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Vikings: Recensione dell’episodio 2.09 – The Choice

Scritto tra il 58 e il 50 a.C., il “de Bello Gallico” è l’opera più nota di Cesare in cui il generale romano racconta la sua conquista della Gallia. Ma, oltre che un prezioso compendio di strategia militare, il diario di guerra sorprende per l’attenzione dedicata alla descrizione degli usi e delle tradizioni delle popolazioni barbariche.

Vikings2x09ecbertaelleCiò che a Cesare interessava non era solo la vittoria, ma anche la conoscenza. È proprio questo comunanza di ideali a secoli di distanza che rende simili Ecbert e Cesare. La strage degli emissari del re del Wessex ordinata da Horik lasciava intuire che questo “The Choice” sarebbe stato incentrato sulla preannunciata battaglia. Eppure, l’episodio si apre nella quiete dello studio di Athelstan con il prete che legge ad un attentissimo Ecbert un frammento dell’opera di Cesare. Lettura importante per sottolineare tre aspetti fondamentali del sovrano: l’intelligenza di riconoscere che il passato è un maestro e che la cultura non è un inutile orpello (come invece crede il rozzo Aelle), il rapporto sempre più intimo con Athelstan rapidamente diventato non solo un utile testimone di un mondo ostile, ma un vero e profondo amico e la piena fiducia nelle proprie capacità e la consapevolezza di fin dove queste possono portarti. C’è in Ecbert molto del Ragnar della prima stagione. Se inizialmente era quasi scontato vedere in lui il villain (ruolo che è stato poi svolto dallo jarl Borg), gli episodi precedenti e questo, in particolare, chiariscono quanto Ecbert non sia un avversario di Ragnar, ma piuttosto Ragnar stesso. Athelstan aveva detto che Ecbert era come Ragnar, ma, in verità, è Ragnar a non essere più come Ragnar. Convinto del proprio essere superiore agli altri (con continui riferimenti alla sua discendenza divina) e accecato prima dalla vendetta contro Borg ed ora dalla volontà di non essere secondo a Horik, Ragnar sembra aver perso quel desiderio di conoscere che lo aveva spinto a veleggiare verso Ovest. Ed anche ha, in parte, smarrito la capacità di accettare l’altro da sé mostrando a tratti una superbia che Floki ha più volte sottolineato. Al contrario, Ecbert ha tutte le doti che aveva Ragnar, ma difetta proprio di quel volere ostentare la propria superiorità di cui è comunque consapevole. Ma Ecbert sa anche riconoscere che una vittoria può essere una moneta da spendere sul tavolo della pace perché solo questa può garantire la realizzazione di ben più ambiziosi trionfi.

Vikings2x09rolloNel “de Bello Gallico”, Cesare scrive anche “gli uomini credono volentieri ciò che desiderano sia vero”. Come Horik che invoca l’esempio di Odino per obbligare Ragnar e Lagertha ad affrontare in campo aperto l’esercito sassone. Sebbene il riferirsi al volere divino sia solo strumentale da parte di Horik (sempre più intenzionato a conquistare Floki alla sua causa), è innegabile che sia lui che Ragnar credono che basti desiderare la vittoria (da entrambi agognata per motivi diversi) per credere in essa. Con loro (e anche nostra) sorpresa, quelli che finora erano apparsi invincibili guerrieri sono costretti a subire la prima pesante sconfitta che li costringerà a ritirarsi lasciando sul campo innumerevoli morti e perfino un Rollo in fin di vita. Non è invece una sorpresa che la battaglia sia messa in scena con tanta accuratezza e mostri non solo le tecniche militari vichinghe, ma anche quelle dei Sassoni con il sapiente uso della cavalleria (suggerita dallo scritto di Cesare). Interessante notare come molte scene mostrino le abilità dei principali protagonisti tra cui si distinguono non solo i soliti (Ragnar, Rollo, Lagertha, Horik), ma anche Bjorn (ribattezzato Ironside con ennesimo riferimento alle divinità norrene), Erlendur (finora apparso poco più di un cucciolo fedele tradito solo dallo sguardo invasato alla fine di “Boneless”) e lo stesso Aethelwulf (in prima linea a guidare la cavalleria). L’umiliante sconfitta patita non fa che acuire maggiormente le divergenze tra Ragnar e Horik con Lagertha a giocare il ruolo di ago della bilancia dapprima in favore del re e poi dell’ex marito. Il successivo incontro con Ecbert conferma quanto il re del Wessex sia un abile stratega che muove le sue pedine (ed Aelle capisce ed accetta solo alla fine di essere una di queste e non un alleato con pari diritti) come Ragnar non può ancora fare perché costretto dal suo essere subalterno ad Horik. La scelta di accettare l’offerta di terre di Ecbert e quella di molti di servire come mercenari della ninfomane principessa Kwenthrith segna la prima frattura nella coesione dell’esercito vichingo, ma mostra anche la fedeltà della serie alla storiografia reale in ossequio ai canoni del romanzo storico.

Non è però questa la scelta a cui fa riferimento il titolo, ma piuttosto quella di Athelstan. Dalla crocifissione ad oggi, Athelstan aveva intrapreso un percorso che velocemente lo aveva ricondotto alla sua fede passata e alla passione per la cultura. Sebbene ancora violentemente scisso tra il credo cristiano e la naturalezza dei miti pagani, il rapporto sempre più stretto con Ecbert aveva offerto al monaco guerriero quel padre putativo che era stato per lui Ragnar (e non a caso tanto si batte per una loro alleanza e per entrambi invoca la protezione divina). Impossibilitato a scegliere tra due mondi ancora troppo lontani per essere riconciliati, ma entrambi a lui troppo cari per poter essere lasciati, Athelstan alla fine si affida non alla sua mente, ma al suo cuore. Non è un mondo che sceglie, ma una famiglia. E la sua famiglia sono Ragnar e Lagertha, Rollo e Bjorn, Torstein e Aslaug. Ecbert e il Wessex sono amici cari con cui condivide molte idee e modi di vedere. Ma Ragnar e Kattegat sono la sua casa. E a casa Athelstan non può far altro che tornare. Sempre che Floki (in ormai completo disaccordo con Ragnar) e Horik gli permettano di restarci a lungo.

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2.09 - The Choice

de Bello Gallico

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Winny Enodrac

In principio, quando ero bambino, volevo fare lo scienziato (pazzo) e oggi quello faccio di mestiere (senza il pazzo, spero); poi ho scoperto che parlare delle tonnellate di film e serie tv che vedevo solo con gli amici significava ossessionarli; e quindi eccomi a scrivere recensioni per ossessionare anche gli altri che non conosco

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