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Vinyl: Recensione dell’episodio 1.03 – Whispered Secrets

Una parte essenziale nella coltivazione è la potatura, bisogna con attenzione individuare le parti della pianta da tagliare, affinchè il resto germogli vigoroso. É un accurato processo di selezione, che rende possibile al soggetto in cura di ritrovare nuovi spazi e percorsi in cui poter prosperare. Ed è così che anche la pianta più malandata, quella che credevamo di poter buttare via, può sperare in una seconda chance, una seconda vita.

vinylDopo aver quasi detto addio alla sua American Century, Richie Finestra e il suo team si ritrovano ora a dover rimettere mano alla loro creatura partendo proprio da quello che è per loro la linfa vitale, il roster dei musicisti. In poche parole (e soldoni) bisogna tagliare i rami marci, quelli che creano poco o zero profitto, e permettere alla casa discografica di arruolare nuovi talenti che possano portare nuovo e fresco capitale nelle casse, nuova linfa che traghetti tutta la baracca verso quel nuovo mondo che il capitano vede e vuole raggiungere. Ma per quanto semplice sia mettere mano alle forbici, lo stesso non può dirsi per il processo di selezione delle nuove leve. Bisogna trovare il cavallo giusto, spazzolarlo bene, incrociare le dita e sperare che vinca la corsa. Serve molta preparazione e non è detto che funzioni tutto al primo colpo. E allora cosa fare nel mentre per battere un pò di cassa? Magari un bel medley di successi da piazzare nei negozi per Natale.

vinylNel mentre anche le api operaie, più per proprio ego che per amore verso l’ape regina,  cercano di portare a casa un risultato che stupisca Finestra e faccia rosicare gli altri colleghi. Da una parte c’è la segretaria/spacciatrice Jamie Vine, insieme all’invadente, arrogante e poco visionario Julie, con i suoi Nasty Bits, dall’altro l’irritante e infantile Clark con niente poco di meno che Alice Cooper. Ancora una volta Vinyl racconta un pezzo di storia (che presupponiamo sia vera, chi mai di noi ha avuto modo di partecipare ad una festa con Alice Cooper e Johnny Thunders o era presente ai primi djset di Kool DJ Herc?) portando in scena sia quei personaggi che hanno realmente calcato quelle scene, sia figure immaginarie che riprendono i caratteri e l’andazzo dell’epoca. Forse non sarebbe neanche il caso di ribadirlo, ma questa piccola incursione nella realtà Cooperiana, il boa, la prima birra del mattino e la condanna a morte sono la parte più spassosa di tutto l’episodio.

vinylVinyl è quella linea sottile tra realtà e finzione che Richie continua ad attraversare. E nel grande calderone finisce anche Andy Wahrol, con le sue macchine da presa sempre più sottili e le sue psichedeliche serigrafie, purtroppo per lui è la storyline, tra quelle presentate, che meno suscita curiosità. Devon non sembra altro, fino ad ora, che una casalinga disperata, strappata via dalla vita di viveur da un uomo da cui si aspettava ben altro di quello che ha avuto, che cerca ora di colmare quel vuoto con un giocattolo che in realtà non le è mai piaciuto. Non vedo, nel presente dei coniugi Finestra, alcuna alchimia al di fuori delle coperte. Anche perchè il nostro ha ben altri pensieri in testa. Lo inseguono alle cene di gala, bussano alla sua porta per ricordargli che deve seguire le regole, abbassare la testa e non preoccuparsi. Tutto si risolverà.

Dopo circa quattro ore di visione, possiamo dirlo: Vinyl non è una serie sulla musica, è una serie su e per gli addetti al settore. Quelli che quando sentono una nota riconoscono il sound, il marchio di quell’artista, quelli che sanno cosa indossavano i New York Dolls quella sera al Whiskey, quelli che sanno quale marca di birra Alice Cooper beve. E non ne faccio una questione di età, perchè anche tra chi non ha ad oggi 60 o 70 anni (facendo un calcolo approssimativo dovrebbero essere loro quelli che affollano i locali, gli studi di registrazione, i negozi di musica di quell’epoca) credo che questa serie possa fare presa.

Vinyl è il prodotto di uno strumento effimero e volatile come la televisione, dove tutto passa velocemente tra uno spot ed un altro, eppure paradossalmente ha bisogno di studio per poterne apprezzare pienamente le sfumature, le battute, la visionarietà. Questa è insieme la sua forza e la sua più grande debolezza.

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Valentina Marino

Scrivo da quando ne ho memoria. Nel mio mondo sono appena tornata dall’Isola, lavoro come copy alla Sterling Cooper Draper Price e stasera ceno a casa dei White. Ho una sorellastra che si chiama Diane Evans.

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3 Commenti

  1. Ecco diciamo che vinyl forse vuol essere sia troppo stratificato, ossia con diversi linguaggi motivazioni discorsi da fare, sia troppo di settore e quindi o uno spettatore ha entrambe queste caratteristiche oppure diventa difficile, nel senso se non hai nessuna delle due caratteristiche (che ti interessa il racconto stratificato o che sei un appassionato ed esperto del settore) dopo 10 minuti del primo episodio hai mollato, se hai una di queste due caratteristiche potresti essere arrivato al quarto episodio, se le hai tutte e due arrivi ad andare avanti se ne hai una sola inizi a far fatica

  2. Concordo pienamente con te Andrea. Penso anche che la stratificazione possa essere un riflesso dell’ambiente culturale in cui la storia si sviluppa.

  3. Io credo che seguirò almeno questa stagione fino alla fine. Anche perchè ho in mente dall’inizio un pezzo dei Rolling Stones che potrebbe chiudere le danze e voglio vedere se Jagger lo userà 😛 A parte gli scherzi, a me piacciono davvero tanto le narrazioni dilatate ma faccio fatica spesso a cogliere subito i riferimenti musicali.

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