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Recensioni Serie Tv

Utopia: recensione dell’episodio 1.01 – Episode 1

Quest’anno la BBC sta sfornando un discreto numero di nuove serie davvero interessanti, molte delle quali caratterizzate da uno stile maturo e forte. Non fa eccezione Utopia, serie ambientata a Londra in un futuro prossimo, dove un piccolo gruppo di persone si ritrova in possesso dei manoscritti di una graphic novel di culto, intitolata “The Utopia Experiments”, sulla quale si vocifera sia stata in grado di predire i peggiori disastri dell’ultimo secolo.

utopia-101-02Sembrerebbe una premessa ridicola, ma dato il tono di apertura della primissima scena della serie, capiamo che qui c’è poco da scherzare. Due assassini cercano di impossessarsi delle pagine del manoscritto e per farlo uccidono a sangue freddo due ragazzi e un bambino in un comic shop, in maniera anche abbastanza sadica. Sadismo che in questo particolare assassino è possibile ritrovare nello stesso primo episodio poco più avanti, quando torturerà e cercherà di estrarre informazioni da Wilson Wilson, uno dei protagonisti, che invece sopravvivrà e riuscirà ad uccidere il suo aguzzino.

Protagonisti sono quattro membri di un gruppo conosciutosi su un forum online che parlava appunto della graphic novel e sono estremamente eterogenei. Partiamo da un bambino undicenne disagiato dei sobborghi, Grant Leetham (interpretato da Oliver Woolford), che si spacciava per ventiquattrenne sul forum. Poi abbiamo Becky (Alexandra Roach), convinta che la morte del padre per una strana malattia sia in qualche modo legata al “The Utopia Experiments” e determinata nel trovare la verità. C’è Ian Johnson (interpretato da Nathan Stewart-Jarret, celebre per il ruolo di Curtis in Misfits), esperto di informatica, scettico sulle proprietà “mistiche” della graphic novel. E infine c’è Wilson Wilson (Adeel Akhtar), un fissato per la sopravvivenza post-apocalittica e le teorie di cospirazione.

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Cosa volevano sapere i due “cattivi” nei vari interrogatori? Dove si trovasse Jessica Hyde. Chi sia questa Jessica non è dato saperlo. Probabilmente si tratta di qualcuno che ha delle informazioni importanti sulla graphic novel. E probabilmente questa opera ha davvero delle proprietà speciali, oppure nasconde qualcosa di importante. Perché in questo primo episodio non succede altro se non una fuga costante dei 4 del gruppo, che si incontrano dal vivo per la prima volta.

utopia-101-04In realtà dovevano incontrarsi anche con quinto, che però scoprono essersi suicidato. In realtà non si è suicidato, ma è stato ucciso dei due assassini. E il bambino, Grant, era presente (era entrato prima di nascosto per vedere di che persona si trattasse, dato che dovevano incontrarsi). Ovviamente i due cattivi scoprono dell’appuntamento e cominciano a rovinare la vita agli altri. Specialmente Becky e Ian, che vengono arrestati per violenza sessuale su minori. Ovviamente tutto falso, prove costruite al computer e inserite a sistema dall’organizzazione criminale che vuole recuperare il manoscritto dell’opera.

utopia-101-06L’episodio si chiude con l’arrivo, indovinate un po’, proprio di Jessica Hyde, che si presenta ai 4, probabilmente dopo aver testato la loro capacità di sopravvivenza a questa organizzazione criminale. In realtà sappiamo già alcune cose, leggendole su internet, ma non sarebbe giusto inserirle all’interno di questa recensione. Lascio alla visione lo scoprire gli aspetti più concreti legati alla storia. C’è infatti tutto un altro arco narrativo, legato a una persona che lavora al Ministero della Sanità inglese e che imbroglia il proprio superiore per ottenere una fornitura di un farmaco inutile a beneficio di una casa farmaceutica che evidentemente lo tiene sotto scacco per qualche motivazione. Dove andrà a parare questo altro arco? Forse la casa farmaceutica è la stessa che controlla i due assassini?

Quello che posso dire è che si tratta di un nuovo prodotto ben confezionato, con una regia decisamente molto interessante, caratterizzata da un lavoro di camera molto particolare, unitamente a una ricerca delle location decisamente particolare (in buona parte è girata a Liverpool), tanto da conferire un taglio “futuristico” e lievemente post-apocalittico, pur senza dover mettere in scena continui campi lunghi in computer graphics (chi ha detto Fringe?) o altre amenità che servono a dare l’idea di “fantascienza”.

Una serie bella tosta, serissima, fortemente inglese, che potrebbe rivelarsi davvero gustosa per gli amanti dello sci-fi.

Alessandro

Pianoforte a 9 anni, canto a 14, danza a 16 anni. Poi recitazione. Poi la scuola professionale di Regia Cinematografica. Poi l'Accademia di teatro di prosa. Anche grafica, comunicazione, eventi di spettacolo. Ma qui soprattutto un amore sconfinato per le serie tv americane e inglesi, con la loro capacità di essere le vere depositarie moderne della scrittura teatrale antica anglosassone.

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