
Westworld: Recensione dell’episodio 1.05 – Contrapasso
“Vedo degli Emmy nel tuo futuro!” – anonimo addicted seriale su Westworld.
Ci sono due categorie di persone. Le prime sono quelle che ancora faticano – seppur in parte – a comprendere questa serie tv, con tutte le sue complessità e i suoi chiaroscuri. Tutte le altre, invece, sono le persone che hanno abbracciato la stranezza e fluidità di questo percorso ai confini del reale e ne stanno, passo dopo passo, assaporando le varietà.
Questo episodio fa un passo avanti che potremmo azzardare a definire brutale. Vediamo, infatti, recisi di netto alcuni concetti che avevamo iniziato a dare per scontati, concetti la cui fallacità ci getta inevitabilmente in uno stato di perenne domanda e sorpresa. Il cambiamento che maggiormente ci turba è quello in Dolores. Era ormai chiaro che la figura della giovane donzella bisognosa d’aiuto fosse il suo ruolo più vecchio e meglio sperimentato. È tuttavia altrettanto chiaro come la serie di eventi messa in moto da quel singolo moscerino sul collo (effetto farfalla vi dice nulla?) abbia trasformato Dolores in qualcos’altro, in qualcun altro.
La ragazza che vediamo farsi avanti per difendere il suo amico, che vediamo impugnare una pistola e uccidere dei soldati confederati che prima aveva giurato di non voler ferire, è una ragazza che non ha nulla a che vedere con la dolce fanciulla trascinata, notte dopo notte, nel capanno dietro alla fattoria di suo padre. L’abusata, sottomessa Dolores è ora una furia vendicatrice, che insieme all’abito azzurro si toglie di dosso anche l’ultima delle sue paure e accetta che, forse, dopotutto, ci sono ancora mondi e conoscenze che vale la pena apprendere e che la sua esistenza non è limitata come avrebbe potuto pensare.
Emblematica è quindi la scena che la porta a confrontarsi con Robert. Il confronto, che pare quello tra Dio e una sua creatura, è inquietante tanto da essere bellissimo. È impossibile distogliere l’attenzione dalla magnetica performance di Anthony Hopkins, impossibile non apprezzare il suo freddo e calcolatore essere io. Dolores è per certi aspetti la creatura che lui in parte ammira e in parte teme. Il misterioso dietro alla morte Arnold è senz’altro un’ossessione e Robert sospetta, giustamente, che Dolores sappia più di quel che dica. Ma fino a che punto, ci chiediamo anche noi, è coinvolta la bionda? Fino a che punto la ricerca del labirinto è interconnessa con Arnold, la sua morte e l’ossessione di Ford?
Quella del labirinto sta diventando una domanda sempre più pressante, tanto che lo stesso creatore scende nell’arena e si confronta con il misterioso uomo in nero. Guardare la battaglia di sguardi tra Ed Harry e Hopkins è l’equivalente all’alzare la testa e fissare la punta di un grattacielo: ci si sente piccoli, minuscoli perfino. Per un momento sarei stata pronta a giurare che l’uomo in nero fosse effettivamente il mistico Arnold ma la visita di Ford mi ha messo nuovamente fuori strada. Chi è il personaggio di Ed Harris e perchè è ossessionato dal labirinto?
Altro passo di cesura, tornando sul binario dei cambiamenti che questo episodio ha segnato, è quello tra William e Logan. Il personaggio di Ben Barnes non ha mai fatto nulla per essere simpatico e ora scopriamo anche il perchè. Lo scatto di rabbia di William fa pensare che probabilmente il suo capo e cognato abbia avuto ragione fin dall’inizio nel dire che avrebbe dovuto lasciarsi andare. Nel dire che c’era una parte di lui che teneva nascosta e che invece avrebbe dovuto liberare: perchè se non a Westworld, dove? Mi preoccupa leggermente questa nuova comunanza di El Lazo, Dolores e William ma suppongo di non poter far altro che aspettare e vedere dove ci porterà la loro traiettoria.
Ultima ma non meno importante è la sezione dedicata alle donne “dell’altro lato”, una reale e una non. Elsie aveva visto giusto quando aveva continuato a ripetere che l’ospite che l’ha quasi uccisa aveva qualcosa che non va. La sua caparbietà, e un pò di ricatto – onestamente aspettare il quinto episodio è stato anche troppo, io mi aspettavo le accuse di necrofilia già dal primo onestamente – la portano a scoprire cos’avesse che non va. Qualcuno sta sottraendo dati dal parco e per farlo usa i loro automi. Come, perchè, di chi tratta? Tutti nuovi quesiti che continuano ad aggiungersi alla pila di quelli a cui ancora cerchiamo una risposta.
Infine Maeve. Meravigliosa, unica, fantastica Maeve. La donna si risveglia da un sonno che, a questo punto, ci viene da domandarci fosse mai stato reale e saluta Felix, in posa nemmeno fosse una modella di qualche pittore. Maeve ha finalmente ciò che ha sempre voluto, un confronto con gli uomini che sa essere gli artefici della sua vita, morte e poi resurrezione. Non vedo l’ora di scoprire cosa dirà al povero analista e come andrà avanti la sua storyline!
L’episodio continua a stupire, meravigliare e porre domande intelligenti, facendoci quasi supplicare di avere ancora, di più e più a lungo. Si, è vero che ci sono due categorie di persone, quelle a cui Westworld piace e quelle a cui invece piace poco. Io, non ho paura di dirlo, amo questa serie alla follia. Forse tanto da non vedere qualche difetto, perchè niente può sfiorare la perfezione. Forse solo Lost.
Voto: 4.5/5
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