
Una regina più forte e determinata che mai. Victoria: Recensione episodio 2.01
Che nessuno potesse mettere i piedi in testa a Victoria (Jenna Coleman) – nonostante la sua statura – era stato chiaro già dalla prima stagione. Regina a soli 18 anni, la giovane si era destreggiata (non senza qualche intoppo) negli intrighi politici di un paese bisognoso di una guida. Prima con l’aiuto di Lord M (Rufus Sewell) ed in seguito con quello di Albert (Tom Hughes), la regina Vittoria aveva dimostrato non soltanto eccellenti doti politiche ma anche una forte umanità, entrambi dentro e fuori dal proprio matrimonio.
La seconda stagione di Victoria punta proprio a ricordarci “con chi abbiamo a che fare”.
Una spaccatura tra famiglia e Stato nella premiere di Victoria

Era stato fin da subito evidente che la nuova stagione si sarebbe concentrata – come storicamente è giusto che sia e come le stills di questi episodi avevano fatto intendere – sul conflitto tra maternità e obblighi di stato. Vittoria aveva dato alla luce la sua prima figlia – Vittoria anche lei – nel finale della scorsa stagione e la vediamo sottoporsi a pratiche quasi ridicole nei mesi successivi alla nascita di sua figlia. Non le è permesso entrare in chiesa se non dopo essere stata purificata per aver partorito (ah, davvero?) e neppure può camminare senza un’obsoleta sedia a rotelle, avvolta in mille scialli, con il povero Dash in grembo. Con il senso di ribellione che sente ogni spettatrice, anche Vittoria non si sottomette al dictat della corte e subito toglie di mezzo sedia, periodo di reclusione e chiunque si azzardi a dirle che deve riposare.
Il primo conflitto evidente che affronta è quello dentro di sè. Con un pò di timore chiede a Harriet se lei avesse amato subito i suoi bambini, dal momento che è evidente che mentre il resto della corte è in adorazione della piccola Vittoria, alla madre la bambina non fa nessun effetto. La culla se è costretta, in pubblico, ma non ha un affetto tipico delle madri – cosa che, al contempo, la infastidisce e la spaventa. Come sappiamo oggi non è insolito che le donne soffrano di depressione post-parto, ma qui si parla della Regina. Vittoria vuole essere la migliore, in tutto, un esempio da seguire anche nella maternità. Harriet la rassicura, naturalmente, ma questo non cambia le cose.
La coppia che potrebbe (nuovamente) tornare ad essere un triangolo
Proprio come il suo essere madre non cambia il suo desiderio di essere Regina ed essere presa in considerazione come tale. Albert tenta di sgravarla del peso degli affari di stato, ma fallisce quando le nasconde qualcosa di tanto importante quanto la sconfitta in Afganistan. “Sono la figlia di un generale!” ricorda Victoria a suo marito e al primo ministro Peel, infuriata oltre ogni dire, scoprendo del raggiro. Perchè, in qualunque modo la si voglia mettere, è un errore quello di Albert di nasconderle la verità, un errore che paga a caro prezzo.
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Perchè la maternità incide anche sul rapporto tra Victoria e Albert. I due litigano come non li vedevamo fare da… mai? La frustrazione derivante da una maternità che non si aspettava e poi dalle scelte politiche del marito, porta Victoria a infuriarsi, a lanciare oggetti, a gridare. Insomma, ad essere una donna molto più di quanto sia una regina. Ma è quella stessa furia, quella cieca determinazione che provano ad Albert che in fondo, dopotutto, è lui dalla parte del torto. Lo vediamo così sbrigarsi per arrivare in tempo ad una cerimonia contro cui si era fermamente opposto e applaudire alle doti oratorie della sua regina, di sua moglie, della sua amata. Sorride, scendendo a patti con il fatto che Victoria non è la tipica donna da relegare nelle sue stanze per prendersi cura di un neonato. E’ una regina, una forza della natura che nessuno è in grado di contenere, men che meno lui.
Nuovi arrivi e vecchi (piacevoli) ritorni

Si tratta tuttavia di una prima spaccatura tra Victoria e Albert, tanto che lei cita dopo tantissimo tempo Lord M e sottolinea che lui non l’avrebbe mai trattata come una bambina. E’ vero, Lord Melbourne non ha mai trattato Victoria come una ragazzina, ma si è largamente approfittato della fiducia che lei aveva riposto in lui, non dimentichiamolo. Aveva rimosso avversari politici e leggi che non gli piacevano con un mero sussurro all’orecchio della Regina. Sappiamo già che tornerà, ma non ci resta che capire quale impatto avrà il ritorno di Lord M su Victoria e, più precisamente, sulla relazione tra Victoria e Albert. Albert, dopotutto, non è mai stato un grandissimo fan di Lord Melbourne.
Re-introdotti nuovamente Ernest (David Oakes), Harriet (Margaret Clunie), Skerrett (Nell Hudson) e Francatelli (Ferdinand Kingsley), benchè le rispettive storie sembrino restare volutamente in disparte per dare maggiore respiro alla storyline principale. Dopo essersene andato a causa della verità su Miss Skerrett, vediamo Francatelli tornare sotto l’insistenza della Regina e di Mrs Skerrett, ora capo guardarobiera della regina. La storia tra i due, conclusasi sotto auspici dolceamari, ha lasciato speranze per il futuro, anche se al momento quel futuro è alquanto grigio.
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Proprio come è grigio il futuro del povero Ernest che, dopo una prima stagione passata a corteggiare Harriet, ora vede il marito – che sperava non incontrare mai – accanto all’oggetto di tutte le sue fantasie amorose. L’incontro tra i tre è alquanto imbarazzante e ci piange il cuore per il povero Ernest. Ma non sarebbe la prima volta che alla corte inglese qualcuno tradisca qualcuno, dico bene?
Un ottimo inizio con un episodio saldo e ben costruito
Poco spazio lasciato alla new entry Diana Riggs, che dovrebbe prendere il posto di Harriet nel corteo della regina. Strano vederla in panni diversi da quelli della Regina di Spine in Game of Thrones ma, non di meno, piacevole. Il suo personaggio, che ricorda una caricatura di Lady Violet, accompagna l’episodio con la sua sfrontatezza e schietta parlantina, tanto da rendere quelli intorno a lei a disagio in più di un’occasione.
Il primo episodio di Victoria si dimostra un episodio saldo e ben costruito. Ci spinge fin da subito ad abituarci ad un tono diverso dalla prima stagione, se vogliamo un tono più maturo e familiare. Il conflitto tra la famiglia e lo Stato, di certo un tema non insolito nei racconti dei regnanti su piccolo e grande schermo, è stato introdotto con decisione graduale, proprio come graduale la realizzazione di Victoria del suo dovere di imporre in modo ancor più forte il proprio controllo sugli impegni di stato. Un episodio che non pesa e non fa pesare i temi trattati, che serve da ottima introduzione alla stagione appena iniziata.
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