
The X-Files: Recensione dell’episodio 10.3 – Mulder and Scully Meet the Were-Monster
Dopo un inizio a dir poco scarso, la nuova miniserie di X-Files decide di sfornare un episodio apparentemente fuori dagli schemi tradizionali, quel genere di episodi che solitamente affrontano le serie narrative di lungo respiro, un po’ per variare un po’ per sperimentare. Il risultato è Mulder and Scully Meet the Were-Monster, una puntata a metà fra Evolution (con un pizzico di Hank Moody), film del 2001 che sfruttava la figura di David Duchovny detective dell’occulto, e una puntata “cazzona” di X-Files, sulla falsa riga di Vampiri (Bad Blood), il dodicesimo episodio della quinta stagione, che vede, fra l’altro la partecipazione straordinaria di Luke Wilson.
Ad un primo sguardo, quindi, questo terzo capitolo della nuova serie di X-Files sembra essere solo una commedia, un divertissiment, sul mondo di X-Files e dei suoi protagonisti, dove il minimo velo di serietà viene spazzato via ogni volta dall’entrata in scena di Rhys Darby (I Love Radio Rock e The Flight of The Conchords), il mostro trasformatosi in uomo, il quale ha il pregio di far ridere solo ad osservarlo. Tuttavia, ad una seconda occhiata, si può facilmente notare come questo giocare attorno al mondo di X-Files, in realtà, sia un ragionamento ironico (vedasi la gag del tema di X-Files come suoneria del cellulare) su tutto il mondo creato da Chris Carter.
Un linguaggio metatelevisivo che ci racconta una storia e nel frattempo ci racconta come la storia viene raccontata e come viene vissuta dai suoi personaggi: l’ansia descritta da Guy in uno dei suoi eccessi, ad esempio, è l’ansia di Fox Mulder, in crisi di identità dopo troppi anni intrisi di paranormale e teorie del complotto e con una sfrenata voglia di porre fine alla squadra di X-files, pentito e raggirato. Scelta alquanto discutibile in apertura di stagione, specie per come viene affrontata, ma che in questo caso sforna gag abbastanza divertenti, come la scena al cimitero o il dialogo dallo psicologo, il quale in effetti anticipa la soluzione del caso, parlando del paziente che si crede lupo mannaro. Qui, al contrario, in piena idiozia ma venduta come sacra verità (proprio in stile Evolution) al posto del lupo mannaro troviamo di fronte ad una lucertola mannara, che non solo si trasforma in uomo a causa di un morso ricevuto dall’addetto della protezione animali, ma ne interiorizza immediatamente tutti i complessi e le preoccupazioni senza nemmeno sapere di che cosa si stia parlando. Il tutto per arrivare ad una semplice conclusione: non importa quanta stramba possa essere la realtà, quanti mistificatori si presenteranno con i propri 5 minuti di gloria, quanti truffatori approfitteranno della credulità delle persone, l’occulto esiste e bisogna crederci. Anche dicendoci il contrario, Mulder lo afferma involontariamente fin dall’inizio, lanciando costantemente le matite contro il poster I Want to Believe. Nonostante la realtà ribaltata (Scully che afferma che quello è il suo poster, il mostro che da cacciatore diventa preda, la fotocamera del cellulare che inquadra chi scatta invece del soggetto da fotografare, lo stesso mostro che si trasforma in uomo e non viceversa), c’è una parte di realtà là fuori che non conosciamo e che attende di mettersi in contatto con noi. Credere alla sua esistenza può sembrare una forzatura, un’imposizione, come sembra sottolineare lo stesso Mulder al momento di salutare Guy. Eppure l’uomo-nonlucertola gli fa notare come l’incontro dei due loro mondi sia per lui stato importante e che, nonostante gli oltre 40 minuti di commedia dell’assurdo, a qualcosa è servito.
D’altronde anche la normalità, guardandola con occhi distaccati, è strana: perché infatti portare al collo un pezzo di stoffa che può strangolarti? Uno sguardo distaccato, alternativo, di questo sembra aver bisogno Fox in questo preciso momento della storia di X-Files. Di questo ebbero bisogno i due agenti dell’FBI nel dodicesimo episodio della quinta stagione, quando non riuscivano ad accordarsi sulla versione degli eventi succedutisi in Bad Blood. La stessa narrazione dell’episodio vuole giocare sull’aspetto dell’osservare da una posizione neutra, nuova.
In questi anni di sospensione degli X-Files, la tecnologia ha fatto balzi in avanti tali da rendere spiegabili fenomeni un tempo incomprensibili. Eppure, proprio la tecnologia viene in soccorso a Mulder. Dalla fotocamera, che scatta in continuazione, alla disperata ricerca di un elemento a cui aggrapparsi (per credere), arriva il primo elemento per risolvere il caso. Poi, invece, è il turno della tradizione, il grande classico, i corridoi segreti del motel costruiti dal titolare guardone. É una sorta di percorso quello che deve affrontare Mulder, quasi doveroso per poter portare avanti il proprio personaggio, necessario dopo tutti questi anni di lontananza dagli X-Files che hanno portato allo svelamento di molti inganni. Quasi volutamente, quindi, Scully non lo informa dei risultati dell’autopsia che immediatamente hanno svelato il vero colpevole delle diverse uccisioni. A Mulder viene lasciato il proprio tempo, l’indagine può proseguire anche senza di lui. L’universo X-Files, l’uomo che fuma, il governo ombra, il figlio, tutti gli elementi che diverse volte sono andati vicino a sovrastare e schiacciare il nostro protagonista, possono attendere. Siamo ad un punto vitale del racconto: o si continua o si muore.
Detto questo, se a modo suo Bad Blood è diventata nel tempo una sorta di episodio storico di X-Files, tanto da essere persino l’episodio preferito di Gillian Anderson, Mulder and Scully Meet the Were-Monster agli occhi dei fan potrebbe altrettanto rappresentare qualcosa di memorabile. Dopo oltre vent’anni di X-Files, pochi lunghissimi secondi hanno svelato, indugiando, quello che molti hanno vanamente sperato di vedere in tutti questi anni: cosa nasconde la scollatura della camicetta di Scully. Provate a cercare su internet quanti fotomontaggi ci sono con la faccia di Gillian Anderson copiaincollata su un corpo nudo (o quanti disegni la ritraggono in amplessi sessuali con alieni o con Fox Mulder) e capirete di cosa sto parlando.
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