
Touch: recensione episodi 2.01 & 2.02 Event Horizon & Closer
Premessa. Mi sono apprestato a vedere i primi due episodi della seconda stagione di Touch con tanto, troppo scetticismo addosso. La prima stagione, dopo un pilot molto convincente, è stata per me una grossa delusione. Il tema (non originale) del “filo rosso” che unisce ciascuno di noi a tutto il resto degli abitanti del pianeta Terra e che le cause delle nostre azioni si ripercuotono su qualcuno o qualcosa dall’altra parte del mondo mi ha sempre affascinato. Ma nonostante tutto questo, la serie ha cominciato ad accusare una stanca ripetitività già dai primi episodi, girando a vuoto su sé stessa e producendo episodi fotocopia uno dietro l’altro che riproponevano all’infinito la medesima formula. Visti uno, visti tutti. Solo nella parte finale della stagione si è cominciato ad intravedere una maggior rilevanza della trama orizzontale, una timida luce in fondo al tunnel che è riuscita ad invogliare quei pochi telespettatori rimasti a dare una seconda chance a Touch.
Ed è quindi con un po’ di sorpresa che Event Horizon e Closer proseguono in quella direzione sperata. Non abbiamo più “gli intrecci della settimana”, ma si continua con ciò che è stato costruito, come dicevamo, nel finale della prima stagione. Ritroviamo così Martin Bohm e suo figlio Jake in fuga dalla Aster Corporation, la società che cerca di rapire i bambini speciali come Jake, capaci di vedere come tutto e tutti siano connessi da una serie di numeri, per usarli in motivi ancora non del tutto chiari. La Sequenza di Amelia ha portato padre e figlio a Los Angeles e lì li ritroviamo ad inizio episodio. Come ci insegna Touch, nulla accade per caso e non casualmente Martin e suo figlio si imbattono in Lucy, quella che poi scopriranno essere la madre di Amelia, data per morta ma invece prigioniera della Aster Corp.
Già in questi due episodi si respira aria totalmente nuova. Si avverte subito una sensazione di pericolo incombente. La Aster Corp non si vede quasi mai, ma la si avverte continuamente, così come si avverte che tutte le azioni che compiono i personaggi hanno finalmente uno scopo ultimo e cioè quello di trovare Amelia, liberarla e, visto che ci sono, mettere in cattiva luce la Aster Corp. Il cambiamento c’è, si avverte ed è proprio quello che volevamo da Touch.
Molto positiva anche l’introduzione di un personaggio evil che molto probabilmente ci accompagnerà per tutta la seconda stagione. Si tratta di Guillermo Ortiz, uno psicopatico fondamentalista religioso che uccide tutte quelle persone che come Jake e Amelia riescono a vedere le connessioni e i collegamenti in atto tra le varie persone (i così detti “Righteous 36”). Ortiz uccide le sue vittime tagliandole la gola e non si può non notare che anche lo stesso Ortiz riporta una cicatrice proprio in quel punto. Questo indizio lascia spalancate molte porte ma ciò che ora mi preme sottolineare è la buona caratterizzazione del personaggio: inquietante, freddo e spaventoso. Chi avrebbe mai pensato durante la prima stagione di vedere omicidi così efferati all’interno di Touch?
Un altro personaggio interessante che farà parte del cast dei regular è Calvin Norburg, un giovane matematico che lavora per commissione della Aster Corp nella costruzione di algoritmi che la misteriosa società utilizzerà per i suoi scopi. Ma Calvin comincia a ribellarsi. Durante un incontro pubblico, Calvin sbotta e accusa la Aster Corp di utilizzare le sue formule non per gli scopi con cui era stato assunto, ovvero quello di risolvere gran parte dei problemi che affliggono il mondo (crisi economica, effetto serra, malattie, ecc.) ma per costruire della macchine più intelligenti degli esseri umani. Ma quel che è ancora più interessante è scoprire che Calvin ha con sé Amelia non sapendo però con quale scopo la tiene prigioniera. E’ Amelia a suggerirgli le formule? Oppure Calvin si serve di lei per andare contro la Aster Corp? Domande che troveranno certamente una risposta nel proseguo della stagione.
Nel frattempo, Martin e Lucy continuano la ricerca di Amelia e un collegamento a loro del tutto ignaro li fa avvicinare ancor di più a lei. E’ il nonno di Soliel, la bambina con la quale Jake ha stretto amicizia (anche qui non casualmente) al Luna Park che a sua volta è il compagno di un anziana signora, che lascia la sua vecchia vita da bibliotecaria per dedicarsi completamente ad un nuovo lavoro: fare da baby sitter ad Amelia.
Sul finale dell’episodio, Martin riesce a mettersi in contatto con Calvin non sapendo però che Amelia si trova da lui. Martin sente comunque di essere sempre più vicino ma noi immaginiamo che le cose non si risolveranno certo nel corso dei prossimi due o tre episodi, o almeno è quello che ci auguriamo vivamente. Touch è ripartito sbugiardando il sottoscritto fino all’ultimo maldisposto a reggere due episodi consecutivi di una serie che lo aveva molto deluso e annoiato nell’arco della prima stagione. Piccola nota finale: che goduria rivedere Keifer Sutherland prendere a sberle una persona e non continuare a subire come successo finora.