
Under the Dome : Recensione dell’episodio 2.06 – In the dark
Non so quanto sia permesso dire quello che sto per dire, ma lasciate che vi riporti una istantanea dal dietro le quinte di questo sito che ci fate il piacere di consultare. La domenica mattina puntuale arriva la lista delle recensioni da fare e l’assegno per ognuno dei membri dello staff. E, puntuale, arriva la mazzata in fronte a chi dovrà scrivere qualcosa su Under the Dome ! Perché questa serie sembra ormai avere come unico scopo: incrementare il numero di spunti offerti alla rubrica “A life in trash” che, non a caso, si ritrova a citare qualche personaggio o situazione di questa accozzaglia di errori e orrori che sempre più è questa trasposizione sui generis del romanzo omonimo di Stephen King (e il fatto che lo stesso scrittore sia soddisfatto della riuscita getta pesanti ombre sui suoi gusti televisivi o sulla sua onestà intellettuale).
Non si chiede a tutte le serie di mostrare la stessa intensità emotiva di “The Leftovers” o la raffinatezza dei dialoghi di “Hannibal” o la superba recitazione di “True Detective”. Né tantomeno si pretende che la storia narrata abbia l’ingegnosa complessità di “Game of Thrones” o l’attenzione maniacale alla verosimiglianza storica di “Vikings”. Ma almeno che i personaggi siano un minimo interessanti e non macchiette stereotipate interpretate in modo molto approssimativo. Le quattro mani (come insistono a chiamarsi loro stessi) sono un esempio illuminante (solo uno dei tanti purtroppo) di quanto non funzioni in “Under the Dome”. Come da un po’ di episodi, anche in questo Joe e Norrie continuano ad essere alle prese con il loro tormentato rapporto fatto di gelosie e litigate. Solo che sia le sfuriate della ragazza acidella (credits to Flaminio Maphia) che le piccate repliche dell’intraprendente ragazzo modello appaiono una brutta replica dei peggiori romanzetti adolescenziali fatte di prevedibilissimi tira e molla tra dispetti reciproci e scuse immediate. Causa scatenante dei dissapori tra i due fidanzatini è la rediviva Melanie riemersa dal lago con il preciso scopo di trovarsi un fidanzato quale esso sia. Ora, che una persona che scopre di essere miracolosamente morta e risorta abbia voglia di sentirsi viva potrebbe anche essere un desiderio realistico. Che, invece di cercare di capire perché proprio lei è tornata e perché proprio ora e come ciò sia stato possibile, si dedichi a flirtare con il primo coetaneo che le capiti a tiro è, forse, meno comprensibile. Magari, sono io che ragiono male e sentirsi vivi significa andare in giro a trovare qualcuno da baciare (e poi Melanie ha subito legato con Julia che di queste cose è parecchio esperta). Però, quel “quanto assomigli a tua madre” detto a Junior prima di provare a limonarci sembra troppo una riedizione in salsa trash dei peggiori giornaletti porno dove il ragazzo inesperto va a letto con la migliore amica della mamma. Con questa premessa, ovvio che l’interesse verso il ritrovamento dell’uovo nero parte già menomato e non è di certo risollevato dall’ennesima pioggia di stelle rosa (ma l’uovo è un giocattolo pirotecnico ? non è che lo vendono sulle bancarelle a Napoli prima di Capodanno?) con l’aggiunta del monumento (diciamo così) in una città fuori dalla cupola.
Le quattro mani avrebbero dovuto essere le vittime di Sam che, dopo aver ucciso la irritante Angie (alzi la mano chi non ha silenziosamente gioito per la sua scomparsa), decide che, in fondo, la sacra missione che si era imposto può essere affidata anche a … Barbie! Ossia alla persona che più di tutte ha cercato sempre di contrastarlo, di mettergli i bastoni tra le ruote a prescindere, di arrestarlo anche per poi darlo in pasto ai cittadini infuriati (credici!) di Chester’s Mills. E ne è così convinto che prima prova ad ucciderlo e poi decide di suicidarsi perché stanco dei rimorsi per la morte di Melanie e non aver creduto alla sorella. Un esempio da manuale di coerenza, il caro estinto Sam. Come perfettamente coerente è anche lo stesso Barbie che prima sospetta dell’ex infermiere tanto da volerlo seguire per essere sicuro che non compia qualche altro misfatto; poi decide che separarsi è meglio, tralasciando il fatto che così potrebbe scappare ossia fare proprio ciò che Barbie stesso voleva evitare; infine diventa riconoscente per essere stato salvato dalla caduta giusto in tempo per potersi nuovamente imbufalire quel tanto che basta a minacciare di arrestarlo (che tanto, si sa, che nelle galere cittadine ci stai giusto un turno come in quella del Monopoli).
“In the dark” è il titolo di questo episodio, ma forte è la sensazione che nel buio si muovano proprio gli autori di “Under the Dome”. Alla fine di questa recensione restano solo due considerazioni. La prima è una inevitabile curiosità: cosa finirà in uno dei futuri articoli di “A life in trash”? La seconda, una poco professionale esclamazione di cinica soddisfazione: ah, mamma mia, ce lo siamo levati davanti ! povero a chi tocca al prossimo giro!
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2.06 - In the dark
Al buio
Valutazione Globale
Big Jim a Julia: “Is there a brain under that hair?!” Citazione dell’anno!
Ormai siamo totalmente alle comiche!
Barbie che dice: “sarebbe potuta andare peggio!” dopo che delle travi giganti gli sono rimbalzate sulla schiena.
E la tempesta di sabbia? Si sarà pure acidificato il terreno ed eroso ma allora sotto la cupola c’è un deserto! E un ventilatore gigante che umidifica l’aria in 2 secondi sistema il problema?! Ma quanti manuali di scienza per imbecilli si sono mangiati sti sceneggiatori?? Ma poi mi fa morire che la soluzione risolve il problema in 3 secondi.
Per il resto non so che dire. I dialoghi impossibili di Barbie e Sam (coppia trash dell’episodio) e i comportamenti perfettamente logici li hai già pienamente sottolineati tu, Winny.
Non mi resta che dire che quelli della cittadina, visto il loro alto grando di intelligenza, meritano davvero di morire tutti. Forse è questo che vuole la cupola
E la bocca dell’inferno? Porterà fuori tipo portale/buco nero/tana del coniglio?
Non voglio saperlo.
Io dico che sam non è morto ma è riuscito ad uscire…. ma poi è passato dal voler uccidere tutti a istinti suicidi nel giro di tre secondi… e che è? Ma vogliamo parlare degli esperimenti scolastici che facevano in questa scuola sotto la cupola? Mulini a vento giganti??? Ma io a malapena facevo quello dei semini di fagiolo nel cotone??? Ma vogliamo parlare della tizia non morta che ha l’ovaie che fanno l’aola!!! Ormai non smetto di ridere tutte le volte… Cupolone santo subito!
Ho appena avuto un flash… ma poi il sangue di Melanie cretina? Si sono dimenticati che la super prof lo stava analizzando? :O
Cate, mi sa pure a me che è uscito… =.=