
Vikings: Michael Hirst parla del fato di Ragnar
Attenzione! Spoiler in arrivo per chi non ha visto l’episodio 4.15 – All his Angels
Vikings è iniziato seguendo le vicende di Ragnar Lothbrok (Travis Fimmel), ma non è mai stato soltanto la storia di un contadino diventato re. Mano a mano che le puntate si susseguivano, un intero mondo si è spalancato davanti ai nostri occhi, fatto di personaggi che più o meno ci hanno colpito subito (Lagertha, Rollo, Floki, ecc.ecc.). Eppure, l’intera serie ha sempre fatto di Ragnar il suo punto forte.
Come un altro show ci ha insegnato qualche tempo fa, la storia è il più grande spoiler (ciao, Pablo). Anche Ragnar alla fine ha pagato il suo pegno. A Variety, il creatore e sceneggiatore della serie Michael Hirst si è aperto su cosa verrà dopo Ragnar per Vikings:
[Variety]: Quando hai detto a Travis Fimmel che, prima o poi, il suo personaggio sarebbe uscito di scena? O forse lo sapeva già, data la natura storica della serie?
[Michael Hirst]: ‘Travis è entrato nel cast tardi, perché ho passato un sacco di tempo a scartare tutti quelli che si presentavano. Volevo un vichingo dall’aspetto intelligente, pensieroso, tranquillo. All’inizio di tutto, avevamo progetti solo per una stagione. A quel punto, Ragnar doveva morire. Eppure, quando ci siamo accorti delle grandi potenzialità della serie e dei grandi attori al suo interno, ci è stato chiaro che Ragnar doveva restare ancora vivo‘.
[Variety]: È stata una morte infernale per il dolore che ha sentito.
[M.H.]: ‘Ero sul set quel giorno. È stato incredibile, per chiunque fosse lì. Una scena memorabile. Ci sono degli aspetti sulla morte di Ragnar che assomigliano a quelli della Passione di Cristo. Ecco perché abbiamo pensato fosse necessario mostrare tutto quel dolore, perché avrebbe dato risalto alla sua morte. La tortura di Aelle è un modo per spezzare l’anima di Ragnar, ma è una cosa impossibile. È il trionfo dello spirito. Ma c’è anche l’elemento umano: un uomo che soffre, appunto. E quella scena è stata girata in Irlanda in pieno inverno, con un clima ostile. Non è stato semplice per gli attori. Travis si è ritrovato nella gabbia sopraelevata alla fossa per ore, e quando lui ci cade dentro è tutto vero. Mi aveva detto di essere tranquillo a girare quelle scene, ma quando è rimasto tutto quel tempo lassù e ha urlato le cose che Ragnar urlava è entrato appieno nel personaggio. Era Travis ad urlare. È stato un giorno pesante, quello che ci ha separato. Ha dato una carica particolare allo show, e di tutte le morti inscenate questa è stata la più toccante’.
[Variety]: Chi sarà più colpito dalla morte di Ragnar?
[M.H.]: ‘Avrà un grande effetto su Ecbert. Erano affini anche se diversi, e io considero anche l’episodio precedente una parte importante nel processo di morte di Ragnar. Sicuramente poi suoi figli, tutti. La sua morte li motiva, dà loro un nuovo scopo nella vita. E ci porterà alla prossima grande storyline dello show. Ho sempre detto che Vikings sarebbe stata la storia di Ragnar e dei suoi figli. Dall’episodio che avete visto, ne abbiamo girati già altri 25 e stiamo seguendo ancora la loro storia. Non c’è più fisicamente Ragnar, ma la sua presenza è ovunque. Anche Lagertha, Floki e Bjorn sono ancora vivi, e lui in loro. È la loro saga, anche perché storicamente parlando Ivar e Bjorn sono diventati più famosi di Ragnar’.
[Variety]: Quanto presto Ivar e i suoi amici torneranno in Inghilterra per vendicarsi? Ivar, lo sappiamo dalla storia, è stato uno dei leader.
[M.H.]: ‘Già dal prossimo episodio ci sarà la reazione dei figli alla morte del padre. Ragnar aveva già previsto tutto, quando aveva portato Ivar in Inghilterra, era tutto un piano vendicativo. Anche Bjorn tornerà: tutti i figli faranno parte di una grande armata’.
[Variety]: Una delle cose di più grande impatto visivo riguardo a Ragnar, è che proprio prima della sua morte è invecchiato tantissimo rispetto all’inizio del suo viaggio. Eppure per Travis Fimmel non sono passati neanche quattro anni, nel mondo reale.
[M.H.]: ‘È sicuramente temprato dall’esperienza. Ce l’ha scritta in faccia. È un elemento importante per me, ci sono show dove i personaggi non invecchiano e non succede mai niente. Ma Vikings riguarda persone reali ed eventi reali: qui si invecchia, si muore in un processo importantissimo. Nella prima stagione è davvero un giovanotto. In questi quattro anni, Travis è riuscito a portare sul suo fisico – ma anche nella sua mente – i segni degli anni passati da Ragnar’.