
The Walking Dead: Recensione dell’episodio 7.12 – Say Yes
Se non riesci ad uscire dal tunnel, arredatelo.
Nel corso di questi anni The Walking Dead è stato più volte criticato per il suo contenuto morboso, la sua trama inesorabilmente lenta e senza nuovi appigli per far vedere la luce alla fine di questo lunghissimo tunnel costellato da morti, sangue e budella. Say Yes si riconferma essere un altro incubo per questa stagione, un episodio vuoto di contenuti, ma pieno di scene nonsense che ci rimandano a quel leggero modo di raccontare quale era Under the Dome, dove la puntualità di cazzate era sempre dietro l’angolo, dove l’illogicità delle azioni era la costante principale che sosteneva la serie.
Dal sorriso di Rick nella decima puntata la serie e i protagonisti sembrano essersi adagiati in questo mondo di morte e devastazione, prendendo tutto alla leggera, sicuri che una volta trovate le armi il nemico e il mondo si sistemerà. La missione è ovviamente riservata al duo più cazzuto in vita risparmiato da Negan, Rick e Michonne. Il problema di questo duo è la loro intima relazione, che li porta ad affrontare con sfrontatezza questo viaggio, prendendo come un pic nic quest’arduo compito di recuparare armi, mentre ad Alexandria la gente muore di fame, con il terrore di sentire ancora la mazza di Negan battere il cancello per reclamare il tributo settimanale. Questa scampagnata in furgone, tra sesso e battute sui cervi sembra finalmente finire quando i due si trovano davanti ad uno scenario che ha dell’impossibile come impossibili sono i vaganti che lo calpestano.
Tra le attrazioni abbandonate del parco giochi vi è infatti un’orda di vaganti con addosso fucili, pistole e ogni altro ben di dio che come una manna dal cielo viene servito su un piatto d’argento per Rick e Michonne. Ma come se non bastasse questo, l’unico stabile all’interno del luna park è pieno di cibo, viveri e ogni ben di dio pronto e impachettato per essere trasportato ad Alexandria. Per chiudere il cerchio durante una cena a lume di candela Rick programma di allungare la settimana di ferie per potersi consumare di sesso, cibo in scatola e caccia al cervo.
Sembra però che il campanello d’allarme che sveglia Michonne da questo stato spensierato sia la scena in cui Rick viene ritenuto morto e d’un tratto, ecco finite le tanto sudate ferie. Quel manto di “allegria” e spensieratezza con cui si rischia la vita per spingere una macchina, per sparare a un cervo dalla ruota panoramica e per fare la gara a chi uccide più morti sparisce improvvisamente, catapultando i nostri due protagonisti su una cruda riflessione sulla vita e la morte, su un possibile futuro dove uno dei due non è più al mondo. Ecco quindi che il nome di Glenn ritorna per magia dalle labbra di Rick, ecco quindi che la scampagnata si tramuta in dramma. Ecco quindi che il telefilm conclude questi trenta minuti di illogica leggerezza per dare una svegliata a questi sogni di dominio del bene dove Rick vigeva da guardiano con lo scettro del controllo assoluto. E mentre Jadis richiede più armi e munizioni per iniziare la battaglia, noi facciamo gli scongiuri per non doverci sorbire un’altra “scampagnata miracolosa”.
La seconda parte dell’episodio è affidata a Tara e Rosita e alla loro lotta interiore per dare rispettivamente la morte a un’altra comunità e a Negan. Se da una parte l’illogico buonismo di Tara sembra finalmente cedere per rivelare a Rick dove trovare le armi per vincere la guerra, dall’altro lato l’impulsività di Rosita la spinge a iniziare una missione suicida verso il Santuario per portare a casa la testa di Negan dopo che il suo primo tentativo le aveva causato quella bruciante cicatrice sul viso. Sembra che Rosita non abbia ancora capito che il senso di Negan non sta nella sua figura in sé ma la sua comunità è permeata dal suo spirito e dalla sua mentalità, tutti i Salvatori sono Negan. Che cosa serve quindi tagliare la testa dell’Idra quando si sa che il numero di teste del mostro si moltiplicherà quando quella principale cadrà inerme?
Say Yes si rivela essere ancora una volta una puntata deludente in questa serie che ci sta purtroppo abituando a queste cadute in basso per rallentare il ritmo che purtroppo sembra essere scomparso da un paio di stagioni a questa parte. La grande (e speriamo finale) battaglia è dietro l’angolo ma che cosa servirà portare a casa questa vittoria in trasferta se non ci sono spunti per mettere la parola fine a questo brodo di sangue e violenza?
Bisogna essere però ottimisti in questi casi, dopo aver letto il titolo Say Yes la mia fantasia era già andata a una proposta di matrimonio di Rick verso Michonne. E li si che si sarebbe iniziato a tifare per i Salvatori.
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