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Recensioni Serie Tv

Visitors, un tuffo nel passato: ricordate i fagocita-ratti?

Ero molto piccola quando attendevo con ansia  le venti e trenta del mercoledì sera. Mi sedevo sul mio divano beige e sintonizzavo, emozionata, la tv su Italia 1. Non sgranocchiavo patatine, non dicevo una parola: restavo semplicemente lì -occhi sgranati- immobile per ottanta minuti. Il motivo di tale frenesia era un telefilm: i Visitors. Alcuni di voi lo ricorderanno, altri non ne avranno mai sentito parlare, ma credetemi: era qualcosa che ti incollava alla tv! Almeno chi, come me, era una bambina di quattro anni moderatamente impressionabile.

Non avevo mai visto i due film che precedono la serie a puntate, né avevo nessun senso critico o dell’estetica, ero semplicemente affascinata da un mondo di eroi senza banalizzazioni. Ora, non fraintendetemi, non sono un dinosauro -devo ancora compiere ventisei anni- non ho vissuto in un’altra epoca e non ho nostalgia degli anni dei Beatles: e allora perché quando penso ai Visitors mi viene in mente un mondo così attraente? Forse perché lo stupore non era dato da banali effetti speciali ma da una storia avvincente appesa al sottile filo tra il verosimile e il ridicolo.

Eccola: trentuno astronavi aliene stazionano sul cielo delle più grandi città del mondo. Ci siamo, sono tra noi! A quanto pare non sono malvagi. Hanno solo bisogno di alcune sostanze chimiche esaurite da tempo nel loro mondo: la quarta stella del pianeta Sirio. Recano in cambio il preziosissimo vaccino contro il cancro. Tuttavia qualcuno non crede che i “visitatori” siano in buona fede: il reporter Mike Donovan, salito di nascosto sull’astronave madre, viene fatto prigioniero. Ma prima ha potuto scoprire l’orrore: il volto umano e la voce metallica degli alieni nascondono un aspetto in realtà terribile: quello di lucertoloni giganti con la lingua biforcuta che si nutrono di topolini ancora vivi. Non sono solo brutti ma anche cattivissimi dato che hanno come progetto l’asservimento dell’umanità. Mentre un gruppo di uomini coraggiosi, aiutati da alcuni alieni ribelli, organizza la resistenza, i visitors si impossessano dei mezzi di comunicazione terrestre. Intanto Robin, una dei partigiani partorisce i figli concepiti col visitor Brian: una bambina e una lucertola. Ecco l’antefatto, non anticipo altro ragazzi. Il telefilm si commenta da solo: una bella storia è allegoria di un mondo terribile e, purtroppo, completamente umano dove i bambini a volte si ammalano di cancro. Dove un partito politico, durante la guerra, si impossessa dei mezzi di comunicazione per fomentare le masse. Dove un gruppo di partigiani ha davvero lottato per la libertà…

PS: arriva il remake, io personalmente non ne so nulla ma credo che mancherà del tutto l’attenzione a questi temi sociali (noi che vediamo tutto in bianco e nero preferiamo i supereroi agli uomini semplici ma coraggiosi!). Se riuscite guardate l’originale. Un bacio, Valentina.

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