Twisted: Recensione della summer season

Twisted, il nuovo mistery targato ABC Family, nonostante il traino dell’inossidabile Pretty Little Liars non è riuscito sino ad ora a brillare negli ascolti, stabilizzandosi sul milione e mezzo a puntata. I risultati, non del tutto deludenti, hanno spinto il canale ad estendere la stagione con un’aggiunta di dieci puntate, che saranno trasmesse a partire dal prossimo Gennaio e porteranno la prima serie ad un totale di ventuno episodi. Devo riconoscere, come già affermato nella recensione del pilot, che il plot di partenza era piuttosto interessante. Si partiva da un vecchio omicidio, il cui peso gravava sulle spalle del protagonista, Danny, che cercava accettazione e sostegno da parte delle vecchie amiche di infanzia Jo e Lacey, per concludere con un nuovo assassinio collegato da una collana al precedente di alcuni anni prima.

Dopo un avvio discreto però la serie, a mio avviso, non è riuscita a decollare: vuoi per la trama poco avvincente, che ha notevolmente faticato a mantenere il ritmo del pilot, vuoi per la poca consistenza dei personaggi, che nel corso di questa prima parte di stagione si sono dimostrati delle semplici macchiette, quasi ricalcate da altre serie di successo, senza aggiungere nulla di nuovo e sensazionale.

Danny, il protagonista, è ambiguo e difficilmente inquadrabile, probabilmente per scelta degli autori dato che in un giallo dobbiamo essere portati a sospettare di tutto e tutti, ma finisce per contraddirsi e mettersi continuamente nei guai tra risse, menzogne e tradimenti. Jo, innamorata segretamente di lui, lo assiste nelle indagini sull’omicidio, sempre pronta a dimostrare la sua presunta innocenza, mentre lui per tutta risposta instaura, invece, una relazione segreta con Lacey, che da ragazza popolare e ammirata perde nel corso di pochi episodi tutto quello che credeva fosse importante come le amicizie d’apparenza o la relazione col quarterback del liceo Archie. Poi c’è Rico, l’anima comica della serie, il migliore amico di Jo, nonché a suo volta segretamente innamorato di quest’ultima. Si crea quindi un quadrilatero amoroso in cui nessuno finisce però per essere ricambiato. Sul finire della prima parte di stagione entra in scena Tyler, nuovo interesse amoroso di Jo, che potrebbe smuovere le acque in una situazione già complicata di per sé.

Il cast adulto non brilla ugualmente di personalità. Da una parte troviamo Karen, la madre di Danny, sempre sotto accusa e sulla difensiva nei confronti del figlio e della cittadina che non vuole concedergli una seconda possibilità, dall’altra i genitori di Jo, Kyle e Tess, che entrano in conflitto nel momento in cui lo sceriffo locale, lo stesso Kyle, cerca delle prove che possano incastrare Danny, mentre Tess lo crede innocente.

Fondamentale per la trama è la scomparsa e la presunta morte del padre di Danny, Vikram, avvenuta sei mesi prima del pilot a seguito di un incidente aereo. Ciò che vuole stupire gli spettatori e il collegamento e la possibile relazione che i protagonisti scoprono si era instaurata fra quest’uomo e Regina, la vittima della prima puntata. Si alternano alle indagini le vicende private e sentimentali sopra descritte e soprattutto la difficoltà da parte di Danny di integrarsi in un ambiente che costantemente pone un muro dinanzi alla sua accettazione, un passato che non vuole e non può essere dimenticato, forse perché in fondo c’è ancora molto di irrisolto in tutta la faccenda.

Inaspettatamente l’azione giunge come di consueto tutta nel finale estivo, concentrata negli ultimi dieci minuti, in cui sono rivelazioni e colpi di scena improvvisi a fare da padroni, ma se il tutto si fosse diluito nel corso delle precedenti puntate probabilmente l’attrattiva e l’interesse nei confronti della serie sarebbe stato maggiore. Naturalmente il cliffhanger finale, con la scoperta che il padre di Danny è ancora in vita e legato a Tess, mi spingerà a seguire il proseguimento della vicenda a Gennaio, nella speranza che l’azione e il mistero accompagnino costantemente la narrazione, non in maniera sconclusionata come in Pretty Little Liars, ma con la giusta dose che risulta sempre godibile dallo spettatore medio.