
Utopia: Recensione dell’episodio 1.05 – Episode 5
Un episodio folgorante, il migliore finora della serie e il che è dire tanto perché Utopia è decisamente un prodotto ben fatto e avvincente. Abbiamo spesso commentato negli scorsi episodi rendendo i giusti onori alla parte tecnica, sia per le scelte “cromatiche” e di fotografia, sia per la realizzazione di un prodotto con un ritmo incredibilmente serrato e senza pause che ha tenuto incollati gli spettatori al divano, ma avevamo ravvisato forse una pecca nella scrittura della storia generale e dei singoli personaggi. Qui, a mio giudizio, si sale di livello e si vanno a coprire le eventuali mancanze.
Lo scenario inizia a svelarsi e i pezzi del puzzle si riuniscono e ne viene fuori quella che secondo me è la vera perla stilistica della serie, molto più della violenza dei primi episodi è qui il cinismo totale e la voluta sfumatura di bene e male, o forse dovremmo più prosaicamente dire di due mali diversi che crea quel senso di attesa e voglia di scoprire di più nello spettatore. Il piano, Giano, non è come si pensava un genocidio etnico, ma il tentativo, brutale e senza pietà né fiducia nel genere umano, della risoluzione del più grande problema del futuro: la sovrappopolazione e la scarsità alimentare e di risorse. Il Network ha individuato la soluzione: sterilizzare con l’inganno il 90-95% del genere umano e riportarlo ad un numero accettabile di persone nel giro di 50/100 anni. La soluzione è di quelle che fanno accapponare la pelle, ma in un futuro prossimo, nel quale ormai la penuria più assoluta sia già iniziata e la fiducia nel genere umano di trovare una soluzione politica o tecnologica diversa si sia esaurita, il cinismo porta al trionfo l’idea più brutale e diretta, la violenza destinata a dare un futuro diverso, o quantomeno un futuro ai sopravvissuti. Certo non possiamo condividere la soluzione, ma il dilemma etico, che attanaglia lo stesso Wilson, che riesce a rappresentarne perfettamente lo strazio morale, viene brillantemente inserito nella serie e l’effetto nello spettatore è disturbante e geniale allo stesso tempo.
Parallelamente assistiamo alla storia di Jessica e Arby, anche loro alla caccia del manoscritto e di risposte. Già avevamo visto nello scorso episodio venire a galla verità sul passato del nostro grassoccio killer, ma ora approfondiamo sia su di lui che molto anche sulla stessa Jessica. Quest’ultima, perseguitata dai suoi incubi, inizia un “viaggio” di scoperta con quello che in una scioccante rivelazione scopriremo essere suo fratello (e quindi questo fatto getta ancora peggior luce sul loro defunto padre) che la porterà a rivivere i dolori e perdere quella sua granitica forma di controllo spietato che l’aveva fin qui contraddistinta. Certo, la svolta della famiglia rischia per alcuni palati di ricadere nel pericolo soapoperistico, ma io ho comunque trovato che nella loro contrapposizione i due personaggi di Arby e Jessica si completino e rendano le scene dove sono presenti insieme molto più interessanti e convincenti di quelle in cui sono separati.
Questi continui cambi di prospettiva, il cinismo che si sostituisce o integra la violenza, il ritmo serrato e la brillante regia, quindi, in questo episodio costruiscono un ottimo prodotto, di pregevole fattura anche se non adatto a tutti i palati. Ora non ci resta che il finale di stagione, che aspettiamo con grande hype