
The Young Pope: Recensione degli episodi 1.07 e 1.08
A due episodi dalla fine, The Young Pope conferma la sua lentezza di fondo che fa storcere più di un naso. È una serie bella da guardare, neanche troppo impegnativa da seguire, alla ricerca di una sua identità (proprio come Lenny Belardo) ancora dopo otto episodi. E questo non può che essere un difetto.
Cosa vuole essere The Young Pope? Una serie che vuol mostrare cosa potrebbe fare un papa giovane al potere in Vaticano, un potere grande ma non sempre sfruttato? Oppure vuole semplicemente raccontarci la storia di Lenny Belardo, un uomo in continua e profonda crisi spirituale che però è riuscito ad ascendere al pontificato? Non si sa, perché rispondere a queste due domande porterebbe solo ad altre domande.

Lenny continua ad annaspare nella sua crisi. Ci sono tre eventi degni di nota che lo affossano, ma allo stesso tempo lo fanno rialzare in queste due puntate: la farsa del ritrovamento dei genitori, la morte di Dussolier e la scomparsa di Ester e Peter. I tre eventi sono però narrati in tre modi differenti.
I tre momenti chiave
La messinscena di Suor Mary e di Voiello prende più tempo, dal momento che riguarda da vicino il trauma più pesante subìto da Lenny. Questa farsa, come anche lui ammette quando decide di ringraziare Suor Mary piuttosto che arrabbiarsi con lei, gli permette non tanto di superare quel trauma, quanto di rinnovare la sua speranza nella possibilità di rivedere i suoi genitori. Gli ha anche garantito accesso a certi ricordi che sembravano sepolti nella memoria, come quello del profumo della madre. Lenny ne esce quindi rafforzato.
Gli altri due momenti sono trattati in maniera più leggera. Una preghiera per Dussolier, un momento struggente per Suor Mary e poi via verso l’Africa. Questo è un difetto notevole. Se ne parlava già nella scorsa recensione. Il modo in cui è costruita questa serie favorisce il completo predominio della figura di Jude Law sulle altre. Gli altri personaggi non sono trattati nello stesso modo, non vengono approfonditi, per cui quando Dussolier viene gettato dalla macchina lo spettatore prova poco o niente. L’intera vicenda di Dussolier nasce e muore sullo schermo senza una minima voglia di coinvolgere lo spettatore.

Il terzo momento chiave è ancora più emblematico, perché si tratta di una manciata di secondi in cui Lenny, dopo aver fatto praticamente da balia al piccolo Pio in un paio di situazioni, torna da Ester e Peter ma tutto ciò che trova è la loro casa vuota. E una foto di lui e il piccolo lasciata lì appesa. La scena è brevissima, ma la cosa lo tormenta, come confessa al prete in Africa. È una sparizione che dovrebbe avere un peso considerevole, invece, e che speriamo possa essere approfondita meglio nelle ultime due puntate. Perché se questo è il modo di chiudere un’altra sotto-trama (dopo quella di Dussolier) allora non ci siamo.
Alla ricerca di una identità
La personalità di Pio XIII, quella da “rivoluzionario”, esce tutta fuori in Africa. Il primo viaggio nel mondo. Anche qui, The Young Pope cosa vuole essere? Denuncia la situazione nel terzo mondo? Troppo banale, per quanto sia rappresentato uno spaccato di quella società. L’intera vicenda nasconde la volontà di Lenny di plasmare l’inizio della sua presenza nel mondo. La sua voglia di influire su quel mondo da cui tanto assiduamente scappa. Forse anche di cambiarlo, ma ci vuole un po’ più di impegno e continuità, caro Lenny.
La chiusura dell’episodio può anche apparire come un cliffhanger. Pio XIII con la sua preghiera davanti ai camion sta davvero pregando affinché Suor Antonia, in qualche via misteriosa, possa ravvedersi, oppure sta chiedendo perdono per la sua morte con la quale ha a che fare?
Il miracolo di Ester è una cosa. Ma qui siamo di fronte alla seconda preghiera esaudita da Dio nei confronti di Pio XIII. Che The Young Pope stia per diventare anche un giallo? Lenny Belardo si rivelerà essere anche un padre e un omicida?
Troppe domande che nascono non tanto dalla curiosità di vedere ciò che succederà, ma dalla volontà di capire meglio quel che abbiamo visto.
Voto: 3/5
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