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Will & Grace: la cristallizzazione degli anni ’90. La recensione dell’episodio 9.01 – 11 Years Later

Il termine revival è uno dei più utilizzati degli ultimi anni nel mercato televisivo. Quasi un terzo di tutte le serie mai trasmesse negli ormai lontani anni’90 stanno infatti subendo una sorta di resurrezione. Qual è però il motore che si cela dietro questa corrente necrofila? La nostalgia dei fan? I portafogli dei vari network? O semplice bisogno creativo degli scrittori di aggiungere qualcosa in più ad un’opera a loro dire mai compiuta?

Rispondere a questa domanda è veramente difficile. Molto spesso è infatti la nostalgia ad incontrarsi con le necessità economiche dei network. Basta infatti questo a spremere ulteriormente un cast defunto e degli sceneggiatori ammuffiti per tirare fuori un revival tiepido di cui evidentemente non c’era bisogno. Ci sono però delle volte in cui è il creatore – pensiamo a Gilmore Girls – a riesumare la serie nel tentativo di mettere la parola fine, anche se questo non assicura un risultato valido e slegato dalle regole del settore.

Con Will & Grace come è andata? Chi ha preso in mano il defibrillatore? La beneamata sit-com gay friendly degli anni ’90 ha seguito un percorso totalmente inusuale. Ricomparsa l’anno scorso con una puntata a sorpresa dedicata alle elezioni è riuscita a stupire tutti. Dai fan che si sono ritrovati la scrittura fresca e frizzante delle vecchie stagioni al network, che vista la calda risposta al breve sketch non si è fatto scappare l’occasione. E dopo un anno di attesa eccoci qua a recensire l’inizio della nona stagione di Will & Grace.

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UN RITORNO AGLI ANNI ’90

Sentire le risate da studio nel 2017 ha fatto un certo effetto. Ormai di comedy valide ce ne sono poche e tutte puntano su un humour meno chiassoso delle loro antenate. Ma non sono di certo gli sghignazzi a fare da protagonisti in questa premiere. Sono infatti la recitazione degli attori e i sempre brillanti dialoghi a prendersi il palcoscenico.

Se infatti qualcuno si fosse visto una puntata a caso delle stagioni originali di recente – tolto l’invecchiamento degli attori – probabilmente non avrebbe colto nessuna differenza. I dialoghi sono sempre pungenti e interessanti e la recitazione si conferma ulteriormente valida. Jack è il solito gesticolatore folle, Will & Grace litigano che è un piacere mentre Karen è stupendamente se stessa.

Per cui una cosa è certa, nessuno potrà lamentarsi del fatto che la premiere fosse spenta o smorta. La serie pare infatti esattamente come l’avevamo lasciata: perfettamente cristallizzata nel turbinio degli anni ’90. Tuttavia questo fatto porta con sé un interrogativo. Ha senso presentare al colto – in ambito televisivo sia chiaro – pubblico del 2017 un prodotto perfettamente identico a se stesso?

Chiariamoci un attimo. Nella sua corsa originale Will & Grace è stato un successo senza paragoni e tutt’ora un rewatch della serie originale spiazza per la sua attualità di tematiche e di linguaggi. Tuttavia rimane un prodotto realizzato in quegli anni per quegli anni. Presentare al nostro pubblico qualcosa di perfettamente cristallizzato è un rischio perché da un lato appaga i fan di vecchia data, ma dall’altro non riesce a fidelizzare con i nuovi. Senza contare che anche gli affezionati finito l’effetto nostalgia possano decidere di guardare altro.

POLITICA, QUELLA VECCHIA VOLPE

La seconda riflessione che nasce dalla premiere è quella legata alla politica. Dopo la puntata speciale dedicata alle elezioni e la caratteristica di Will & Grace di appoggiarsi sempre all’attualità era inevitabile che Trump spuntasse fuori da qualche parte. Ma che un’intero episodio venisse dedicato al biondo aranciato d’America sicuramente pare di primo acchito una decisione azzardata.

La cosa positiva di Will & Grace è che ad ogni tematica viene dato il giusto peso. La chiave del successo della serie ai tempi è stata quella di parlare della tematica gay trattandola come qualcosa di normale senza renderla opprimente. Lo stesso avviene in questa puntata. E’ vero che Melania viene menzionata ogni due minuti però non c’è nessun attacco diretto a Trump ma soprattutto vediamo come gli ideali dei protagonisti soccombano in modo molto simpatico ai loro interessi. Grace si ritrova infatti a decorare l’ufficio ovale mentre Will è impegnato a flirtare con un senatore del Congresso.

Per farla breve, non importa di cosa si parli, basta che lo si faccia con intelligenza, ilarità e senza appesantire il pubblico. 

WILL & GRACE: UN RITORNO BENVOLUTO

Squillino le trombe! Rullino i tamburi: Will & Grace è tornato con una puntata che ci ha riportato ai vecchi fasti della serie. Sicuramente gli interrogativi sono molti: riusciranno gli autori a mantenere la serie fresca pur rimanendo vincolati ai canoni del passato o intendon svecchiarla man mano, un po’ alla volta?

Resta il fatto che ritrovare i nostri beniamini immutati e lo spirito della serie è una gran gioia. Alla prossima settimana!

Giacomo Ponta

Shippatore folle e divulgatore del “Now kiss!” sogna di diventare un dottore nella speranza di non morire in un incidente aereo o durante una sparatoria. Alla ricerca della batcaverna sin dalla tenera età si destreggia nel collezionismo di manga e fumetti saltando tra cinema e serie TV. Ha un debole per i legal drama, i supereroi e tutto ciò che è trash.

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