) che è molto affezionato ad Eli, soprattutto perché sta per sposarsi con la figlia (anche lei avvocato, ma in uno studio differente) Taylor Wethersby (Natasha Henstridge). Taylor, però, non riesce a stare vicino ad Eli dopo aver scoperto l’aneurisma così i due si lasciano già dai primi episodi. Questo fatto, sommato alla scelta di Eli di intraprendere casi che portano pochi soldi allo studio legale, fanno scemare la stima che Jordan ha verso Eli.
Non tutto, però, in questa serie del 2008 è negativo. La recitazione di Jonny Lee Miller, ad esempio, è ottima e la forza che dà al suo personaggio ce lo fa amare già dal primo minuto di visione. I primi episodi della prima stagione hanno una forza narrativa che va perdendosi in quelli successivi e che diventa quasi nulla negli episodi della seconda in cui Eli Stone riceve, addirittura, la visita di Dio (o dovrei dire Dea?)! Una splendida Wynona Rider che propone uno scambio equo al protagonista: “riprendersi” le visioni (dopo che Eli, a seguito di un’operazione al cervello per asportare l’aneurisma, aveva perso) in cambio di un aiuto divino. L’avvocato, così, torna ad avere le sue visioni ed ad aiutare gli indifesi.
In conclusione: se vi piacciono i legal-drama ed il soprannaturale vi stuzzica la curiosità, posizionatevi davanti alla tv per seguire le vicende legali di Eli Stone… ma siete avvertiti: non fatevi troppe aspettative perché potrebbe deludervi.