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Recensioni Serie Tv

Senza traccia: un vero poliziesco

Gli scomparsi. Le loro foto, i loro volti, le loro vite immaginate da una mente indagatrice e alterata che afferma lei stessa d’esser stata vittima di una sparizione. (Heim Scott, Le sparizioni)
New York. Qui, come in ogni altro posto del mondo, la gente scompare.  Maggie Cartwright, ventotto anni, single, agente di marketing; Gabe Freedmann, undici anni, il padre lo perde di vista a una stazione della metropolitana, non lo vedrà più. Soli, forse al buio, con il cuore in gola attendono che un angelo li porti in salvo.

Cambio di scena. E’ ora di pranzo: è disperso un autobus con a bordo 13 ragazzini. La città è sconvolta perché dei passeggeri non si ha più notizia: gli ostaggi sono ancora tutti vivi? E dove sono stati dirottati? Finché arriva la richiesta di un riscatto firmata da due ragazzi della stessa scuola. Per ignari motivi pretendono un patrimonio.

La squadra di agenti federali, capitanata da Jack Malone, il più preparato team newyorkese nella ricerca di persone scomparse, si occupa di questi e di altri innumerevoli casi. Sono agenti addestrati a non trascurare il minimo dettaglio utile all’indagine: fiutano, zelanti, tracce inesistenti delle presunte vittime per trarne anche il più insulso indizio: carte di credito adoperate per i più strani servizi, improbabili targhe di automobili rubate, conti aperti in alberghi sperduti e labili contatti con presunti familiari. Ogni indizio è una prova che potrebbe condurre a un luogo di prigionia oppure al buio anfratto di una provvisoria  sepoltura.

Ogni membro della squadra, impegnato a tempo pieno in un’indagine, è un devoto. Un uomo pio che mostra assoluta dedizione  sia agli scomparsi sia alle famiglie che sofferenti vivono ore di angoscia nell’attesa. Che dedica ogni attimo all’aiuto di quelle famiglie tanto da trascurare la propria fino alle estreme conseguenze. Fino a dimenticare quel distacco clinico necessario a non impazzire. Ma lo stacanovismo è d’obbligo: se al mondo esiste una cosa meravigliosa questa è l’eroismo. Che non è mai desueto e tantomeno immotivato!

Ragazzi, se guardate “Senza Traccia” non aspettatevi (deo gratias!) una specie di telenovela ballerina che fa giravolte intorno alle vite dei protagonisti. Aspettatevi, come è giusto che sia, uno specchio ritraente persone vere disperatamente affannate in orrori quotidiani. Eroi “dilandoghiani” che combattono i mostri della mente umana. E domani occhio al telegiornale, potreste sentir parlare della squadra di Jack Malone!

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