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Timothy Hutton racconta del finale di stagione di Leverage

L’attore racconta a iF Magazine del suo complicato ruolo nei panni di Nate Ford e dei suoi episodi preferiti della serie di successo di TNT. L’intervista è a cura di CARL CORTEZ e contiene possibili spoiler sulla serie.
Una delle squadre televisive più strane è la Leverage Inc. della nuova serie di successo LEVERAGE, su TNT: il protagonista è Timothy Hutton nei panni di Nate Ford, un ex-investigatore assicurativo che decide di formare una squadra di ladri per combattere le grandi società e gli individui che si approfittano dei singoli.

Dopo aver sofferto moltissimo per la morte di suo figlio (la compagnia d’assicurazioni per la quale lavorava non ha coperto le spese per una cura che avrebbe salvato suo figlio), Nate si è attaccato alla bottiglia e in molti casi è quasi riuscito a mandare a monte le truffe.

Per Hutton è stato molto divertente recitare questa dinamica e la Prima Stagione si conclusasi su TNT, con la seconda parte dell’episodio finale ‘The Second David Job’, diviso appunto in due parti: con questa truffa Ford e la sua squadra cercano di imporsi sull’uomo che aveva negato la richiesta assicurativa per suo figlio e che ha avuto la meglio nell’episodio della settimana scorsa “The First David Job.”

“Nell’episodio finale Nate non ha idea se mantenere unita la squadra” dice Hutton. “E credo che la squadra stessa non sia certa di voler continuare a lavorare assieme: sono tutti abituati a lavorare da soli e, nonostante col lavoro di squadra abbiano sviluppato una fantastica dinamica familiare, nel corso della prima stagione sono venuti a galla alcuni problemi di fiducia, come ad esempio in “The First David Job” con Sophie: secondo la squadra lei lavora per sé stessa e basta, e credo che alla fine il dilemma di Nate, ossia se vale o meno la pena continuare, si rivelerà appieno. Sarà necessario stabilire delle cose e bisognerà accordarsi su nuovi metodi di lavoro assieme, la conclusione sarà molto complicata e avvincente e ci porterà piacevolmente alla seconda stagione.”

Fin dall’inizio è stata la profondità del personaggio di Nate ad attirare Hutton che, col progredire della stagione, è stato contento di scoprire tutte le altre sfumature.

“Sin dall’inizio, quando ho letto la sceneggiatura, ho pensato che fosse un magnifico punto di partenza per qualsiasi attore” ammette Hutton. “Nate ha così tante cose in ballo e tanti demoni, e ha vissuto momenti molto oscuri. Quando riesce nuovamente a ricominciare a vivere, all’inizio della stagione, è  soddisfatto di lavorare assieme a questi ladri, che ha conosciuto per molti anni solo parzialmente, per aiutare altre persone, tanto che diventa la ragione per rimettere in piedi la sua vita e capisce che il modo migliore di aiutare sé stesso è quello di aiutare gli altri. Col passare della Stagione però realizza anche che lavorare con loro è piuttosto complicato, ci sono di mezzo questioni personali, di fiducia, e momenti in cui sente che alcune cose avrebbero potuto essere gestite meglio. Probabilmente loro pensano che lui avrebbe potuto gestire meglio sé stesso, piuttosto che sparire di tanto in tanto, bere, abbandonare la squadra e mandare quasi a monte alcune operazioni. Così verso la fine diventa piuttosto interessante: nessuno sa con certezza se vuole continuare, e ci saranno un sacco di rivelazioni; gli spettatori assisteranno a molti dialoghi tra i cinque che li avvicineranno molto cosicché, avendo aperto certe porte, forse non potranno più affidarsi l’uno all’altro”.

Mentre alla fine Nate troverà un po’ di pace, Hutton sostiene che nella Seconda Stagione ci saranno ancora dilemmi morali da risolvere, ma in un modo totalmente differente.

Hutton afferma che “Nate, al di là dei suoi obiettivi [nella Seconda Stagione], ha imparato quanto aiutare gli altri lo soddisfi profondamente, e gli ha fatto trovare una via d’uscita al suo passato oscuro, il suo senso di colpa e i suoi demoni”. “Il miglior antidoto per lui è aiutare gli altri. Sono sicuro che è cosciente di dover controllare il suo bere, anche se probabilmente lui lo vive più come una sorta di cura fai da te, almeno finché non interferisce con nessuna delle sue funzioni o abilità per truffe e piani. E allora è okay, è affar suo e il resto della squadra si conosce meglio, e probabilmente nella Seconda Stagione si affronterà questo discorso e forse Nate troverà un altro vizio.”

L’unione più o meno romantica di Nate e il personaggio di Sophie (Gina Bellman) ha costituito uno degli sviluppi più interessanti della Prima Stagione e, secondo Hutton, Nate dovrebbe essere più prudente al riguardo dopo che nella seconda parte dell’episodio finale ha saputo che Sophie era interessata unicamente a sé stessa e non alla squadra. Inoltre, con l’arrivo di Maggie, l’ex- moglie di Nate, si sono aperte nuove possibilità a conflitti futuri.

“Il tipo [di rapporto tra Sophie e Nate] si rivelerà da solo col tempo, e sicuramente nella seconda stagione si saprà cosa è accaduto nell’arco di tempo tra il primo incontro e l’ultima volta che si sono riuniti” spiega Hutton. “Già ci sono stati molti accenni, ma ce ne saranno ancora di più, e ancora non si è parlato di Maggie, l’ex-moglie di Nate: credo che possa ritornare e dare vita ad un triangolo molto complesso”.

Tra gli episodi preferiti di Hutton, c’è quello in cui i piani non sono andati come previsto.

“Mi è piaciuto un sacco ‘The Bank Shot Job’, come la squadra è riuscita a passare al Piano B, Piano C e Piano D a causa di eventi imprevisti” dice Hutton. “Non avevano idea del fatto che la banca sarebbe stata assaltata mentre stavano ultimando la truffa, e hanno dovuto prendere una decisione in fretta, comunicare tra di loro e agire rapidamente come squadra. Ognuno assume un ruolo che confonde in una situazione difficile, e questo mi è molto piaciuto, così come il luogo; in pratica ha alzato la posta in gioco. Mi è piaciuto ‘The Snow Job’ e anche ‘The Two Horse Job’, mi sono piaciuti gli episodi in cui per la truffa interpretiamo tutti personaggi differenti e assumiamo ruoli diversi. Tutti e cinque i personaggi sono in luoghi diversi, comunicano tra di loro e prendono decisioni in fretta e non sempre le cose vanno come avevano previsto. Gli episodi più divertenti sono stati quelli in cui sono dovuti passare al piano B, e infatti dico sempre a tutti: “Dobbiamo fare più episodi ‘Piano B’”.

Quando è iniziata la produzione di LEVERAGE la crisi economica non era assolutamente ai livelli deprimenti che ha poi raggiunto da quando la serie ha esordito, e Hutton afferma che nonostante ne sia stata toccata, ne è ancora immune e lo continuerà a rimanere, arrivando alla seconda stagione.

“Non credo che la serie dovrebbe rispecchiare esclusivamente la situazione attuale” dichiara Hutton. “Ci deve essere differenza tra quando leggi i titoli deprimenti dei giornali e quando guardi LEVERAGE. Contemporaneamente ci sono molte cose che stanno accadendo che possono costituire un soggetto avvincente, smascherando davvero persone che depredano altre. Uno dei migliori episodi secondo me è ‘The Snow Job’. Perciò sono sicuro che gli sceneggiatori siano persone coi piedi per terra ma, allo stesso tempo, non trasformeranno LEVERAGE in un documentario sulla drammaticità dei nostri tempi: deve essere una serie televisiva di intrattenimento che sì mostri anche quello che sta accadendo, ma alla fine il messaggio è che la vendetta è profondamente soddisfacente”.

 

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